Aveva ucciso la ragazza 22enne che lo aveva lasciato. La madre della vittima: “oggi posso respirare finalmente una boccata d’aria fresca”
Nessuno sconto è la decisione dl Tribunale di Roma che ha deciso la condanna per Vincenzo Paduano, la guardia giurata che uccise e bruciò la ragazza che lo aveva lasciato, Sara di Pietrantonio. Il giudice dell’udienza preliminare Gaspare Sturzo, al termine del rito abbreviato, ha accolto la richiesta del pm Maria Gabriella Fazi, che ha contestato all’imputato, di aver premeditato l’omicidio con crudeltà e per futili motivi. Vincenzo era stato lasciato da Sara proprio perché troppo geloso e spesso anche violento. Nonostante la ragazza avesse troncato la relazione, la guardia giurata continuava a tormentarla per convincerla a restare con lui, sia con messaggi d’amore sia con minacce.
Uccisa e bruciata
L’omicidio è avvenuto lo scorso 29 maggio. La 22enne che aveva lasciato Vincenzo da alcune settimane, subiva continue richieste di ritornare assieme dall’ex che più volte l’aveva minacciata. La sera che Sara venne uccisa, l’uomo era stato a casa della giovane per discutere, dopo Sara è uscita con un’amica. La stessa sera Sara si è vista con il nuovo ragazzo, un ex compagno di scuola con ci si frequentava da poco meno di un mese. Quando i ragazzi si sono lasciati, Vincenzo ha seguito Sara che tornava a casa e l’ha costretta a fermarsi con la macchina alla Magliana (quartiere di Roma Sud). Lui è entrato nell’auto di Sara per discutere nuovamente. Questa volta però la discussione si fa animata e Vincenzo ha iniziato a cospargere alcol nell’auto e anche contro la ragazza che riesce a scendere dalla macchina e scappare per cercare aiuto. Purtroppo nessuno si ferma e l’uomo, dopo aver dato alle fiamme l’auto della ragazza, l’ha raggiunta e dopo averla strangolata le ha dato fuoco con un accendino.
Omicidio premeditato
Per Vincenzo Paduano è stato chiesto il massimo della pena, con l’accusa di omicidio premeditato aggravato dalla crudeltà, minorata difesa della vittima, distruzione di cadavere e incendio.Inoltre Paduano a poche ore dal delitto aveva scritto sulla sua pagina facebook “Quando il marcio è radicato nel profondo. Ci vuole una rivoluzione, tabula rasa, diluvio universale” dove si legge tutto l’odio che l’uomo covava.
Secondo la ricostruzione del caso Paduano aveva tormentato l’ex con mail, sms e telefonate in maniera morbosa, nonostante lei avesse un nuovo compagno. Decine erano le minacce che l’uomo aveva inviato a Sara come “Te la farò pagare, in qualche modo”. Per questo motivo il pm Maria Gabriella Fazi ha accusato l’uomo oltre che di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione dai futili motivi, dagli atti persecutori, anche di stalking, incendio e occultamento di cadavere. Paduano non si è presentato il giorno dell’udienza e ha aspettato la sentenza dal carcere di Rebibbia.
“Sara non me la ridarà nessuno”
“Si tratta di una sentenza giusta e morale. Un primo gradino importante. Ho vissuto in apnea per circa un anno adesso una boccata d’aria fresca ma tornerò subito in apnea perché Sara non me la ridarà nessuno ma oggi posso respirare finalmente una boccata d’aria fresca”. In questo modo Concetta, la mamma di Sara Di Pietrantonio, ha commentato la condanna all’ergastolo di Vincenzo Paduano. “Da parte di Paduano non c’è stato nessun pentimento e per questo sono contenta di questa sentenza. Lui non ha mai raccontato quello che ha fatto, è stato solamente costretto ad ammettere, di fronte alle prove, quello che è successo” ha aggiunto la donna.
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