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2 May 2024
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Diritto alla difesa o diritto alla resistenza? II (e il cimitero dei bambini)

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La guerra permette alla gente di essere veramente sé stessa: i sadici diventano torturatori, gli psicopatici sono ottimi soldati da mandare in prima linea; sia i prepotenti che le vittime hanno la possibilità di giocare il proprio ruolo fino in fondo, e le puttane sono sempre occupate. (Ken Follett)

Propaganda Ideologica È un compito arduo esprimere il proprio dissenso verso la politica di Israele e l’azione del 7 ottobre di Hamas, rimanendo emotivamente neutrali, cercando di dare un quadro più ampio dello scenario presentato dai vari Ministeri della Verità da noi in auge. Essere a favore della libertà della Palestina, del diritto del popolo palestinese a vivere sulla terra in cui vive da sempre e chiedere un cessate il fuoco, non significa essere antisemita. Facendo chiarezza su questi termini abusati, sionismo, ebraismo e semitismo in senso contrario, scopro la mia ignoranza e per dovere di servizio, riporto la giusta etimologia. Sionisti sono coloro che hanno voluto e costruito uno Stato confessionale. Israele è per legge, oggi, uno “stato ebraico”, che per noi atei non è diverso da uno stato islamico o uno cristiano ben poco parente delle democrazie liberali. La parola sionismo deriva da Sion, che significa Gerusalemme, la terra promessa del popolo ebraico secondo la Bibbia cristiana. Esiste poi il Sionismo cristiano. Ebrei consistono in un insieme di comunità costituenti un gruppo etnoreligioso e i fedeli di una religione, che trae origine dagli Israeliti del Vicino Oriente antico. Nazionalità e religione ebraiche sono strettamente correlate e l’ebraismo è la fede tradizionale del popolo ebraico. Semiti sono coloro che appartengono ad un ceppo linguistico o gruppo etnico che già in età preistorica occupava la regione compresa nel Medio Oriente e nella parte nordorientale dell’Africa. E dunque parlano siriaco, aramaico, arabo, ebraico e fenicio. Cinque lingue e cinque etnie, non una sola. Le combinazioni variano dunque: Puoi essere ebreo ma non sionista, semita ma non ebreo (i palestinesi e gli arabi lo sono) e così via. Si può essere arabi ma non islamici, e soprattutto “terroristi” sia da islamici che da ebrei o anglosassoni. È nel XIX secolo che la parola antisemita comincia a creare sempre più confusione, poiché non distingue tra etnia, lingua o religione, e viene utilizzata con connotazione discriminatoria e razzista esclusivamente per riferirsi a persone di origine ebraica o a coloro che professano l’ebraismo. Altra propaganda becera non realizzabile, che solo la meschinità dell’ipocrisia democratica può manifestare, è quella dei due popoli e due Stati o, peggio, due popoli e uno stato. Qui assistiamo alla distruzione “indisturbata” del popolo arabo di Palestina, una Giudea teocratica sulle ceneri della Cisgiordania e della striscia di Gaza. Mettendo in atto il “Diritto alla difesa”, lo Stato di Israele più che uno Stato ebraico deve sempre di più divenire una vera e propria base militare, una enorme caserma a protezione del saccheggio attuato dai paesi imperialisti occidentali, contro i paesi del Medio Oriente per controllare il territorio e i flussi petroliferi, mantenendo un costante caos. Il tutto sotto la protezione dell’azionista maggioritario (USA) e dell’antisemitismo come giustificazione, e della potenza militare esageratamente senza scrupoli. Mi risparmio il macabro bollettino della tragedia in atto, offrendovi questo link con i numeri pubblicati dalle Nazioni Unite, oltre alla conferma delle violazioni di tutte le norme del diritto umanitario internazionale da parte dello statio sionista. Senza ripetere la solita manfrina del servizio informativo complice ancora una volta dell’azionista di turno, che tramite il copia e incolla detta il verbo da diffondere. Leggetevi questa lettera scritta e firmata da più di 900 giornalisti, fotografi, operatori video e dei media appartenenti a decine di testate, che accusano i media occidentali di essere “responsabili della retorica disumanizzante che è servita a giustificare la pulizia etnica dei palestinesi” e l’esortazione alle testate occidentali all’integrità e all’onesta intellettuale nella copertura della guerra. Non essendoci nessuna ferma condanna dei vassalli angloamericani dei nostri politici, nell’indifferenza mediatica, spetta a noi dove il dissenso è consentito, scendere in piazza per qualche settimana, sventolando slogan “free Palestina”, qualche azione di boicottaggio di aziende che sostengono la causa israeliana, ma niente che possa fermare la mattanza. Inutili le rare e acute analisi geopolitiche per quei pochi spiriti liberi e critici del 10%, che da novax a putiniani a negazionisti del cambio climatico, ora diventati antisemiti e quindi emarginati e diffamati se occupano posizioni di rilievo nel campo politico, dell’informazione, artistico o accademico.

