Nelle scorse settimane mi sono più volte espresso per il SI al referendum sulle riforme. In queste colonne i miei interventi rappresentavano spesso una voce isolata in mezzo ai numerosi articoli, lettere, interviste che invece si schieravano a favore del NO.
In Svizzera, come in generale nei collegi esteri c’è stata la prevalenza del SI, hanno vinto il buon senso e la ricerca di una prospettiva, e io mi sento orgoglioso di farne parte. Erano stati buoni profeti quei sostenitori del No che già mettevano le mani avanti prima del referendum e che avrebbero fatto fedi false per annullare il voto degli italiani emigrati qualora si fosse determinato rilevante su un eventuale risultato positivo. Si parlava addirittura di voler abolire definitivamente il voto dei nostri connazionali all’estero. VERGOGNA!
Anche i sostenitori del NO alle nostre latitudini si erano allora improvvisamente svegliati dal loro torpore, si erano resi conto di essere trattati solo come burattini riversanti offese e livore sul presidente Renzi in articoli dai toni talvolta offensivi, adducendo un’accozzaglia di argomenti che nulla avevano a che fare con il quesito referendario.
È inutile rammaricarsi, cari amici connazionali, a questo serviamo noi secondo certi soggetti politici italiani: ci sfruttano quando devono occupare un seggio parlamentare e una volta sedutisi sul loro trono non si fanno scrupoli a estrometterci da decisioni che ci spettano per legge. Vedrete come torneranno a bussare alla nostra porta quando si voterà e saranno quei soliti che fino al 4 dicembre scorso avrebbero cassato la nostra volontà referendaria pur di ottenere i loro scopi. VERGOGNA! VERGOGNA!
Appena c`è stata la consapevolezza di una bocciatura delle riforme, tutti questi paladini antirenziani per una notte hanno brindato, dispensato sorrisi sornioni e furbi e poi, il mattino seguente, hanno ricominciato ad abbaiare l’uno contro l’altro con la bava alla bocca, a prendersi per i fondelli vicendevolmente e, quanto più grave, a prendere per i fondelli il popolo italiano.
In campagna referendaria ognuno di loro proponeva alternative costruttive alla riforma di Renzi, ma solo a parole, perché appena finito il “tutti contro uno” (Renzi) si sono rimessi a fare il “tutti contro tutti” per l’ennesima spartizione del bottino: elezioni subito, governo di unità nazionale, nuova legge elettorale come ci piace, un governo tecnico buono per tutte le stagioni e chi più ne ha, più ne metta! Vittorio Feltri in un recente articolo l’ha definite “moine da lombrichi” e sinceramente mi sembra l’immagine perfetta per descrivere l’Italia del dopo referendum.
Nessuno ha scelto di concentrarsi sulle riforme. O l’Italia non ne ha bisogno e ci stiamo raccontando barzellette da 30 anni oppure questa casta di politici non vuole alcuna riforma per continuare a beneficiare dei privilegi sfruttando l’incertezza cronica del Paese; o forse, più semplicemente, perché non sono capaci né a realizzarle né ad attuarle. Intanto leggo sulla stampa italiana che i due terzi dei parlamentari in carica, quelli al primo mandato, la maggior parte dei quali fa parte del fronte del NO, maturerà il lauto vitalizio degli onorevoli solo se l’attuale legislatura arriverà fino alla metà di settembre 2017. Non so perché, non so da dove arriva, ma ho come una voce dentro che mi dice che prima di quella data non si andrà a nuove elezioni.
Francesco Di Benedetto
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