L’astrofisico David Gerdes scopre un nuovo pianeta nano: è il sesto
Un nuovo pianeta fa capolino nel Sistema Solare: si chiama, almeno per adesso, 2014 UZ224 e si nascondeva alle spalle di Plutone. A scoprirlo l’astrofisico David Gerdes, dell’Università del Michigan. Con un diametro di 530 chilometri, il nuovo arrivato si trova a 13,7 miliardi di chilometri dal Sole e completa un’orbita in 1.100 anni terrestri. La sua presenza è stata individuata grazie ad uno speciale strumento in grado di mappare le galassie più lontane, chiamato Dark Energy Camera (DECam), che è stato commissionato dal Dipartimento per l’Energia del governo statunitense.
Nell’ambito del progetto Dark Energy Survey, Gerdes ha cominciato a vagliare le mappe della DECam insieme ad un gruppo di studenti alla ricerca di nuovi oggetti celesti in movimento non ancora identificati nel Sistema solare: l’obiettivo è stato raggiunto grazie ad un nuovo software che ha permesso di mettere a confronto osservazioni fatte a intervalli di tempo irregolari. Il Minor Planet Center, la massima autorità internazionale in materia che opera presso lo Smithsonian Astrophysical Observatory, ha già legittimato la scoperta: se arriverà anche il riconoscimento ufficiale dell’Unione astronomica internazionale (Iau), 2014 UZ224 diventerà il sesto pianeta nano del Sistema solare, dopo Plutone, (declassato nel 2006 dall’Unione astronomica internazionale da non pianeta a pianeta nano), Eris, Haumea, Makemake e Cerere.
I motivi che hanno spinto l’Unione Astronomica Internazionale a declassare Plutone a pianeta nano sono diversi e sono legati a peculiarità che lo stesso presenta rispetto agli otto pianeti del Sistema Solare. Gli astronomi hanno infatti notato che la luminosità apparente di Plutone, oltre che presentare valori relativamente bassi (la magnitudine apparente massima è di circa 14), presentava anche delle variazioni cicliche, non imputabili alla presenza del Sole (come nel caso di altri corpi celesti), bensì ad un oggetto che ruotava intorno ad esso.
Fu così scoperto nel 1978 quello che ancora oggi viene definito il principale satellite naturale di Plutone: Caronte, dal nome del barcaiolo demoniaco del fiume Stige, citato nell’Inferno dantesco. Secondo gli astronomi 2014 UZ224 non è l’ultimo inquilino del Sistema solare: nella nostra galassia, infatti, potrebbero fluttuare altri pianeti nani, almeno un altro centinaio, ancora da scoprire.
Solo un mese e mezzo fa era stato scoperto un altro pianeta che orbita attorno alla stella Proxima Centauri, la stella più vicina al Sole e Philip Lubin, professore dell’Università della California, aveva dichiarato: “Sappiamo che ci sono moltissimi pianeti extrasolari, attorno ad altre stelle vicine, ed è molto probabile che il sistema di Alpha Centauri abbia anche dei pianeti”.
Un pianeta nano è un corpo celeste di tipo planetario orbitante attorno ad una stella e caratterizzato da una massa sufficiente a conferirgli una forma quasi sferica, ma che non è stato in grado di ‘ripulire’ la propria fascia orbitale da altri oggetti di dimensioni confrontabili: per quest’ultima caratteristica non rientra nella denominazione di pianeta.
Nonostante il nome, un pianeta nano non è necessariamente più piccolo di un pianeta e, in teoria non vi sono limite alle loro dimensioni. Il termine pianeta nano è stato introdotto ufficialmente nella nomenclatura astronomica il 24 agosto 2006 da un’assemblea dell’Unione Astronomica Internazionale.