Il governo Sionista La guerra secondo Bibi durerà a lungo, dato che gli ebrei sionisti al governo, sono in estasi per il massacro di Gaza, e lui vede un’opportunità di salvare il paese (e sé stesso) dalla minaccia terroristica. Il sogno di cancellare Gaza è stato a lungo lo scopo dei cripto-fascisti israeliani, eredi del movimento di Kahane. Questi estremisti ebrei (contestati anche in patria) al governo, stanno orchestrando il genocidio convinti della loro supremazia ebraica santificata da Dio, così come il massacro dei palestinesi, paragonati ai “biblici Ammoniti”, e destinati all’estinzione come subumani che incarnano il male. Gli ultranazionalisti ebrei apocalittici sono in estasi per l’opportunità che gli è stata offerta dall’attacco brutale di Hamas. Come dei cani rabbiosi, troppo pericolosi per essere fermati, i loro occhi luccicano, sono estasiati per questi giorni del Messia. La grande vittoria, parte integrante della loro concezione fondamentalista e di un’apocalisse, Armageddon, a indicare il luogo dove i re malvagi, alleati della Bestia, si concentreranno nel gran giorno per la guerra contro Dio, come unico mezzo per la venuta del loro messia. Il giornalista investigativo Seymour Hersh che descrisse la strategia nucleare del governo israeliano secondo la quale: “Israele lancerebbe un massiccio attacco nucleare di ritorsione se fosse minacciato da forze esterne e corresse il pericolo di essere invaso, in sintonia con il personaggio biblico Sansone il quale, fece crollare il tempio che lo seppellì assieme a migliaia di Filistei che lo deridevano”.

