Ma da inizio civiltà umana sono andate perse metà delle foreste
Ci sono circa 3mila miliardi di alberi sulla Terra, circa 422 per ogni esponente del genere umano, e otto volte più di quelli stimati precedentemente. L’hanno affermato i ricercatori, ammettendo di essere sorpresi.
Un team di studiosi da 15 paesi, guidato dagli esperti dell’università di Yale, ha usato una combinazione di conteggi vecchio tipo e strumenti ad alta tecnologia per l’elaborazione delle immagini satellitari, oltre che un supercomputer per produrre il primo censimento complessivo degli alberi. “Non so cosa mi aspettavo, ma certamente sono stato sorpreso nello scoprire che si stava parlando di migliaia di miliardi”, ha detto il coordinatore dello studio Thomas Crowther della Yale School of Forestry and Enviromental Studies. Tuttavia, c’è anche una cattiva notizia. Lo studio, che è stato pubblicato dal giornale scientifico Nature, rivela anche che la copertura di foreste nel mondo è circa dimezzata dall’inizio della civilizzazione umana. Il passo della deforestazione è arrivato ora a 15 miliardi di alberi all’anno.
L’importanza dei boschi in Svizzera
Senza l’intervento dell’uomo, il bosco ricoprirebbe la maggior parte della Svizzera. I dissodamenti hanno a poco a poco liberato il paesaggio. A seguito dell’industrializzazione, sono stati disboscati interi versanti di montagne. La legge sulla polizia delle foreste del 1876 ha messo un freno a questo sfruttamento senza criterio. Nel frattempo la superficie forestale si è stabilizzata e laddove l’agricoltura si ritira, la foresta ricresce. Il Rapporto forestale 2015 dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) e dell’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (WSL) informa sullo stato e sullo sviluppo del bosco e illustra le sfide che dovrà affrontare in futuro.
Il nuovo Rapporto forestale mostra che nel periodo trascorso dalla pubblicazione del precedente rapporto il bosco non è stato colpito da eventi naturali straordinari, in particolare da grandi tempeste. L’effetto protettivo del bosco per la falda freatica e contro i pericoli naturali come le valanghe, la caduta di sassi e le colate detritiche è migliorato rispetto al 2005 in seguito all’aumento della densità dei boschi. In singole regioni si constata tuttavia la mancanza di rinnovazione e un aumento complessivo della brucatura di giovani alberi da parte di cervi e caprioli.
Resta difficile la situazione economica delle aziende forestali. Se negli ultimi dieci anni la raccolta di legname è rimasta pressoché invariata, non si è riusciti ad abbassare i costi della gestione forestale in misura equivalente alla riduzione dei ricavi ottenuti dalla vendita del legname. Oltre al miglioramento delle condizioni di mercato, occorrono in primo luogo altre misure volte a ridurre i costi e a generare nuove fonti di entrate.
Le sfide
Per il bosco si prospettano grandi sfide per il futuro. In seguito al pericolo di incendio determinato dalla canicola e dalla siccità dell’estate di quest’anno, in molti luoghi è stato ad esempio emanato un divieto di accendere fuochi. Anche la decolorazione fogliare osservata in molte regioni potrebbe essere una conseguenza dello stress da siccità. In seguito al cambiamento climatico, periodi analoghi dovrebbero verificarsi con maggiore frequenza. Dato che il cambiamento climatico può pregiudicare i lenti processi naturali nel bosco, occorrono misure di adattamento, ad esempio attraverso una rinnovazione mirata dei boschi di protezione e una distribuzione dei rischi su una gamma di specie arboree più ampia. Il programma di ricerca «Bosco e cambiamento climatico», promosso dall’UFAM e dal WSL, che dovrebbe concludersi nel 2017, colmerà le lacune nelle conoscenze attuali e fornirà gli elementi per elaborare delle raccomandazioni.
Gli organismi nocivi pericolosi introdotti da altre aree del mondo costituiscono una minaccia crescente per il bosco. Il commercio globale di merci fa sì che organismi nocivi, ad esempio il tarlo asiatico del fusto trasportato in imballaggi di legno di merci provenienti dall’Asia orientale, giungano in Svizzera lungo le principali vie di transito. Per prevenire l’introduzione di nuovi organismi occorrono controlli più rigorosi sulle merci e un’informazione migliore per importatori e commercianti. Eventuali infestazioni vanno combattute e limitate tempestivamente.
Mutano anche le esigenze della società nei confronti del bosco. L’importanza dell’utilizzazione a scopo ricreativo aumenta soprattutto in prossimità di città, agglomerati urbani e regioni turistiche. Di conseguenza, cresce anche l’importanza della sicurezza nel bosco e per la gestione forestale. Soddisfare le crescenti e a volte contrastanti esigenze nei confronti del bosco, richiederà nell’ambito della gestione forestale un’armonizzazione maggiore e ancora più coerente. Il dialogo fra gli utenti, ad esempio fra gli escursionisti a cavallo o in mountain bike e i servizi forestali locali o i proprietari di bosco, può contribuire a trovare soluzioni adeguate.
Fonti: Afp/UFAM
Lo sapevi che..?
A chi appartengono i boschi in Svizzera?
Quasi due terzi dei boschi appartengono a 2 800 differenti enti pubblici (Confederazione, Cantoni, Comuni politici, Patriziati e corporazioni). Il resto appartiene a oltre 244 000 privati.