Minivocabolario di Paolo Tebaldi
Per burocrazia dal francese bureau („ufficio“) connesso al greco kràtos („potere“) si intende l’organizzazione di persone e risorse destinate alla realizzazione di un fine collettivo secondo criteri di razionalità, imparzialità e impersonalità» (Wikipedia). Per quanto già nell’Egitto dei faraoni, nella Cina imperiale, in Persia, in India, sotto gli antichi romani e i bizantini si rintraccino modelli in qualche modo vicini alla citata definizione, in effetti è nel 16° secolo che la burocrazia diventa un fattore costitutivo della formazione dello Stato. In diverse epoche avviene poi che questo ceto non solo si rivela per tanti aspetti inadeguato e incapace sul piano operativo, ma addirittura rappresenterà un contropotere, un ostacolo alla gestione della vita politica e sociale. Una realtà (detto, per inciso, non solo del passato, ma riscontrabile anche ai giorni nostri) che, tuttavia, non ha impedito l’elaborazione di una teoria portata avanti agli inizi del secolo scorso soprattutto dal famoso economista e sociologo tedesco Max Weber.
Sintetizzando in soldoni i principi della sua teoria, egli sosteneva che l’apparato amministrativo deve poggiare su una precisa divisione del lavoro, su un scala di gerarchie retta da scelte legate alla meritocrazia, sulle capacità e le competenze di servitori dello Stato, preparati, onesti, non legati a interessi personali. Weber si preoccupava anche degli aspetti degenerativi della burocrazia tali da costituire un serio pericolo allo sviluppo della libertà e della democrazia. Senza arrivare a tali estreme conseguenze, non è forse vero che oggi in Italia le lungaggini, i cavilli, le tortuosità, la sovrabbondanza di leggi e leggine rendono dura la vita ai cittadini? Provocano l’apatia, il distacco dalle istituzioni, dalla politica? Favoriscono l’attitudine al servilismo, alla ricerca del favore, del privilegio? Ritardano lo sviluppo dell’attività produttiva delle piccole e medie imprese, del commercio, dell’artigianato? Noi che viviamo nella Confederazione Elvetica, dove il personale degli „Schalter” è sempre al servizio degli utenti, con cortesia e sollecitudine, ci accorgiamo della differenza di comportamenti e di norme legislative quando varchiamo il confine ed entriamo in qualche ufficio italiano. Code interminabili di attesa, capziosità, incomprensioni, iter prolissi.
Vorrei citare un caso che mi è successo recentemente. Approfittando del fatto che mi trovavo a Como, mi ero recato in una agenzia postale per effettuare il versamento di 110 euro a favore di una libreria marchigiana. Dopo un’attesa di oltre mezz’ora, finalmente potei parlare con un impiegato che, gentilissimo, mi diede un formulario con una lista lunghissima di voci da riempire: nome, cognome, data di nascita, indirizzo, telefono, celllulare, E-mail, stato civile, codice fiscale, coordinate ABI, CAB, IBAM, numero di ccp, professione, se sposato generalità della moglie, se divorziato o separato o vedovo, da quando, quanti figli a carico, legittimi o naturali, causale del pagamento. Pazzesco, surreale, quasi fossi un mafioso che voleva depositare denaro in nero o un tombeur de femmes, un libertino incallito! Mancava solo che il questionario contenesse la richiesta di indicare eventuali storie di adulterio, la frequenza degli atti sessuali nel letto coniugale, o, nell’evenienza di infedeltà, in quale alcova clandestina. Al termine di circa due ore, ripeto: due ore dall’ingresso in quel locale, sono uscito sfinito, sudato, incredulo, con i parenti in attesa nei paraggi.
Non ho potuto fare a meno di desiderare il ritorno al più presto in terra elvetica. D’accordo, anche in Svizzera tante cose non vanno bene: i mezzi di trasporto pubblici efficienti ma dal costo esagerato, il conservatorismo di tanta gente, la mediazione politica a livelli non esaltanti nel governo di città, cantoni, a Berna, nel Consiglio Nazionale e degli Stati, la mancanza di alloggi a prezzi popolari, il dumping salariale, le casse malati che ogni anno aumentano i premi già molto salati e via dicendo. Ma puoi contare sul rispetto dell’ambiente e della natura, la cordialità dei rapporti umani e se, per citare solo un esempio, possedendo un conto corrente, devi spedire nel Bel Paese una somma di un certo valore, il Beamter di una qualunque succursale postale compie il trasferimeno del tuo denaro, senza tanti interrogatori e perplessità, in cinque minuti.