È scoppiato l’allarme terrorismo negli aeroporti e si corre ai ripari. Il caso del giovane nigeriano che, benché segnalato negli archivi dei servizi segreti americani come persona pericolosa, è riuscito a sfuggire alle maglie dei controlli, ha accelerato decisioni che o erano state rifiutate (Parlamento Europeo), o erano state congelate per i problemi che sollevavano.
Parliamo dei “body scanner”, cioè di quegli apparecchi che fotografano il corpo nudo dei passeggeri e mostrano eventuali armi o esplosivi o liquidi che servono per far saltare in aria il kamikaze e tutti gli altri.
Esistono due tipi di body scanner: uno, basato sulla riflessione di onde radio a basso livello posizionate nella parte millimetrica dello spettro delle onde radio (è il tipo, denominato millimeter wave tecnology, che è stato adottato negli Usa); l’altro, chiamato “back-scatter”, basato sulla riflessione all’indietro di raggi X di energia molto bassa.
Perché finora il loro uso era stato accantonato?
Innanzitutto per la privacy.
Come detto, questi macchinari proiettano su uno schermo il corpo delle persone come se fossero nude. Ne consegue che ci si è posto il problema dell’opportunità o meno di procedere ad una simile violazione. In secondo luogo, collegato al primo motivo, per si pensa all’uso che potrebbe essere fatto delle immagini. Facciamo un esempio: passa una bella donna e la sua immagine nuda potrebbe finire su internet.
Allo stesso modo potrebbero finire in pasto al pubblico tutte le altre immagini, ad esempio di bambini, per la gioia dei pedofili. Insomma, il problema è serio. In terzo luogo, è emerso il problema delle code: controlli di questo tipo comportano più tempo di attesa e dunque code ed eventuali ritardi. In quarto luogo, i costi: pare che una macchina costi tra le 100 e le 200 mila euro. Infine, la salute: per essa le radiazioni comportano dei rischi?
Ecco, tutti questi nodi sono stati da alcuni Paesi già sciolti, da altri ancora no. Ad esempio, gli Usa hanno già introdotto gli scanner ad onde radio. L’Italia ha annunciato l’uso degli apparecchi fra tre mesi, come pure il Regno Unito e l’Olanda. Meno favorevoli, per ora, sono la Francia e la Germania.
In America, gli esperti del National Council on Radiation Protection and Measurement, massima autorità in materia, hanno stabilito che chi si sottopone 2.500 volte al body scanner del tipo adottato negli Usa, in un anno immagazzinerebbe “una trascurabile dose individuale di radiazioni”. Un solo passaggio all’altro tipo di scanner comporta delle radiazioni pari a quelle cui ci si esporrebbe all’interno di un velivolo in due minuti di navigazione a 11 mila metri.
Insomma, chi fa un viaggio da Roma a New York è più esposto a radiazioni di chi si sottopone al body scanner. Assodato questo che prima era un piccolo nodo, veniamo agli altri, cioè essenzialmente alla privacy. I macchinari, almeno questo riferiscono le cronache dei giornali, sono dotati di un sistema per cui l’immagine non viene salvata e non può essere conservata.
Dunque, non ci sarebbero i pericoli paventati dai difensori della privacy a tutti i costi.
Quanto ai costi e alle file, si apre un discorso generale che i passeggeri per primi hanno affrontato. In sostanza, tutti quelli intervistati dicono che la vita vale ben più che un passaggio al body scanner e se c’è un’invasione della privacy ben venga, specie se ne va della sicurezza personale e collettiva. Quella della sicurezza innanzitutto è la linea adottata dal governo che, per bocca e decisione di Maroni e Matteoli (Interni e Trasporti) hanno deciso di adottare un body scanner a Fiumicino, a Malpensa e a Venezia, dove già da alcuni mesi ne funziona uno per i camion e le merci.
Ecco la dichiarazione di Maroni: “La linea condivisa dal governo è che prima di tutto viene la sicurezza per chi vola. Il diritto alla vita è prioritario e vogliamo tutelarlo”. Si tratta solo di decidere quale tipo di scanner adottare, ma di questo si occuperà un “comitato sperimentale” – formato dall’Ente nazionale assistenza volo, dalla polizia di frontiera, dai ministri dei Trasporti, degli Esteri e della Salute – che comunicherà la scelta al Cisa (Comitato interministeriale per la sicurezza del trasporto aereo e degli aeroporti). Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha sollevato il problema delle radiazioni che, se è vero che sono trascurabili, possono però comportare qualche rischio a donne incinte e bambini che dovessero viaggiare con una certa frequenza. Il viaggiatore occasionale, dice il ministro, non corre nessun rischio, ma la categoria prima citata potrebbe correrne.
Il ministro, tuttavia, ha avvertito che i nodi saranno sciolti rapidamente dalla commissione ad hoc istituita per verificare le conseguenze e per decidere il tipo di scanner.
In Europa, come detto, ci sono Paesi a favore e Paesi che hanno titubanze, ma l’eventuale discordanza di opinioni non comporterà immobilismo. Alla fine, saranno i singoli Paesi a decidere sul proprio territorio.
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