Siamo in Guerra È vergognosa la posizione del governo italiano, che non solo pone il veto alle risoluzioni ONU, che chiedono il cessate il fuoco e la fine del massacro della popolazione di Gaza, ma collabora militarmente con Israele. Non ci siamo qualificati ai mondiali di Qatar 2022, in cambio il podio è assicurato nella gara per la vendita di armi all’ emirato della penisola arabica (una parte girate poi ad‘Hamas). Si tratta di vendite di cacciabombardieri ed elicotteri pesanti, navi d’assalto e sottomarini; missili aria-terra e antinave; cannoni e mitragliatori; sistemi radar e sofisticate apparecchiature di telecomunicazione (per i dettagli rivolgersi a Renzi). La parte del leone la fanno i soliti Stati Uniti, e poi Francia, Germania e Gran Bretagna. Proprio questi paesi, ora implorano a Bibi di fermarsi, perché magari sta esagerando? Secondo Reuters, il Qatar paga anche gli stipendi del settore pubblico a Gaza, parte di uno stipendio di 30 milioni di dollari al mese per le famiglie e carburante per l’elettricità. Doha, che finanzia e ospita i leader di Hamas, potrebbe influenzare e mediare il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi tenuti dai terroristi. Mentre gli affari e le trattative vanno a gonfie vele, tutti i protagonisti sanno che questo genocidio non è diritto a difendersi, ma una propaganda buona per tutti gli usi, speculando sull’antisemitismo dilagante nel mondo, quando è chiaro come la luce che quello sbandierato diritto è solo sete di sangue, di vendetta e di occasione per accaparrarsi altra terra palestinese. In nostri pupazzi chiamati politici, vorrebbero insegnarci quali bambini dobbiamo piangere e quali no, chi ha il diritto alla difesa e chi deve morire in silenzio. Se il Donbass viene martoriato dal 2014, nessun diritto alla difesa, niente folle oceaniche in piazza e se Putin vuole fermare questo scempio diventa l’invasore il nuovo Hitler che calpesta la “democrazia ucraina” aggredita. Mettendo in crisi le nostre economie, svuotando i nostri depositi di arsenali, rinunciando alla più conveniente fonte energetica e rompendo ogni legame con due colossi economici e culturali come Cina e Russia e presentando a breve il dodicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia. Il tutto per difendere il martoriato popolo ucraino (?) Mentre i palestinesi, non rientrano nella categoria dei soppressi pur vivendo una realtà di Apartheid feroce. Loro hanno eletto democraticamente dei terroristi, come lo sono tutti i paesi islamici, un po’ meno quando ci facciamo affari e li usiamo e sosteniamo, per innescare guerre e rivoluzioni colorate, per poi intervenire come mediatori esportatori di democrazia. La vecchia storia imperiale dettata dalla supposta supremazia bianca a guida anglo-americana che usa due pesi per due misure. Se bombardare per oltre un mese due milioni di civili, perché ritenuti colpevoli dell’operazione militare di Hamas è diritto alla difesa, andare a scovare i terroristi casa per casa e ospedali passando sopra i civili è rastrellamento. Facendo un macabro ma utile paragone, anche i partigiani italiani si nascosero tra la popolazione civile ed ebbero da questa tutta la copertura necessaria durante la Seconda guerra mondiale. Anche allora i generali nazi-fascisti decisero di spazzare via quelle comunità di civili che davano nascondiglio alle formazioni partigiane, chiamando quelle operazioni “rastrellamenti”. Oggi i partigiani vengono ricordati come eroi, dato che non erano terroristi. Qualcosa non quadra dunque in questa storia, o i termini sono ferocemente stati rimossi oggi? Hamas come i partigiani di allora sono un residuato bellico, da condannare e sfruttare al meglio. Il rastrellamento in corso cominciato allora nell’indifferenza, di chi, andando al capezzale di Netanyahu come la marionetta Meloni e gli altri camerieri del padrone a stelle strisce e del santo padre, non condannano esplicitamente lo stato sionista, ma prega di fermare il fuoco per i bambini vittime innocenti, che non andranno neanche nel nostro paradiso essendo mussulmani.

Alcune azioni USA che mostrano i muscoli con le seguenti azioni “distensive e protettive”

  • Schieramento di un sottomarino nucleare di classe Ohio nell’area mediterranea
  • Pianificazione di trasferire $ 320 mio. di apparecchiature bomba guidate con precisione in Israele
  • Invio diverse dozzine di commando per operazioni speciali per aiutare a localizzare gli ostaggi
  • Veto alla risoluzione ONU che avrebbe chiesto “pause umanitarie” per fornire aiuti a Gaza
  • Nel Golfo Persico sono stati inviati anche una batteria antimissile THAAD (Terminal High Altitude Area Defense) e battaglioni del sistema di difesa missilistica Patriot
  • Aerei da guerra americani hanno effettuato attacchi contro obiettivi iraniani e filoiraniani in Siria

Con buona pace delle masse popolari che si mobilitano contro Israele compiendo inutili atti di antisemitismo, che alimentano ancor più la macchina da guerra sionista.

