Ci stiamo avvicinando alla Pasqua e gli scaffali dei negozi si stanno popolando di coniglietti e galline sorridenti e colorando di variopinte uova, di cioccolato e non.
Parliamo oggi delle uova di gallina, la prossima volta ci occuperemo di quelle di cioccolata.
Visti da fuori, un uovo di gallina allevata in gabbia e quello di una gallina cresciuta in libertà non presentano alcuna differenza, eppure il loro apporto nutritivo può variare, anche parecchio.
Pensateci bene: la vita di un animale in batteria è tutt’altro che piacevole: immobilizzata o quasi per tutta la durata della sua vita, la povera gallina viene rimpinzata di papponi a base di farine non bene identificate e comunque ben lontane dalle granaglie ed erba che beccherebbe volentieri se lasciata in libertà.
Al di là delle considerazioni puramente etiche, le conseguenze di questo stile di vita si ripercuotono sulla fisiologia dell’animale, che, come succederebbe anche a noi se vivessimo rinchiusi, sviluppa un alto livello di stress. Questo stress porta alla produzione di una sostanza, l’acido arachidonico, rilasciato nell’uovo, che fa da precursore, nel nostro organismo, a diverse molecole pro-infiammatorie.
In parole povere, mangiando i prodotti di un animale stressato, introduciamo nel corpo sostanze che alla lunga possono risultare dannose alla salute.
Tutt’altro discorso invece, per le uova “bio” o comunque di galline allevate in libertà: queste contengono invece, grazie alla vita più sana e alla migliore alimentazione di questi animali, sostanze antinfiammatorie, come per esempio i famosi omega-3 (che non sono solo nell’olio di pesce!).
Di queste uova potete mangiarne a volontà perché, sorpresa sorpresa, non è vero che un abbondante consumo di uova faccia aumentare i livelli di colesterolo! Ma di questo parleremo un’altra volta.
Saluti a tutto tondo, anzi a tutto ovale, dalla vostra
Tatiana Gaudimonte
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