L’ex vicesegretario lascia il Parlamento e si dedica all’insegnamento
Lo aveva annunciato nello studio televisivo di Fabio Fazio, a Che tempo che fa, e così è stato: Enrico Letta si è dimesso, lascia il Parlamento, ma non la politica! È trascorso poco più di un anno da quando il governo è passato da Letta a Renzi e adesso decide di abbandonare proprio quel Parlamento che prima gli aveva dato la fiducia da Premier per poi togliergliela. Quella di Letta è una scelta di vita, annuncia nel corso dell’intervista a Fazio. Il suo impegno ripartirà da una “scuola di politiche” destinata a giovani dai 19 ai 24 anni. E da un nuovo lavoro, come rettore della scuola di Affari internazionali dell’Università di Parigi Sciences Po. “Non prenderò la pensione da parlamentare”, ci tiene a sottolineare. E annuncia che il suo non è un distacco ma solo una pausa dalla politica.
La decisione, maturata negli ultimi mesi, era stata anticipata da Letta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, mentre l’ex vicesegretario non aveva invece comunicato la notizia al suo Partito democratico e tantomeno a Matteo Renzi: “La apprenderà ora”, sorride. Poi aggiunge ironico: “Ne parleremo, i nostri rapporti sono sereni…”. Una battuta al messaggio “Enrico stai sereno” che Renzi gli inviò solo poche settimane prima di prendere il suo posto a Palazzo Chigi. Da allora, dopo la fotografia del gelido passaggio della campanella a Palazzo Chigi, i rapporti sono praticamente nulli. Ma la scuola non è l’unica novità, nel futuro imminente di Letta sono almeno tre le parole chiave: “Comincio da tre parole: libro, scuola e lavoro. Sono tre parole che mi piacciono perché fanno parte del mio background culturale”, spiega Letta. “Nel libro che sta per uscire presento un punto di vista su molti temi, con una linea molto europeista. Fondo una scuola di politiche: ho ricevuto tanto, può essere utile se ridò qualcosa. Una scuola di politiche perché è importante concentrarsi sui temi, perché io detesto House of cards”.
“Nella vita – aggiunge l’ex presidente del Consiglio – è importantissimo avere un mestiere se si fa politica: mi hanno proposto di fare una cosa che farò per un po’, un mestiere diverso”. E inoltre “voglio vivere del mio lavoro come ho vissuto per un po’ di anni della politica”. Senza però lasciare il Pd: “Penso che il mio impegno di fondatore è l’impegno di chi crede nel grande disegno che in tanti abbiamo realizzato”. Si pronuncia anche sull’attuale governo che, ne è convito Letta, durerà fino al 2018. “Questa legislatura, anche per le riforme fatte, ha bisogno di oltre un anno. Penso che si voterà nel 2018. Il mio governo era istituzionale, ed è il motivo per cui ho mantenuto un profilo istituzionale. Il governo – ha ricordato infine Letta – era nato in circostanze straordinario, e io sono orgoglioso di quanto ho fatto, sono contento che legislatura vada avanti e che si facciano riforme, ma è bene che io mi tiri un po’ fuori, anche se dalla politica non ci si dimette…”.