Ventisei anni di reclusione e tre mesi di arresto. Questa la richiesta formulata dal Pm di Grosseto Maria Navarro per l’ex comandante Francesco Schettino, imputato nel processo per il naufragio della Costa Concordia avvenuto il 13 gennaio 2012 davanti all’Isola del Giglio. La sentenza è attesa intorno al 10 febbraio
Sono le 21.45 di venerdì 13 gennaio 2012. In quegli istanti inizia il naufragio della nave da crociera Costa Concordia, una delle più gravi sciagure marittime della storia italiana, in cui sono morte 32 persone e altre 110 sono rimaste ferite.
Francesco Schettino, unico imputato nel processo, è accusato di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, naufragio colposo, abbandono di nave, abbandono di persone incapaci e omessa comunicazione con l’autorità marittima. Il Pm Maria Navarro ha chiesto al termine della requisitoria l’arresto di Schettino per evitare “il pericolo di fuga”. “Questa pena non è una pena esagerata” perché Francesco Schettino, “non ha mai chiesto scusa”, ha sempre mentito e “crede alle sue stesse bugie”, ha detto Navarro, nel formulare la richiesta della procura. “Che Dio abbia pietà di Schettino perché noi non possiamo averne alcuna”, aveva detto concludendo la sua requisitoria il sostituto procuratore Stefano Pizza.
Il difensore di Schettino, l’avvocato Donato Laino, ha invece sostenuto l’incongruità della richiesta, sottolineando come per Schettino il pm abbia chiesto “di tutto di più, manco Pacciani”, e aggiungendo: “Addirittura si chiedono gli arresti su circostanze già valutate e bocciate dalla Cassazione” che ha in precedenza respinto la richiesta di arresto. Il legale ha anche riferito di aver sentito al telefono Schettino: “Sono attonito, ma se vogliono arrestarmi sono qui”, gli avrebbe detto il comandante.
A dicembre l’ex domandante Schettino nel corso dell’interrogatorio nel processo aveva detto: “Nelle varie probabilità la navigazione sotto costa si è sempre effettuata, il comandante della nave ha la facoltà di tracciare la rotta ma non ha nessun obbligo di informare l’armatore”. “In questo caso non essendo pianificata la navigazione turistica non ho avvisato nessuno”, ha spiegato Schettino soffermandosi sui motivi per cui la notte del naufragio fu deciso di accostare la nave all’isola deviando dalla rotta comunicata. L’ex comandante della Costa Concordia ha anche rivelato che la presenza di ospiti in plancia “non era vietata”.
“Ricordo addirittura che sul ponte di comando, mi sembra al costo di 60 euro, facevamo dei ‘bridge tour’, cioè dei tour in navigazione per chi voleva comprare le escursioni – ha proseguito -. Io imponevo sempre all’hotel director un massimo di 12 persone, perché a volte per toglierseli di colpo 20, 30, 40 persone le volevano far salire tutte assieme”. Questi tour, ha spiegato Schettino, avvenivano “esclusivamente durante la navigazione”. “Io li volevo fare in porto ma non era un’attrattiva per gli ospiti”, ha aggiunto. In un altro passaggio dell’interrogatorio, Schettino ha affermato che “la genesi che ha portato al disastro è una stupidata”. “Non si creda che io non abbia tormenti per questa stupidata”, ha precisato l’ex comandante.
Giglio chiede i danni a Schettino
Danni per 20 milioni all’isola del Giglio: “Schettino deve pagare”, anche per l’immagine irrimediabilmente compromessa dell’isola toscana. Una provvisionale, immediatamente esecutiva – che dovrà essere quantificata, considerato il totale dei danni patrimoniali e non patrimoniali patiti dal Comune in una somma non inferiore a quella sopra indicata – è la richiesta che l’Amministrazione comunale di Isola del Giglio, per tramite dei suoi legali, gli avvocati Maria Chiara Zanconi, dello studio legale Pavia Ansaldo, e Alessandro Maria Lecci, ha formalizzato al tribunale di Grosseto nelle conclusioni di parte civile al processo penale a carico di Francesco Schettino, imputato per il naufragio della Costa Concordia, che ha provocato 32 morti.
“Il danno per l’Isola del Giglio esiste. Anche quello d’immagine che si protrarrà nel tempo. Irrimediabilmente – ha spiegato il sindaco Sergio Ortelli – Chi in questi anni ha sostenuto il contrario mente, sapendo di mentire. Per non parlare dei danni alla macchina comunale e il turbamento dei gigliesi che l’Amministrazione Comunale rappresenta oggi come quella notte: nessuno di noi potrà mai dimenticare cosa è accaduto in quegli interminabili giorni e negli anni successivi. Ancora oggi non sappiamo cosa ci aspetterà per il futuro. Con certezza possiamo affermare che non c’è stato alcun guadagno sotto il profilo economico tantomeno sotto il profilo dell’identità, del nome e della reputazione turistica”.