Sulla ISS gli astronauti, tranne quelli russi, bevono urina riciclata
“Il caffè di ieri diventa il caffè di domani” non solo Samantha Cristoforetti usa questo scherzo riferendosi al sistema di UPA (Urine Processing Assembly), ovvero l’impianto di trasformazione dell’urina, è uno degli scherzi soliti tra tutti gli astronauti. Si tratta di un sistema che rende potabile l’acqua dopo un ulteriore trattamento nel Water Recovery System. Fino a qualche anno fa, l’acqua, come tutti gli altri alimentari, doveva essere trasportata dalla terra alla stazione spaziale, costi: ca. 5’000 al litro! Oggi esistono due sistemi di purificazione, quello più vecchio è stato inventato dai russi, l’acqua potabile si ottiene con la filtrazione e la purificazione del vapore acque del respiro, l’acqua utilizzata per lavarsi e il sudore degli astronauti. Il sistema statunitense ricicla invece in più l’urina degli astronauti statunitensi, degli animali a bordo e degli astronauti russi. È curioso il fatto che gli astronauti russi non bevono acqua purificata dagli americani. Altro fatto curioso: l’acqua sarebbe più pura di quella che beviamo noi nelle bottiglie, lo sottolinea il comandante Chris Hadfield che nel 2013 ha pubblicato su internet un video su questo sistema di riciclaggio. Inoltre Hadfield dichiara che il 93% dell’acqua utilizzata proviene dal processo di riciclo, così copre una fetta enorme del fabbisogno di acqua potabile.
Secondo Focus.it “la tecnologia statunitense compie queste operazioni sfruttando lo iodio, quella russa si appoggia invece all’argento in forma ionica, e sulla carta offre alcuni benefici tecnici che stanno suggerendo alla NASA di cambiare il proprio metodo”. Layne Carter, che gestisce il sistema di riciclaggio, sostiene però che avere due macchinari differenti è un vantaggio qualora uno dei due si guastasse.
Come si usa il bagno nello spazio?
Parlando di urina e igiene personale, quello della toilette è uno dei capitoli più interessanti: weird.it spiega che in questo caso, il comfort è ridotto al minimo, come vale anche per altri aspetti come lavarsi i capelli o dormire a bordo. Come spiega Sunita Williams, ex capitano della Stazione, l’equipaggio ha a disposizione un tubo con un imbuto giallo per l’urina e una sorta di scatola con buco per il bisogno “number two”, come dicono gli americani. Se il bagno è particolarmente spartano, comunque, lo stesso non si può dire per la carta igienica. Gli astronauti ne hanno a disposizione ben quattro tipi diversi.
Per quanto riguarda lavarsi i capelli sulla ISS, l’astronauta Karen Nyberg, secondo weird.it spiega che ci si cosparge dell’acqua sui capelli tramite un beccuccio (stando attenti a non far disperdere le gocce nella Stazione), bagnandoli fino alla punta e poi si friziona lo scalpo con shampoo che non necessita di risciacquo. Alla fine, niente phon: si attende semplicemente che l’acqua evapori da sola e come sappiamo adesso va a finire nel prossimo caffè!
Nello spazio non si rutta!
Il sito Vox Chris Hadfield ha spiegato che durante la sua permanenza nello spazio ha emesso un numero maggiore di flatulenze rispetto a quando sta sulla Terra: «l’eruttazione è impossibile nello spazio perché non c’è abbastanza gravità per separare i gas dai liquidi dello stomaco».
Ma si starnutisce!
«Si piega la testa in avanti e si starnutisce sulla propria tuta spaziale per evitare che il muco schizzi sulla visiera. Poi si pulisce tutto quando ci si spoglia. È una cosa abbastanza disgustosa, ma è il miglior compromesso», ha dichiarato Hadfield.