Si tratta dei neuroni ‘Nostradamus’ presenti nella corteccia visiva
Secondo lo studio olandese pubblicato su ‘Nature Communications’ e condotto dai ricercatori Matthias Ekman e dai colleghi della Radboud University (Nijmegen, nei Paesi Bassi), nella corteccia visiva è possibile trovare i cosiddetti neuroni ‘Nostradamus’, in grado di anticipare eventi futuri basandosi sulle esperienze del passato.
Dalle analisi degli studiosi è emerso come di fronte ad una sequenza di eventi già nota, la corteccia visiva si attivi non appena vengono percepiti i primi eventi noti in ordine di tempo: questo effetto di anticipazione è stato documentato grazie alla tecnica di risonanza magnetica funzionale. Alcune ricerche condotte in passato sono state elaborate in contesti statici, per esempio mostrando che il nostro cervello reagisce più prontamente alla vista di un oggetto quando è preannunciato da un altro oggetto a cui è associato. La faccenda è però più complessa nel caso di oggetti o situazioni non statiche, quando ad essere anticipata non è solo la visione di un oggetto, ma la dinamica di una situazione: l’esempio classico è quello dell’anticipazione della traiettoria di una macchina per strada mentre stiamo attraversando o quello del tennista che riesce a prevedere in che posizione potrà raggiungere la pallina colpita dall’avversario.
I neuroni presenti nella corteccia visiva, che elabora le informazioni sensoriali provenienti dagli occhi, sono quindi in grado di anticipare gli eventi futuri basandosi sulle esperienze del passato. Ekman e i colleghi hanno sottoposto ad una serie di test 29 soggetti, mostrando loro, su uno schermo, una serie di puntini in rapido movimento da sinistra verso destra e registrando contemporaneamente la loro attività cerebrale con la tecnica, come detto, della risonanza magnetica funzionale. Successivamente hanno ripetuto l’esperimento, scoprendo che anche quando sullo schermo veniva mostrato solo il movimento iniziale del puntino bianco nella parte sinistra dello schermo, l’attività neuronale, in particolare quella della regione cerebrale della corteccia visiva, si riattivava con lo stesso schema della sessione precedente, quindi non solo per rappresentare la reale posizione del puntino vista sullo schermo, ma anche il suo cammino previsto in base alle osservazioni fatte in precedenza.
Questo risultato è stato confermato anche a distanza di due settimane. Lo studio ha dimostrato anche altri aspetti interessanti del fenomeno di previsione, come ad esempio il fatto che esso si manifestava anche quando i soggetti erano distratti, il che dimostra che non è associato ai processi che regolano l’attenzione, ma è automatico.
Il potere predittivo di questi neuroni si è infatti confermato anche quando ai volontari è stato chiesto di focalizzare l’attenzione su una lettera che cambiava sullo sfondo dello schermo, dietro al puntino in movimento. “Ciò significa che la corteccia visiva predice questi eventi anche quando spostiamo l’attenzione altrove”, ha sottolineato Matthias Ekman, coordinatore dello studio, secondo il quale “questi risultati dimostrano che ci creiamo delle aspettative riguardanti gli eventi imminenti, e che la corteccia visiva può completare la sequenza anche sulla base di un input parziale”.