Sicuramente vi è capitato di aver sentito dire questa frase già diverse volte, merita quindi una breve riflessione. In realtà questa frase suscita diverse domande, prima fra tutte “quando?”. È una frase che spesso non si riferisce ad un periodo preciso o avete mai sentito dire “Stavo meglio quando dieci anni fa ero disoccupato e dovevo comprare da mangiare per la mia famiglia”?
Un’altra domanda che ci poniamo è “in che senso si stava meglio?”. Tanti si riferiranno all’economia e la felicità e se diamo uno sguardo all’Italia potrebbero effettivamente avere ragione. C’è uno studio in corso dell’Università Politecnica delle Marche che s’intitola “Eravamo poveri ma felici? Il benessere equo e sostenibile in Italia 1861-2011“. I risultati dello studio, che ha incluso 134 aspetti da economia a salute, ambiente, educazione, società etc. dal 1861 al 2011, sono sorprendenti “per la prima volta si ha l’evidenza storica dell’effetto del Pil sulla qualità della vita o, se vogliamo, sulla felicità pubblica. Dall’Unità d’Italia fino agli Anni Sessanta del secolo scorso più cresceva il Pil procapite, cioè più cresceva l’attività economica misurata in termini di prodotti e servizi, più aumentava la qualità della vita misurata dall’Indice Bes storico, che comprende ambiente, fattori sociali, educazione e salute. Negli Anni Sessanta il meccanismo si inceppa: il Pil continua a crescere, cumulando storicamente sempre un segno ‘più’, nonostante le crisi, ma il benessere invece entra in stallo, si ferma e comunque non aumenta più trascinato dal Pil. Dagli Anni Ottanta il divario diventa marcato tanto da apparire pericolosamente irreversibile” deduce La Repubblica dai dati.
È sorprendente che in Svizzera la logica “più si ha, più si è felici” torna. Secondo un sondaggio dell’Ufficio federale di statistica, infatti, le tendenze sono molto chiare: più aumenta il guadagno più le persone sono felici. In Svizzera il motore della felicità sono denaro e età, mentre in Italia “oggi siamo più ricchi di una volta, ma non possiamo certo dire di essere più felici di quarant’anni fa, dal momento che ambiente, sicurezza, salute e condizioni di lavoro non migliorano”, commenta il capo del gruppo economisti Mauro Gallegati.
Torniamo però alla nostra domanda concludendo che ogni periodo avrà i suoi pro e i suoi contro e sicuramente tra 50 anni ancora le persone diranno “si stava meglio quando si stava peggio”, magari riferendosi proprio al 2015, ma cari lettori, voi che ne pensate?
Quando si stava meglio? Scriveteci!