Mentre incombe la minaccia della sfiducia dei Verdiniani al nuovo Governo, Gentiloni ha presentato i ministri e si prepara ai primi impegni nel Consiglio Europeo
Già da lunedì, dunque, il presidente del Consiglio incaricato Paolo Gentiloni ha sciolto la riserva e ha accettato l’incarico presentando la lista di ministri che forma la nuova squadra di governo. “Ho cercato di conciliare l’esigenza di tempi stretti, così come indicato dalle parole di Sergio Mattarella, con quella di ascoltare tutti”, ha detto il Presidente incaricato parlando da Montecitorio. Alle 20 di sera ha giurato fedeltà al governo insieme a tutti i ministri (vedi grafico).
Rimangono fuori i Verdiniani che proprio per questo hanno anunciato il loro NO alla fiducia del nuovo Governo “senza rappresentanza Ala-Sc”. “Non voteremo la fiducia a un governo intenzionato a mantenere uno status quo”, dicono in una nota Denis Verdini e Enrico Zanetti. “Il governo – aggiungono – deve assicurare il giusto equilibrio tra rappresentanza e governabilità, senza rinunciare, in nome di pasticciate maggioranze, a quest’ultimo principio”. Ma il Governo di Gentiloni può contare in Senato di un minimo di 160 voti fino 170, per questo il gruppo di Verdini (18 in tutto) non risulta determinante. Subito dopo aver ottenuto la fiducia dalle Camere il Premier potrà partecipare al Consiglio europeo. Mentre tra i dossier urgenti sul tavolo del nuovo governo, oltre alla legge elettorale, vi è anche la decisione sul decreto per Mps e le banche e le iniziative per sostenere i cittadini delle Regioni colpite dal terremoto.
Le reazioni: Tutti in piazza!
Tra tutti i più stizziti sembrano essere Lega e M5s che chiedono a gran voce che si vada subito alle votazioni. Non hanno partecipato alle consultazioni con il Premier incaricato, mentre Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ha preso parte alle consultazioni con Gentiloni, ma ha evidenziato tutta la sua contrarietà per questo “governo che nasce senza fiducia degli italiani”. Anche Fratelli d’Italia chiede così il voto immediato.
Tutti minacciano di invadere le piazze italiane, di organizzare manifestazioni per esprimere la volontà di andare al voto, Salvini sarà impegnato nella raccolta di firme in tutta l’Italia per le elezioni immediate e per superare l’ostacolo della legge elettorale ha una proposta che “presenteremo in Camera e Senato, è sperimentata e riadattabile: il Mattarellum” afferma il leader della Lega. I grillini invece annunciano una manifestazione il 24 gennaio, giorno in cui si pronuncerà la Consulta sull’Italicum.
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foto: Ansa