Tassi a zero e aumenta ancora acquisto titoli
Mario Draghi usa il ‘bazooka’ e va oltre le attese. Il Consiglio Direttivo della Bce ha deciso un intervento più ampio del previsto sui tassi: è stato infatti abbassato di 5 punti quello di riferimento principale, sceso dallo 0,05% allo 0%. Stesso taglio per quello di rifinanziamento marginale che da 0,30% a 0,25%. Sempre più in negativo, infine, il tasso sui depositi, che con un taglio di 10 punti scende a-0,40%.
La Bce non si ferma qui. E contro il rischio di bassa inflazione potenzia gli interventi nel quadro del Quantitative Easing. Oltre al taglio di tutti i tassi fra 5 e 10 punti, infatti, il Consiglio direttivo dell’Eurotower ha deciso di incrementare di 20 miliardi – portandolo a quota 80 miliardi – il pacchetto di acquisti mensili avviato un anno fa. La modifica avrà effetti a partire da aprile. Ma un’altra novità di rilievo è rappresentata dall’inclusione di bond emessi da imprese non finanziarie dell’Eurozona nell’elenco degli asset acquistabili. Inoltre, la Bce si muove sul fronte liquidità annunciando una nuova serie di aste ‘mirate’ a lungo termine, le cosiddette TLTRO: i prestiti alle banche inizieranno a giugno 2016, avranno durata di quattro anni con lo stesso tasso di interesse applicato sui depositi (quindi al momento negativo).
Le ragioni per l’intervento drastico
Draghi spiega le ragioni che hanno spinto la Bce a mettere insieme una serie di misure che rappresentano uno sforzo senza precedenti contro “lo stallo della crescita e dell’inflazione”. Il consiglio direttivo della Bce “dopo avere esaminato le nuove proiezioni macroeconomiche, ha deciso di varare misure per perseguire l’obiettivo della stabilità dei prezzi, definendo un pacchetto che possa sfruttare le sinergie fra i diversi strumenti”. Sono state appunto le nuove stime, tutte tagliate, a suggerire un intervento così drastico. Nelle nuove stime macroeconomiche degli analisti della Bce è stato operato un “leggero ribasso” sull’andamento del Pil dell’Eurozona, previsto in crescita dell’1,4% nel 2016, per crescere dell’1,7% l’anno prossimo e dell’1,8% nel 2018. Netto, invece, il taglio sull’inflazione: 0,1% nel 2016, 1,3% 2017 e 1,6% 2018. In questo nuovo scenario “restano rischi al ribasso sulla crescita” e resta alta l’attenzione. Tanto che Draghi non esclude un ulteriore taglio dei tassi, portati oggi a zero dal Consiglio della Bce. “I tassi rimarranno a questo livello o più bassi per un lungo periodo”, annuncia in conferenza stampa il presidente della Bce. Successivamente, rispondendo a una domanda, aggiunge: “Non anticipiamo che serviranno nuovi tagli ma nuovi fatti potrebbero modificare la situazione”.
Dal numero uno della Bce arriva anche un richiamo ai governi. Incluso quello italiano. “L’applicazione delle raccomandazioni per i singoli paesi definite dalla Commissione Europea è rimasta piuttosto limitata nel 2015: nella maggior parte dei paesi dell’Eurozona bisogna pertanto accelerare gli sforzi per le riforme, mentre le politiche fiscali dovrebbero sostenere la ripresa pur continuando a rispettare le regole dell’Ue”.
“Pensiamo all’intera Eurozona”
Altre due puntualizzazioni rilevanti. Primo, la maggioranza in Consiglio a favore delle misure adottate la scorsa settimana dalla Bce “è stata schiacciante”. Rispondendo a una domanda in conferenza stampa, Draghi parla di una discussione “positiva e costruttiva” che “ha fatto piena giustizia della volontà di agire”. E il fatto che il presidente della Bundesbank Jens Weidmann non abbia votato, come previsto dalla turnazione, “non ha influito”. Secondo, non c’è nessun focus sulle banche italiane nella definizione delle nuove aste di liquidità varate oggi dalla Bce perché “noi decidiamo pensando all’intera Eurozona non a singoli paesi”. Il presidente della Bce aggiunge che il Consiglio direttivo “si aspetta una richiesta importante, viste le condizioni attraenti”.
Come sempre, Draghi deve guardare anche avanti. E rassicurare anche per il futuro. Con le misure decise dal Consiglio direttivo della Bce “abbiamo dimostrato che non ci mancano le munizioni”, evidenzia, spiegando: “abbiamo molti dati a sostegno della nostra azione, dalla crescita all’allentamento condizioni finanziarie, dal credito allo spread fra paesi core e periferia, per finire con la frammentazione che era ‘il’ problema e oggi è scomparso”. Nell’eurozona – aggiunge – è in corso una “ripresa non spettacolare ma graduale e continua”. Comunque, ammette, “ci vorrà tempo per raggiungere il nostro target di inflazione”.
Adnkronos