Nel 2017 un importo pari a 66 milioni di franchi per l’aiuto umanitario in loco e destinato anche alla promozione dell’autonomia economica della popolazione siriana colpita
Con la decisione dello scorso 9 dicembre il Consiglio federale ha scelto di proseguire la tradizione umanitaria svizzera di accogliere gruppi di rifugiati riconosciuti riavviata nel 2013. Inoltre adempie la richiesta dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per rifugiati (ACNUR) formulata il 21 settembre 2016, di accogliere rifugiati riconosciuti e particolarmente vulnerabili nell’ambito del programma di reinsediamento (resettlement). Continueranno ad essere accolte soprattutto persone che hanno cercato rifugio nei Paesi limitrofi della Siria e che non possono rimanere nel Paese in cui si trovano e nemmeno tornare nel proprio Paese. In Svizzera saranno accolti soprattutto famiglie, donne e bambini, ma anche persone anziane o malate. Come di consueto, i rifugiati vengono sentiti prima di entrare in Svizzera e i loro dossier sono inoltrati, per esame, anche al Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC).
Per i rifugiati particolarmente vulnerabili, la cui integrazione costituisce una sfida, la Confederazione ha stanziato un importo di 12’000 franchi a persona, oltre all’usuale somma forfettaria per l’integrazione di 6000 franchi. Sono meno di 30’000 domande d’asilo presentate in Svizzera quest’anno, ovvero 10’000 in meno rispetto al 2015, che corrisponde al 2% circa del numero complessivo di domande presentate in Europa; si tratta della percentuale più bassa degli ultimi 20 anni. Ma l’aiuto della Svizzera prosegue anche nei luoghi toccati dal conflitto a cui la Confederazione elvetica si è dedicata sin dall’inizio. A tale scopo la Svizzera ha fornito un aiuto sostanziale in loco pari a circa 250 milioni di franchi e per il 2017 il preventivo della cooperazione internazionale prevede un importo pari a 66 milioni di franchi. Per ottimizzare gli aiuti in loco, sostenere le organizzazioni umanitarie e raggiungere il maggior numero possibile di persone bisognose di aiuto il DFAE sta inoltre esaminando la possibilità di aprire un ufficio umanitario a Damasco.
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foto: Ansa