Premetto che i contenuti di questo mio intervento sui fatti che stanno avvenendo in Sira, non intendono schierarsi né da una parte né dall’altra. Schierarsi in questo pantano per una fazione piuttosto che per un’altra, usando la curiosità, e attivando alcuni neuroni ancora immuni da anni di bombardamenti di notizie non è un compito facile. Il risultato sarà nullo, ma vorrei tentare di portarvi quella curiosità e quell’istinto nell’informarsi, e soprattutto ad approfondire le notizie che leggiamo tutti i giorni su Internet, sui giornali e nei telegiornali. I fatti dell’ultima settimana in Siria parlano di un bombardamento con armi chimiche che ha ucciso molte persone.
La fonte di tali notizie è l’osservatore siriano per i diritti umani, che ha affermato che l’attacco è stato sferrato dal terribile dittatore Hafiz al-Assad, che ha bombardato i ribelli e i civili. Questo osservatore siriano per i diritti umani, è composto da una sola persona che abita in Inghilterra, e nel 2013 il New York Times aveva riconosciuto il gruppo come fraudolento e costituito in realtà da un solo uomo “tuttofare”, finanziato dall’Unione Europea. Ovviamente, la dittatura di Hafiz al-Assad non permette nessuna libera informazione ai giornalisti, ma ciò non giustifica, che negli anni passati l’osservatorio ha fornito delle notizie completamente plasmate in modo da screditare il regime di Hafiz al-Assad. L’occidente compatto è schierato contro Hafiz al-Assad, traendo l’informazione da questo osservatore siriano per i diritti umani, mentre la Russia e l’Iran lo difendono. È in atto una guerra di immagini con cui si fa propaganda. Basti pensare all’effetto mediatico che un attacco chimico può avere rispetto a un attacco normale. O Hafiz al-Assad è un cretino o le cose non stanno come dicono. Il gas fa strage di bambini in Siria: ed ecco decine di foto di bimbi con mascherine in braccio a soccorritori, foto di morti gasati, foto di ospedali bombardati, foto di tragedia. Hafiz al-Assad fa strage è perciò il mantra.
Anche se qualche dubbio alla fine emerge, si legge. Non vi è il sospetto che noi “buonisti” individuiamo e isoliamo sempre il cattivone di turno? È il dagli all’untore! E l’untore è Hafiz al-Assad, che non è uno stinco di santo, ma neppure un imbecille. Quale vantaggio avrebbe potuto trarre il despota siriano da questa azione non si capisce.
Da un lato si accusa il dittatore di avere violato gli accordi Onu del 2013 proposti dal geniale Putin, cioè consegnare sotto controllo Onu le riserve di gas nervini (che del resto servono solo come deterrente, ossia a dissuadere un attacco della potenza atomica vicina, Israele). Gentiloni giustifica gli attacchi scanditi dall’aeronautica Usa contro il territorio siriano, su ordine di Trump “un’azione motivata”. Mentre sappiamo bene che costituiscono una chiara violazione del diritto internazionale. Non solo, dimostrano per l’ennesima volta il reale valore (cioè nullo) che le potenze del mondo attribuiscono alle Nazioni Unite. Si è preferito bombardare ancor prima di incaricare l’Onu di avviare un’inchiesta indipendente per accertare i responsabili. È possibile che Hafiz al-Assad abbia deciso scientemente di annullare il credito internazionale così faticosamente riconquistato? La risposta è logica e ve la lascio indovinare. Il problema non è scoprire la verità, in questo puzzle dell’orrore che da 6 anni ha causato morte e distruzione, ma che ancora una volta il giornalismo ha abboccato alla prima notizia pubblicata, senza informarsi e senza informare, creando più male che bene.
Dietro le guerre c’è molto di più di quello che noi possiamo osservare. Ma se ho qualche dubbio, leggo anche dieci giornali, confronto, navigo sulla rete. A volte mi rendo conto che chi fa dell’informazione, spesso copia da altri giornali o siti che hanno fatto la stessa identica cosa dell’osservatorio siriano. È una guerra tra poveri, dove chi da l’informazione più veloce prende più soldi, mentre chi veramente fa i porci comodi tramite la politica e il potere, resta invisibile. Sfruttiamo questo strumento che è la rete per praticare la democrazia diretta, dell’informazione, divulgando le proprie notizie scoperte indagando e confrontando, e indicando sempre la fonte e quali interessi questa rappresenti. Il mio punto di vista in tutta questa faccenda è che dietro a tutta questa attenzione mediatica e di impiego di forze, verso i “paesi canaglia” come Corea del Nord, Sudan, Iran, Siria, Afghanistan, Cuba e Libia, vi sia l’intenzione delle famiglie più potenti al mondo, che hanno in mano un sistema che mira a porre in ogni paese una banca centrale controllata da loro.
Quindi una banca privata che presta del denaro ai governi. Come nel gioco del risiko queste famiglie capitanata dalla famiglia Rothschild hanno conquistato un po’ tutto il mondo. Vi pongo un quesito con finale da risolvere eseguendo un’indagine propria: quali erano nell’anno 2000 (circa) le sette nazioni che ancora si opponevano ad avere una banca centrale? E a quali Paesi è stata fatta la guerra dopo l’11 settembre, dalle forze capitanate cosiddette “democratiche”, e quali risorse naturali posseggono questi Paesi?
A voi l’esito e l’augurio di appropriarvi di un diritto riconosciuto da tutte le moderne costituzioni che recitano: “Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere”. Non è scandaloso avere una verità oggi e una domani. È scandaloso non averne mai.
Mario Pluchino