Dal Referendum che aprì le porte alla Repubblica Italiana a quello attuale sulle trivelle nei mari Italiani
Tra non molto gli italiani e i connazionali italiani all’estero saranno chiamati alle urne per esprimersi sul referendum, richiesto da alcune regioni italiane, che proporrà l’abrogazione della norma che concede di protrarre le concessioni per estrarre idrocarburi entro le 12 miglia nautiche dalla costa italiana. Questo referendum non si è ottenuto con la solita prassi della raccolta di firme ma, per la prima volta, è stato voluto dalle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna e Veneto col sostegno di alcune associazioni ambientaliste. Il referendum, a cui gli italiani potranno partecipare recandosi al voto il prossimo 17 aprile, mentre per tutti gli italiani all’estero è già possibile inviare per posta la propria preferenza attraverso la scheda ricevuta in questi giorni a casa, avrà valore solo se si sarà raggiunto il quorum (ovvero se andranno a votare il 50% + 1 degli aventi diritto al voto).
Cosa succederà se gli italiani risponderanno sì? Nel caso in cui i cittadini italiani decideranno di appoggiare le ragioni dei sostenitori del referendum, le concessioni attualmente attive non saranno rinnovate alla scadenza e le trivelle dovranno smettere di funzionare anche se il giacimento non fosse esaurito. Questa è la 67° volta che il popolo italiano è chiamato a esprimersi sotto questa forma di partecipazione democratica oltre al primo referendum del 2 giugno del 1946 quando si scelse fra monarchia e repubblica (70 volte se consideriamo anche i referendum costituzionali oltre quelli abrogativi).
In un recente articolo comparso su Ansa.it, che fa riferimento ad un dossier Openpolis, si fa il punto della validità dei referendum e risulta che spesso è difficile raggiungere il quorum: “Guardando i numeri in totale, scopriamo che il 40,91% dei 66 quesiti abrogativi non ha raggiunto il quorum necessario. Di quelli risultati validi, il 58,97% ha avuto esito positivo (vittoria del sì), e il restante 41,03% esito negativo (vittoria del no)”.
Tra l’altro, molte volte i quesiti faticano ad evolversi in referendum poiché “bloccati” dalla Corte Costituzionale. Le richieste di referendum, infatti, sono soggette a un duplice controllo. Il primo da parte dall’ufficio centrale per il referendum, puramente tecnico, e il secondo da parte della Corte Costituzionale. Ad oggi in Italia risultano bloccati addirittura 60 referendum come quello sulla legge Fornero, proposto dalla Lega Nord, che nel gennaio del 2015 è stato dichiarato inammissibile. Al contrario, proprio grazie al parere favorevole dei giudici costituzionali, il prossimo 17 aprile si potrà votare al referendum “in materia di ricerca, prospezione e trivellazioni marine”.
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Foto: Ansa
Emissione del duplicato del plico elettorale all’Ambasciata Italiana a Berna
L’art. 12, comma 5, della Legge 459/2001 prevede che a partire dal 14° giorno antecedente la data delle votazioni in Italia, il Capo dell’Ufficio consolare può rilasciare all’elettore che non abbia ricevuto il plico elettorale presso il proprio domicilio, e che ne faccia richiesta scritta all’ufficio consolare, un nuovo plico elettorale.
La richiesta emissione duplicato può essere presentata personalmente o trasmessa anche via fax (031/3824932) o email ([email protected]) accompagnata dalla fotocopia di un documento d’identità in corso di validità e con l’indicazione dell’indirizzo di residenza dell’elettore / elettrice al quale trasmettere il plico elettorale.
A tal fine, l’Ufficio Elettorale della Cancelleria Consolare effettuerà — in aggiunta al consueto orario di ricevimento dei pubblico — un’apertura straordinaria nei giorni:
Sabato 9 aprile 2016 dalle ore 09:00 alle ore 12:00 – Domenica 10 aprile 2016 dalle ore 09:00 alle ore 12:00
A tal proposito il consolato di Basilea emana il seguente comunicato:
A partire dal 3 aprile p.v. l’elettore, già iscritto nell’elenco provvisorio inviato dal Ministero dell’Interno che non abbia ricevuto il plico elettorale presso il proprio domicilio, potrà riceverne un duplicato, previa opportuna segnalazione all’Ufficio Consolare di competenza.
Per il rilascio del duplicato non è più necessario che l’interessato si presenti presso l’Ufficio Consolare.
È quindi possibile accettare da parte dell’Ufficio Consolare la richiesta di duplicato, pervenuta per fax o email, accompagnata da fotocopia del documento di riconoscimento valido (ad esempio passaporto o carta d’identità, anche se emessi da autorità straniere).
Si fa presente quanto segue:
1. Non potranno essere prese in considerazione richieste telefoniche.
2.Non potranno essere accettate richieste pervenute via fax o e-mail non conformi al modello indicato come esempio.
Un esempio del modello di richiesta è scaricabile sul sito web del Consolato e potrà essere inviato al seguente indirizzo e-mail:
[email protected]
L’elettore NON presente nell’elenco provvisorio inviato dal Ministero dell’Interno, al quale NON è stato spedito il plico elettorale, potrà essere inserito nell’apposito elenco aggiunto predisposto dall’Ufficio Consolare competente.
L’iscrizione nell’elenco aggiunto sarà possibile solo DOPO il ricevimento da parte dell’Ufficio Consolare del nulla osta elettorale rilasciato dal Comune di iscrizione AIRE dell’elettore.
Il connazionale non iscritto all’AIRE e che non abbia presentato domanda di opzione per il voto come elettore temporaneo, potrà esercitare il suo diritto di voto SOLO recandosi nel seggio elettorale dell’ultimo comune di residenza in Italia.