Comunicato
Il 16 marzo si è dato vita alla Federazione Popolare. Da tempo abbiamo inseguito questo traguardo considerandolo uno snodo strategico per ricomporre un progetto che assicurasse continuità alla storia dell’Italia. Mi riferisco a quella iniziata dopo il secondo conflitto bellico, che grazie a uomini illuminati, in cui gli italiani furono partecipi e protagonisti di una vicenda umana e politica che riscattava il Paese non solo dal buio del periodo fascista ma anche dall’afasia di un passato più remoto. L’Italia ebbe la forza di conquistarsi uno spazio di dignità nel progresso e nell’emancipazione. Fu l’esercizio della democrazia, della partecipazione la grande scuola formatrice che diede la spinta rigeneratrice lungo il filone del popolarismo cristiano – democratico, laico riformista. Ci sarebbe stato il miracolo economico, il risveglio delle coscienze senza una comune e diffusa condivisione di un progetto che fu ed è ancora di vita? Ritengo di no! Fu la fine dell’imperio del dominio sulle volontà ad aprire una fase nuova. Oggi con la Federazione Popolare si intende fare questo! I quattro sottoscrittori si sono assunti solo l’onere di aprire il “negozio”, di predisporre gli attrezzi e predisporre il tutto quando altre formazioni decideranno di essere i fondatori e non gli aderenti dei tempi supplementari. La Federazione prenderà dimensione in quel momento e sarà il vero avvenimento in una stagione grigia rischiarata solo dai bagliori di iniziative sempre più esclusive che scartano la democrazia come vitalità nel divenire. In questo periodo molti cercano di costruire il centro. Sono gli stessi che escludevano che ci fosse questa possibilità. Oggi il tema non è quello delle vecchie categorie di destra, sinistra ma riguarda la difesa di quei valori che, nella libertà e nelle garanzie democratiche, assicurino sviluppo. Non si possono contrabbandare per centro le costellazioni del Partito della Nazione! Bisogna scegliere tra i consolati che si stagliano all’orizzonte e un Paese che non può essere privato del suo dinamismo! Il Comitato dei No, che abbiamo costituito, è il riferimento per una battaglia che respinga una riforma costituzionale che di fatto cancella la nostra storia democratica. Altro che destra e sinistra. C’è da difendere la nostra vita sociale e civile che non può essere appaltata, in una abissale indifferenza, a una cerchia che agisce tra supposizioni e presunzioni. Allora sarà assicurata la dialettica politica e le posizioni contrapposte tra destra, sinistra, centro avranno senso! La Federazione Popolare, quindi, sarà alimento per questa fase e non solo. A luglio, dopo le altre condivisioni, si costituiranno gli organi definitivi. La Federazione Popolare potrà essere l’alternativa all’incuria della ragione e dell’equilibrio.
Mario Tassone