Chi è contro e chi è d’accordo: vediamo cosa prevede il ddl sullo Ius Soli che regola il diritto di cittadinanza in Italia…
È diventata rovente la questione sullo Ius Soli di cui si sta discutendo, animatamente, in Aula a Palazzo Madama. Non sono mancate le solite baruffe che hanno perfino coinvolto il ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, che a causa di uno spintone è finita in infermeria.
Ma le critiche, le accuse e le polemiche sul disegno di legge che regola le norme sulla cittadinanza non sembrano placarsi, soprattutto da parte di Lega e M5s. L’accusa di Salviniè rivolta al Pd, secondo cui è “l’unico partito veramente razzista presente in Parlamento” che “ha bisogno di nuovi elettori o nuovi schiavi o nuovi iscritti ai sindacati”; e il leader M5s Grillo sul blog, definisce il ddl “un pastrocchio invotabile”, e conferma il voto di astensione al Senato.
“Parte dell’opinione pubblica – osserva il Premier Gentiloni – guarda con diffidenza questa decisione: non dobbiamo far finta che non ci sia. Ma diventando cittadini italiani si acquisiscono diritti ma anche doveri”. Gentiloni afferma che: “La legge – afferma – non riguarda solo il diritto di questi bambini, ma interessa anche la sicurezza del nostro Paese: la via contro la radicalizzazione non è la costruzione di muri, ma quella del dialogo e dell’ inclusione”.
La legge in discussione
Nel nostro Paese si acquisisce la cittadinanza italiana attraverso lo Ius Soli quando si è nati in Italia da genitori stranieri. La cittadinanza può essere richiesta al compimento dei 18 anni, a condizione che abbia mantenuto costantemente la residenza in Italia dalla nascita. La legge in discussione, lo Ius soli, si applica anche in due casi particolari: per nascita sul territorio italiano da genitori ignoti o apolidi o impossibilitati a trasmettere al soggetto la propria cittadinanza secondo la legge dello Stato di provenienza, oppure se il soggetto è figlio di ignoti ed è trovato nel territorio italiano.
Con il ddl in discussione al Senato, si vuole introdurre una forma temperata di Ius Soli secondo cui il termine per la dichiarazione di acquisizione della cittadinanza dello straniero nato e residente in Italia legalmente senza interruzioni fino a 18 anni, viene portato da uno a due anni dal raggiungimento della maggiore età.
Inoltre, anche chi è nato in Italia da genitori stranieri, di cui almeno uno sia in possesso del permesso di soggiorno Ue per soggiorni di lungo periodo, può diventare cittadino italiano. In questo caso è necessaria una dichiarazione di volontà da parte di un genitore o di chi esercita la responsabilità genitoriale, da presentare al comune di residenza del minore, entro il compimento della maggiore età. Oppure, il soggetto interessato può farne richiesta personalmente entro due anni dal raggiungimento della maggiore età.
Chi può richiedere la cittadinanza italiana
Secondo il ddl in questione, la cittadinanza per nascita non sarà applicabile ai cittadini europei, perché possono ottenere un permesso dell’Unione europea per soggiornanti di lungo periodo. Inoltre la famiglia del soggetto richiedente deve dimostrare di avere un reddito minimo non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale, di possedere un alloggio idoneo e bisogna superare un test di conoscenza della lingua italiana.
Non hanno diritto al permesso gli stranieri che soggiornano per motivi di studio o formazione professionale; a titolo di “protezione temporanea” o per motivi umanitari; quanti hanno chiesto la protezione internazionale e sono in attesa di una decisione definitiva; chi è titolare di un permesso di soggiorno di breve durata; quanti godono di uno status giuridico particolare previsto dalle convenzioni internazionali sulle relazioni diplomatiche.
Di cosa parliamo…
Ius soli, dal latino ‘diritto del suolo’ è un’espressione giuridica che intende l’acquisizione della cittadinanza come conseguenza giuridica di essere nati sul territorio di un dato Paese, indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori.
Ius sanguinis, ‘diritto del sangue’, indica invece la trasmissione della cittadinanza dal genitore alla prole. È la cittadinanza italiana che di diritto acquisiscono, per esempio, i figli di genitori italiani.
Ius cultarae, prevede che può ottenere la cittadinanza il minore straniero, nato in Italia o entrato nel nostro Paese entro il 12° anno di età, che però ha frequentato regolarmente almeno cinque anni, uno o più cicli di studio o seguito percorsi di istruzione e formazione professionale triennali o quadriennali con qualifica professionale. È importante il merito per cui il ciclo delle scuole primarie deve essere superato con successo. Chi viene bocciato alle elementari dovrà aspettare per chiedere la cittadinanza.
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