Le dinamiche del potere del consenso sono sempre le stesse. C’è un regnante in declino (Washington), e il suo viceré (Israele), seguiti dai loro vassalli (UE) che pare esercitare un potere proprio o delegato che sia senza freni o remore apparente. Questa combriccola di avvelenatori di ogni pozzo vuole un’escalation del conflitto che temo non potrà essere fermata. Il rischio è sempre più reale e sta facendosi strada nella coscienza del mondo islamico. Dall’altro abbiamo un Popolo (noi) i cui sensi però sono stati intorpiditi e ingannati dagli apparati della società dello spettacolo, le cui bocche di fuoco non si sono mai fermate o come direbbe Pasolini “il “genocidio culturale” e le forme di rieducazione delle masse verso l’omologazione totale avanzano sempre più. Come per L’Ucraina il cui pretesto di Washington era di generare un conflitto globale, ora il fronte si è spostato in Medioriente, e finalmente l’impero del dollaro potrà innescare una conflagrazione che farà detonare (o rafforzare) l’intera struttura di alleanze tra i vari paesi arabi e i BIRCS. Al diavolo il trattato di pace di Camp David, gli accordi di pace di Oslo, gli accordi di Abraham e della possibile normalizzazione delle relazioni tra Israele e Arabia Saudita. Tutto potrebbe andare in fumo. Non è più la politica a gestire, ma l’élite finanziaria direttamente, per salvare il loro dominio imperialista in declino, usando l’arma della guerra totale di cui sono i maggiori detentori ed egemoni, e trarne maggior profitto. Sono convinto e la storia (quella seria) lo confermerà, che era già tutto previsto, dagli attacchi crudeli di Hamas del 7.10.23, alla reazione calcolata di Israele, per risolvere con un apparente e ipocrita diritto alla difesa, di conquistare l’intera striscia di Gaza e attuare il proposito sionista di uno stato israeliano liberato da etnie arabe. Un’analisi seguirà ovviamente.

