Come si identificano le vittime? Chi può contribuire alla lotta? Ecco il piano d’azione pubblicato da fedpol per combattere la tratta di esseri umani
Le persone che fuggono dal proprio Paese per lasciarsi la guerra alle spalle si trovano ad affrontare un percorso verso l’Europa pieno d’insidie. Dato il particolare stato di bisogno e di vulnerabilità in cui versano, tali persone spesso sono facili prede e rischiano di diventare vittime della tratta di esseri umani.
Spiega così la situazione di tanti rifugiati fedpol in una nota intorno al secondo piano nazionale d’azione nella lotta alla tratta di esseri umani. I passatori sfruttano la loro situazione lungo l’intera rotta migratoria nonché nei dintorni dei centri di registrazione e d’asilo. Per identificare meglio queste vittime tra i richiedenti l’asilo, un gruppo di lavoro ha affrontato la questione nel quadro del primo piano d’azione e tali lavori proseguiranno anche nell’ambito del secondo piano d’azione, con l’obiettivo di ottimizzare le procedure d’identificazione delle vittime della tratta e garantire loro la necessaria assistenza nel quadro della procedura d’asilo.
Sfruttamento lavorativo
Nel rapporto si legge come in Svizzera, la tratta di esseri umani è collegata soprattutto al settore della prostituzione, mentre il fenomeno dello sfruttamento lavorativo è meno conosciuto, sebbene esista anche nel nostro Paese. Un recente studio commissionato da fedpol illustra le caratteristiche di questa forma di sfruttamento spaziano dal non rispetto del salario usuale nel settore, alla confisca dei documenti d’identità, alle minacce profuse nei confronti del lavoratore o della sua famiglia fino al sequestro del lavoratore sul luogo di lavoro. Oltre alla sensibilizzazione dell’economia privata e degli ispettori del lavoro, il nuovo piano nazionale d’azione prevede anche l’elaborazione di una guida pratica per agevolare l’identificazione delle situazioni di tratta di esseri umani finalizzata allo sfruttamento della forza lavoro. S’intende anche adeguare la Statistica criminale di polizia affinché consenta di distinguere i casi di tratta ai fini dello sfruttamento sessuale dai casi di tratta ai fini dello sfruttamento lavorativo.
Il piano
Il secondo piano nazionale d’azione elaborato dalle autorità e organizzazioni impegnate nella lotta alla tratta di esseri umani pone l’accento sull’importanza di sensibilizzare e formare agenti di polizia, pubblici ministeri, membri delle ONG e collaboratori dei servizi migratori cantonali, si legge in una nota. In tale contesto, verranno elaborate linee direttive tese ad armonizzare le diverse prassi cantonali. Queste misure perseguono il duplice obiettivo di identificare, da un lato, in modo più efficace le vittime e fornire loro maggiore sostegno e di rafforzare, dall’altro, il perseguimento penale dei criminali.
Un ulteriore accento è posto sulle misure di sensibilizzazione dei professionisti, soprattutto di quelli del settore sanitario. Considerata la loro posizione particolare possono infatti contribuire a individuare vittime dello sfruttamento sessuale o lavorativo.