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22 November 2024
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Truffa senza fine

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Patronato Inca-CGIL di Zurigo 

Il servizio della trasmissione ” Le Iene” sui truffati del patronato Inca-CGIL di Zurigo , ha ribadito che questi Istituti all’estero, CGIL, CISL, UIL, ACLI, si spartiscono solo ingenti somme di denaro, senza controlli capillari da parte del Ministero del Lavoro sui finanziamenti che ricevono.
Ormai questi patronati, con l’Istituzione del voto oltre confine, sono diventati dal 2006 indispensabili e irrinunciabili, come il pane, per coloro che mirano ad essere eletti tra i 18 parlamentari della Circoscrizione estero, grazie al grande pacchetto di voti che questi Istituti possono gestire e indirizzare le preferenze, a favore di questo o quel candidato. Alla fine, però essi invece di rappresentare la collettività italiana, in realtà non fanno altro che rappresentare se stessi, il partito di appartenenza e gli interessi di chi li ha fatti eleggere, cioè i patronati.
Potremmo dire che la politica e i patronati sono come “il pane e il cacio”, in poche parole sono in perfetta sintonia.
In effetti i patronati dovrebbero servire la gente, ma servono solo la politica.
È una vergogna!
Purtroppo manca il coraggio di tagliare i fondi per questi inutili Istituti, soprattutto all’estero, dove ormai la maggior parte dei nostri connazionali, avendo versato i contributi lavorativi presso le casse pensioni locali, non hanno necessita di rivolgersi presso i suddetti uffici.
Ritornando ai truffati del patronato Inca-CGIL, è importante ribadire che circa 70 persone sono state raggirate dal direttore del suddetto istituto di Zurigo, tra il 2002 e il 2009, per un ammontare complessivo di circa 12 milioni di franchi svizzeri. Ma è altrettanto importante sottolineare come sia incredibile e inspiegabile che l’attuale Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, e la Segretaria generale della CGIL, Susanna Camusso, continuino a negare qualsiasi tipo di coinvolgimento e di responsabilità nei confronti di tutti questi pensionati a cui è stata sottratta l’intera pensione integrativa, cioè i risparmi di una vita di sacrifici.
Di conseguenza è essenziale, secondo me, che ora grazie alla trasmissione televisiva de “Le Iene” i riflettori non si spengano su questa triste e dolorosa vicenda e sia gli organismi politici dell’emigrazione italiana, COMITES e CGIE, sia i parlamentari eletti all’estero, una volta tanto, si sveglino dal letargo in cui vivono e operano e si diano una mossa nei confronti di queste persone che hanno lavorato una vita per mettere da parte questo fondo di pensione integrativa, che ora purtroppo è svanito nel nulla, per colpe accertate, tanto che il dirigente del patronato in questione, Antonio Giacchetta, è stato condannato a 9 anni di reclusione dal tribunale di Zurigo.
Per la CGIL e il Ministero del Lavoro trovare circa 12 milioni di franchi svizzeri da versare alle vittime di questa truffa è un atto doveroso, in modo che finalmente potremmo dire che hanno servito gli interessi e le necessità delle persone e non le loro o quelle del partito e del patronato di appartenenza.
Sarebbe un bel gesto di riconciliazione con la collettività italiana all’estero che tanto ha dato e continua a dare all’Italia.
Gerardo Petta

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2 commenti

Vittorio Cardinale 13 June 2017 at 10:34

Caro Petta, si vede che non hai conoscenza dei Patronati all estero. Senza di questi tanti italiani non potrebbero far valere i propri diritti. La consulenza che ricevono gli italiani all’estero è gratuita. Inoltre i soldi che “si spartiscono” serrvono in primo luogo a pagare stipendi, modesti, dei dipendenti.
Il caso di Giacchetta è naturalmente una vergogna. Pecore nere e delinquenti si trovano in ogni istituzione. Giacchetta sta pagando giustamente. Ma condannare per questo tutta l’Istituzione dei Patronati, che tante altre nazionalità ci invidiano, mi sembra proprio assurdo.
Che ben vengano controlli più frequenti e severi da parte del Ministero.

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Franco giorno 6 January 2018 at 19:36

Patronati: eterno dilemma….
Credo che ancora oggi i Patronati abbiano la loro utilita’, personalmente ed in qualita’ di responsabile del MODIE (movimento diritti itsliani estero) molte volte mi rivolgo ai Patronati, questo per disbrighi amministrativi di vario genere.
L’ emigrazione dei giorni nostri e’ cambiata, e forse i patronati hanno perso quel legame che li legava in modo stretto ai cittadini, ritengo comunque che hli stessi servono ancora.
Detto questo: mi sembra un attimino eccessivo dire che il servizio che offrono i patronati sia gratuito per il cittadino, infatti: ogni pratica sbrigata da un qualsiasi patronato ha un punteggio, il quale si trasforma in contribuzione che lo stato eroga per gli stessi.
Se due piu’ due si dica faccia quattro, e da quello che mi risulta, lo stato puo’ erogare danaro grazie alle imposte che paga il cittadino, ed ecco che il dilemma e’ risolto….dunque di gratuito ce ben poco.
In piu’ di una occasione, abbiamo dato il nostro contributo per poter risolvere la trasparibilita’ degli stessi.
Come: senza dilungarmi, il potenziamento dei Comites, con passaggio dall’ attuale forma propsitiva ad una piu’ efficace forma esecutiva, e con competenza di gestione di danaro pubblico, questo in perfetta sintonia con i consolati di appartenenza, semplificherebbe i controlli di chi gestisce danaro pubblico, e nel caso specifico i patronati, evitando strani gonfiamenti. Cosi’ facendo, potremmo evitare disgustosi casi tipo il caso Giacchetta.
E’ vero non bisogna fare di tutta l’ erba un Fascio, vocabolo molto in voga oggi, ma cio’ che mi fa rabbia, e’ vedere alti dirigenti di patronati e sindacati che difendono l’ indifendibile, senza far nomi….ma la Camusso e’ ancora a capo della cgil? Spero che il nuovo anno appena iniziato renda responsabile chi non lo e’ piu’.

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