Follow the money secondo Biden non bisogna trattare con i terroristi, dimenticando che sotto la guida di Obama gli USA finanziarono l’Isis, che poi usò come pretesto per le loro guerre, e venne addirittura premiato con il premio Nobel per la pace. Tutti sanno chi finanzia Hamas. Dagli stati complici, Iran e Qatar su tutti fino alle somme sottratte agli aiuti umanitari. Dall’inchiesta sullo scandalo Watergate, ‘follow the money’ vale anche per Hamas e il finanziamento del terrorismo (o movimento di liberazione) palestinese è piuttosto complicato per una serie di ragioni. In primis vi sono gli Stati che hanno interesse a impedire ogni percorso di pace in Medio Oriente, Iran e Qatar su tutti, e altri Stati come l’Arabia Saudita, Egitto, Sudan, Algeria, Tunisia, tutti in chiave antisraeliana. In chiave antiamericana, pur negando il proprio coinvolgimento abbiamo la Russia e Cina. Per arrivare soprattutto dall’Onu, dall’UE, dalla Norvegia, dal Giappone alla Svizzera fino all’Australia, oltre ai finanziamenti che passano per diverse Ong internazionali. La ricostruzione è faticosa per i pochi dati ufficiali a disposizione, in un contesto in cui il flusso del denaro, milioni di dollari ogni anno, è proporzionale al groviglio di interessi che si muovono intorno alla polveriera mediorientale. Vedendo le condizioni in cui vive la popolazione palestinese, nei territori dove sono stati emarginati dal governo di Tel Aviv, viene il sospetto che Israele sta combattendo Hamas e Hezbollah con i finanziamenti della stessa UE e i paesi sopra elencati. Quando sento la frase “Non tutti i palestinesi sono terroristi”, ci dimentichiamo chi li finanza questi supposti terroristi, e soprattutto che gran parte della popolazione non crede più ad una soluzione politica e quindi ciò che per noi sono terroristi per loro è l’ultima speranza di lotta di liberazione, anche a costo di morire. Vi è poi il poco pubblicizzato tesoro nascosto di Gaza che renderebbe i palestinesi ricchi, ma che nessuno ancora sfrutta. Esiste al largo della Striscia un giacimento di gas che potrebbe emancipare la Palestina da Israele e dagli aiuti internazionali. Scoperto oltre 20 anni fa i lavori non sono mai partiti, dato l’ostruzionismo di Tel Aviv e i rischi legati ad Hamas. Parlo di Gaza Marine situato a circa 36 chilometri dalla costa palestinese, a 610 metri di profondità. Da alcune stime si valutano circa 1.000 Mia. di metri cubi di gas e garantirebbe entrate per 4,5 Mia. di dollari. Con questa fonte di approvvigionamento energetico per case, impianti di desalinizzazione dell’acqua e per lo sviluppo dell’agricoltura, Gaza sarebbe economicamente indipendente. Follow the money, per capire qual è uno degli obiettivi dell’attacco israeliano a Gaza, senza andare tanto in profondità. Altri giacimenti di gas e petrolio, secondo una carta redatta dalla U.S. Geological Survey, si trovano sulla terraferma a Gaza e in Cisgiordania. Leggetevi questo articolo per capire, al di là del teatrino messo in piedi da Netanyahu e i suoi partner occidentali, che invocano il diritto alla difesa, massacrando migliaia di civili innocenti. Ma noi abbiamo notato l’altra mano del prestigiatore, che da anni abilmente agisce, sviluppando un’opera complessa come quella necessaria a sfruttare un giacimento di gas, con alle spalle giganti come la British Gas e Chevron. Anche un bambino userebbe inconsciamente il sillogismo aristotelico, ragionando in questi termini: Se le bombe da 1 Mio. di dollari lanciate da un aereo da cento Mio. di dollari, che vola al costo di 40.000 dollari l’ora per uccidere persone che vivono con 1 dollaro al giorno, allora chi come Biden chiede Mia. di dollari per sostenere Israele o l’Ucraina, l’industria bellica farà festa. Concluderà anche lui, che la guerra è la prosecuzione del capitalismo con altri mezzi. Follow the money, il cui sillogismo spiega che le attuali tensioni belliche sono alimentate da problemi di competitività e debito estero dell’economia americana, che hanno portato alla svolta protezionista e guerrafondaia degli USA e dei suoi scagnozzi della NATO e UE. L’uomo che sfoglia i giornaloni e guarda Mentana o Vespa interpreta ogni conflitto come di natura religiosa, etnica o ideologica, ma è un modo ingenuo di ragionare. Le guerre in atto sono alimentate da forze sotterranee molto potenti, di matrice essenzialmente economica. L’occidente vuole evitare che i cinesi e gli altri creditori d’oriente utilizzino i loro attivi, non più solo per prestare denaro ma anche per acquisire pacchetti di controllo di aziende americane. C’è il rischio di una nuova centralizzazione del capitale a livello internazionale, questa volta in mani orientali. Questo spiega le caotiche azioni protezionistiche USA per bloccarle. Perché i media occidentali rimangono riluttanti a citare esperti di genocidio e a descrivere accuratamente la minaccia esistenziale in corso a Gaza? Dovreste voi diffusori di notizie, chiedere conto al potere, altrimenti rischiate di diventare complici del genocidio, come lo è la Commissione europea. La Ue dopo avere sostenuto lo scontro frontale con la Russia volta al massacro dei bambini ucraini, adesso sostiene una politica volta al massacro dei bambini palestinesi, rifiutandosi di sanzionare Israele, e rifiutandosi di invocare un mandato di cattura (come per Putin) della Corte penale internazionale contro Netanyahu per crimini contro l’umanità.

Mario Pluchino

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2 commenti

Sandro Meier 30 November 2023 at 06:39

Grande articolo, molto accurato. L’uktima frase é la più controversa: Bibi crede di essere un’intoccabile. Spero che il popolo israeliano sia maturo per mandarlo In gattabuia.

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Leonardo 2 December 2023 at 16:07

Un articolo ben fatto. Mi piace il modo in cui elenchi le varie prove e testimonianze e link per gli increduli. La storia di USA e le loro guerre “giustificate” si ripete ancora.. quindi nel insieme niente di nuovo, ma molta gente continua a tapparsi occhi e orecchie e voler vedere New York invece di una città orientale con molta più varieta e bellezze culturali. Oserei affermare sia la stessa “categoria” di persone che facevano la fila per le vacinazioni Covid e quelle che prendono decisioni basate sui propri interessi perché è la via più facile. Natura umana difficile da cambiare e piantata con radici forti da sempre. Peccato non esiste ancora un personaggio famoso che non pensi hai soldi e che possa divulgare queste preziose informazioni.

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