Dipendenze Svizzera lancia ancora un appello ai politici svizzeri dichiarando con uno studio scientifico quanto sia decisivo il prezzo nel consumo di bevande alcoliche dei giovani. D’altronde in Europa la cannabis continua ad essere la droga più consumata, ecco un approfondimento sul consumo delle due sostanze
Alcol
“Un recente studio scientifico condotto da Dipendenze Svizzera mostra che un aumento dei prezzi degli alcolici permetterebbe di ridurre notevolmente il consumo dei giovani e che questa misura incontra un ampio consenso tra la popolazione”, è così che Dipendenze Svizzera si rivolge al Parlamento federale e in particolare al Consiglio nazionale che secondo la fondazione non tiene conto di questa misura, la cui efficacia è provata, e dell’opinione pubblica.
Secondo il monitoraggio del 2013, nel nostro Paese circa un milione di persone consuma alcol in modo da mettere seriamente in pericolo la propria salute e da gravare la società con problemi ad esso correlati, si legge nel rapporto dell’Ufficio federale della sanità. Inoltre un giovane su quattro tra i 15 e i 19 anni è vittima del binge drinking, ovvero bere per ubriacarsi, nella fascia di età 20-24 anni il fenomeno riguarda più di un giovane su tre.
Dipendenze Svizzera inoltre accenna alle cause dell’alcol più conveniente: “con la svalutazione dell’euro rispetto al franco, sono diminuiti anche i prezzi delle birre importate. Le lattine meno care da mezzo litro ormai costano appena 45 centesimi, e prima o poi anche i birrai svizzeri dovranno correggere i loro prezzi al ribasso. Inoltre, nell’ambito del dibattito inerente la legge sull’alcol, il settore dei superalcolici vorrebbe imporre forti agevolazioni fiscali per i distillatori svizzeri (dopodiché i loro omologhi esteri chiederanno lo stesso trattamento di favore)”, dichiara Dipendenze Svizzera.
Secondo la fondazione le soluzioni potrebbero essere l’introduzione di un prezzo minimo o un aumento generalizzato dei prezzi. Intorno a questa domanda si è sviluppato anche il sondaggio condotto da Dipendenze Svizzera che dichiara che se si fissasse un prezzo minimo di 70 centesimi per mezzo litro di birra, quasi il 20% delle persone interpellate nell’ambito dello studio ne acquisterebbero di meno. Se il prezzo minimo venisse stabilito a 1.50, il 53% dei consumatori berrebbero meno; tra gli adolescenti e i giovani adulti tale percentuale salirebbe addirittura al 64%. Il provvedimento incontrerebbe il favore della maggioranza della popolazione: in base ad un’inchiesta condotta da Dipendenze Svizzera del 2012, il 57% degli intervistati si erano dichiarati d’accordo con questa misura.
Il Consiglio nazionale non tiene conto dell’opinione dei cittadini
Il nuovo studio conferma i risultati delle inchieste condotte a livello internazionale, come il rapporto dell’OCSE di recente pubblicazione, in base al quale i prezzi si ripercuotono soprattutto sul comportamento dei giovani in fatto di consumo.
Le misure che fanno calare il consumo sono importantissime perché chi beve molto sin da giovane corre un rischio più elevato di sviluppare una dipendenza da alcol una volta diventato adulto. Va ricordato che il 30% dei giovani tra i 15 e i 19 anni si ubriacano almeno una volta al mese, bevendo soprattutto birra e superalcolici.
Il dibattito parlamentare attualmente in corso sulla revisione della legge sull’alcol offre la possibilità di adottare misure per ridurre gli abusi alcolici, per esempio fissando un prezzo minimo, aumentando i prezzi in genere o introducendo il divieto di vendere alcol di notte.
Vanno invece assolutamente evitate le agevolazioni fiscali, che farebbero scendere ulteriormente il prezzo degli alcolici. Non è infatti ammissibile che nell’ambito del dibattito su una legge, che originariamente avrebbe dovuto contrastare l’abuso di alcol, ora si discutano quasi unicamente le misure per promuovere le vendite, come successo ad inizio giugno al Consiglio nazionale.
