Circa 20 milioni di franchi annui destinati all’istruzione, all’assistenza sanitaria e alle prestazioni sociali alla popolazione in difficoltà
È stata confermata da parte del Consiglio federale la decisione di continuare a finanziare il budget di programma dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA).
Malgrado le difficili condizioni di questo momento, nei prossimi quattro anni, dal 2017 al 2020, infatti, la Svizzera vuole continuare a sostenere l’obiettivo dell’Agenzia dell’ONU nello svolgimento dei suoi compiti. Il finanziamento della Svizzera al budget dell’UNRWA si mantiene sull’attuale livello, intorno ai 20 milioni di franchi annui, e dovrà essere destinato, in primo luogo, ai programmi dell’UNRWA che facilitano l’accesso dei profughi palestinesi all’istruzione, all’assistenza sanitaria e alle prestazioni sociali. Il 95% dei profughi palestinesi che si trovano ancora in Siria dipende dagli aiuti umanitari erogati dall’UNRWA, che ha continuato a lavorare nonostante il conflitto armato in corso, garantendo, sin dall’inizio della guerra, aiuti di emergenza a più di 460’000 persone. Sin dalla sua fondazione nel 1949, l’UNRWA è uno dei principali partner multilaterali della Svizzera in Medio Oriente. Dal canto suo, la Svizzera può influire attivamente sulla sua politica e sul suo modo di lavorare e dal 2005 è membro della Commissione consultiva dell’UNRWA.
La Svizzera sostiene il processo di riforma strutturale dell’UNRWA affinché possa dare un contributo sostanziale alla stabilità nella regione. Pierre Krähenbühl, commissario generale dell’UNRWA da aprile 2014, è il cittadino svizzero di più alto rango nel sistema delle Nazioni Unite. Oltre a concedere aiuti sotto forma di alimenti o denaro contante a circa 300’000 persone, oltre la metà del budget dell’UNRWA è impiegato per misure nel campo dell’istruzione: oggi le sue 685 scuole sono frequentate da mezzo milione di bambini. Inoltre l’UNRWA gestisce inoltre nell’area 137 centri sanitari, dove tre milioni di profughi palestinesi possono ricevere prestazioni medico-sanitarie di alta qualità.
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foto: nena-news.it