La proposta governativa resta incompatibile con la libera circolazione. Si cerca una soluzione negoziata con l’UE
Il Consiglio federale ha trasmesso al Parlamento la legge di applicazione dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa. Senza colpi di scena. La clausola unilaterale, ipotizzata dal governo lo scorso dicembre, è diventata un progetto di legge trasmesso alle camere federali. Qualora non si dovesse trovare una soluzione concertata con l’Unione Europea (UE), sarà introdotta la clausola per limitare l’immigrazione, se superasse una certa soglia. La Confederazione vuole dunque regolare l’immigrazione in modo autonomo, come primo passo per applicare l’iniziativa “Contro l’immigrazione di massa”. La clausola resta però incompatibile con la libera circolazione delle persone. “Si tratta di un piano B, con degli svantaggi”, ha descritto la proposta il ministro di polizia e giustizia, Simonetta Sommaruga, “l’obiettivo ultimo del governo è giungere a un accordo con l’UE per preservare la via bilaterale e la certezza del diritto”. Con Bruxelles si vuole negoziare una clausola salvaguardia accettabile da entrambi le parti, anche se una soluzione negoziata resta un miraggio.
Allora il messaggio al Parlamento è dovuto al “tempo che stringe”. L’iniziativa deve essere attuata entro il 9 febbraio 2017 e il governo vuole dare la possibilità ai parlamentari di esprimersi. Al momento non è possibile determinare né una soglia, né contingenti per limitare l’immigrazione. Dopo l’entrata in vigore della legge, una commissione dell’immigrazione dovrebbe definire un tasso di immigrazione massimo. Un valore che il Consiglio federale definirebbe sulla base di un periodo di riferimento temporale. Si prenderà in considerazione il numero di lavoratori immigrati, compresi i famigliari, provenienti dagli Stati UE/AELS, senza i frontalieri e i soggiorni inferiori a un anno. Se si superasse una determinata percentuale, l’anno successivo sarebbero stabiliti dei tetti massimi e dei contingenti. Il controllo del valore è previsto per il 1° giugno dell’anno e le restrizioni entrerebbero in vigore nel gennaio dell’anno successivo. Inoltre per limitare l’immigrazione il governo s’impegnerà a sfruttare al meglio il potenziale di forza lavoro indigena. Punto sul quale molti politici si trovano d’accordo, ma restano critici sulle altre proposte. L’UDC minaccia addirittura un’iniziativa popolare per disdire la libera circolazione delle persone.