Quando inizia il consumo “cronico”
Secondo l’UFSP si definisce «cronico» il consumo regolare che, per la sua frequenza e quantità, non può più essere considerato a basso rischio. Secondo gli standard internazionali più diffusi, il consumo cronico comincia con l’assunzione media di 20 grammi di alcol puro (pari a circa 2 unità standard) al giorno per le donne e 40 grammi (4 unità) per gli uomini.
Si stima che 4% d’età superiore ai 15 anni consumino regolarmente quantità eccessive di alcol (Suchtmonitoring 2013). La percentuale di bevitori cronici aumenta tendenzialmente con l’età.
Cannabis
La cannabis continua ad essere la droga illecita preferita in Europa: circa 19,3 milioni di adulti (15-64 anni) ne ha segnalato il consumo nell’ultimo anno, tra cui 14,6 milioni di giovani adulti (15-34 anni). Si stima che l’1 % circa di tutti gli adulti siano consumatori quotidiani o quasi quotidiani. È quanto emerge dalla ‘Relazione europea sulla droga 2015: tendenze e sviluppi’ che è stata presentata la scorsa settimana a Lisbona dall’agenzia europea delle droghe (Emcdda).
Le indagini demografiche per tre paesi (Germania, Spagna e Regno Unito) hanno segnalato una prevalenza della cannabis in calo o stabile durante lo scorso decennio. Un aumento del consumo si osserva invece in Bulgaria, Francia e in quattro paesi nordici (Danimarca, Finlandia, Svezia, Norvegia).
Nel complesso, i risultati dell’indagine più recente mostrano tendenze divergenti nel consumo di cannabis nell’ultimo anno tra i giovani adulti. L’alta prevalenza della droga si riflette nel numero di pazienti sottoposti a trattamento specialistico della tossicodipendenza, dove il gruppo più numeroso di coloro che si sono sottoposti a trattamento per la prima volta indica la cannabis come problema principale. Il numero complessivo di pazienti che si sottopongono per la prima volta a un trattamento per problemi legati alla cannabis in Europa è aumentato da 45’000 nel 2006 a 61’000 nel 2013.
Uno studio recente condotto in ambienti di pronto soccorso, rileva l’Emcdda, ha mostrato un aumento del numero di emergenze associate alla cannabis tra il 2008 e il 2012 in 11 dei 13 paesi europei analizzati. La relazione presentata la scorsa settimana evidenzia l’importanza del ruolo svolto dalla cannabis nelle statistiche sulla criminalità correlata alla droga, in cui l’80% dei sequestri riguarda la cannabis, mentre il suo consumo o possesso per uso personale sono all’origine di più del 60% di tutte le segnalazioni di reati contro la legge sulle sostanze stupefacenti in Europa.
Nel 2009 il numero dei sequestri di foglie di cannabis in Europa ha superato quello dei sequestri di resina e il divario fra i due dati ha continuato ad aumentare. Nel 2013, di 671’000 sequestri di cannabis segnalati nell’Ue, 431’000 riguardavano foglie di cannabis (marijuana) e 240’000 resina di cannabis (hashish). Tale tendenza è dovuta, in larga misura, all’accresciuta disponibilità di foglie di cannabis prodotte all’interno dell’Europa ed è confermato dall’aumento dei sequestri di piante di cannabis.
…e in Svizzera?
Anche in Svizzera la cannabis è la sostanza illegale più consumata, da un sondaggio condotto da CoRolAR (Continuous Rolling Survey of Addictive Behaviours and Related Risks) nell’anno 2013 si presume che più di un quarto della popolazione svizzera a partire dai 15 anni ha già fatto esperienze con la sostanza. Il 2,7% dei partecipanti ha dichiarato di aver fumato cannabis negli ultimi trenta giorni. Facendo delle previsioni questo corrisponde a circa 190’000 persone che attualmente consumano cannabis in Svizzera. La maggior parte dei consumatori si trova nell’età sotto ai 35 anni, i giovani tra i 15 e i 19 anni consumano più cannabis di tutti. Inoltre il numero di uomini che consumano cannabis con il 3,7% sarebbe più del doppio di quello delle donne con 1,7%.