Il secondo capolavoro tattico del c.t. Conte porta l’Italia ai quarti. Dominati i campioni in carica della Spagna. Sabato sfida alla Germania campione del mondo
È un’impresa grandissima ed entusiasmante e l’artefice in primis è Antonio Conte. La sua Italia estromette la Spagna con merito e si prende la rivincita della finale di Euro 2012. Con questa determinazione ora nulla è precluso e a Bordeaux ci attende la Germania, ma gli azzurri andranno a giocarsela senza paura. Gli azzurri hanno dominato per più di un’ora una Spagna spaesata e deconcentrata. Emblematico per spiegare la gara degli azzurri il primo gol di Chiellini al 33’. Sulla punizione di Eder, De Gea respinge corto e sul pallone si avventano quattro italiani contro uno spagnolo che tenta di anticipare. Italia onnipresente in ogni spazio del campo a raddoppiare con il pressing alto i portatori di palla della Spagna, Iniesta su tutti. La Spagna non ha trovato il passo, le combinazioni del temuto tiki-taka non sono mai riuscite, ma soprattutto un comportamento miserabile nei duelli, ha lasciato il pallino in mano agli azzurri. Tutto il merito va all’atteggiamento dei giocatori di Conte che hanno ripetuto la gara contro il Belgio, anche nel risultato, prima adattandosi all’avversario, senza farlo giocare e ha “matato” la Spagna con cinismo da grande squadra, segnando un gol per tempo, il secondo nel recupero della ripresa con Pellè implacabile su cross di Darmian. La partita l’Italia l’avrebbe potuta chiudere nei primi 60’ ma De Gea si è riscattato dell’errore sul primo gol, superandosi sui tiri di Giaccherini al 45’ e di Eder al 55’, tendendo così in partita la Spagna.
La caratteristica che ha contraddistinto l’Italia in questa epica vittoria, non batteva la Spagna in una competizione ufficiale dal ’94, è stato il coraggio. Fin dall’inizio non ha solamente badato a difendere, ma ha attaccato con ordine spaventando De Gea almeno in tre occasioni. Conte aveva chiesto ai suoi di giocare oltre la ragione e gli azzurri hanno corso a perdi fiato e lottato su ogni pallone con una determinazione da brivido. Solo negli ultimi 20 minuti la Spagna si scuote e l’Italia si rintana nella propria metà campo, anche per la stanchezza, ma senza perdere la bussola del gioco, si difende con ordine sorretta dai tre difensori juventini e da un grandissimo Buffon, decisivo su Pique e cercando con ripartenze efficaci sempre la porta di De Gea. La Spagna non ha un piano B al possesso palla, la base dei grandi successi, e quando ha dovuto metterla sullo spirito della lotta ha dimostrato che non è la sua forza dover rincorrere la palla. A Euro 2016 la Spagna doveva riscattare la delusione del Mondiale in Brasile, ma la prima sconfitta in fase eliminatoria dal 2006 ha decretato la fine definitiva di un’era galattica. La fase di transizione è più complessa di quello che si era immaginato.
Continua invece il cammino dell’Italia con questa vittoria rotonda dopo una gara ancora perfetta, grazie all’applicazione minuziosa e assoluta dei meccanismi costruiti da Conte. Tanto cuore e una tattica preparata alla perfezione da Conte, che ha ridotto la Spagna a una squadra senz’anima e senza idee, spegnendo i suoi uomini chiave, Morata e Iniesta. Non solo difesa intorno a Barzagli-Chiellini-Bonucci e De Rossi che chiude a centrocampo, ma anche propensione in attacco con gli esterni e Giaccherini, Pellè ed Eder pronti ad attaccare gli spazi in fase d’attacco. L’Italia di Conte è ottima e bisogna riconoscergli il merito di avere trovato la quadratura del cerchio. Un collettivo che è meglio dei suoi individualisti. Ora l’asticella si alza con la Germania, altra avversaria storica, che non ha mai vinto contro gli azzurri nei grandi tornei. Sarà difficile ed è un’impresa proibitiva, senza fare gli scaramantici o i pessimisti. La Germania corre molto, è determinata e brava nel concretizzare le occasioni da gol e ha grandi individualisti. L’Italia è già da lodare e a Bordeaux ci va con il morale alle stelle e convinta dei propri mezzi a giocarsela senza complessi di inferiorità. Un’Italia così brillante non si vedeva da tanto tempo.
G.S.
foto: Ansa