L’Ufficio federale della sanità pubblica ha annunciato che dal 1° luglio 2017 sarà ridotta la tariffa per i test prenatali non invasivi rimborsati dall’assicurazione delle cure medico-sanitarie (AOMS, assicurazione di base), che ammonterà solo a circa 800 franchi. L’AOMS rimborsa inoltre un nuovo sistema per controllare la glicemia in determinati casi di diabete.
Dall’estate 2015 l’AOMS rimborsa i test prenatali non invasivi se per la donna incinta vi è un rischio medio o elevato (1:1000 o maggiore) di un figlio affetto da trisomia. A partire dal 1° luglio 2017 la tariffa per questo test del sangue sarà ridotta da circa 950 a circa 800 franchi.
Sempre da questa data, l’AOMS rimborserà un nuovo sistema di monitoraggio della glicemia nei diabetici. Le persone affette da questa malattia devono controllare più volte al giorno il loro tenore di zucchero nel sangue con una puntura sulla punta delle dita e utilizzando strisce reattive per misurare la glicemia. Il nuovo sistema utilizza sensori precalibrati che possono essere portati su di sé per due settimane. È rimborsato a quei pazienti che devono misurare molto spesso la glicemia, evitando loro frequenti punture. Il rimborso è limitato provvisoriamente a due anni.
Nei Cantoni di Neuchâtel e Giura, ma anche nei distretti del Giura bernese del Cantone di Berna, è pianificato un programma per il riconoscimento precoce del cancro all’intestino che sarà avviato prossimamente. Nel programma gli esami sono esonerati dalla franchigia a partire dal 1° luglio 2017. Programmi simili sono già in atto nei Cantoni di Uri e Vaud.
Dal 1° luglio 2013 l’AOMS assume in tutta la Svizzera i costi degli esami (nell’ambito o al di fuori dei programmi). Ciò riguarda, nella fascia d’età tra i 50 e i 69 anni, il test per il rilevamento di tracce di sangue occulto nelle feci, ogni due anni, o una colonscopia, ogni 10 anni.
Cosa sono i test prenatali?
Da tempo in Svizzera alle donne in gravidanza viene proposto uno screening prenatale per individuare le trisomie 21, 18 e 13 (anomalie cromosomiche) sotto forma di cosiddetto test del primo trimestre. Questo test prevede il calcolo del rischio di trisomie in base a fattori specifici della gravidanza (tra cui l’età della madre), la misurazione della translucenza nucale attraverso ecografia nonché la determinazione di due marcatori biochimici. Il test consente di calcolare pertanto il rischio di trisomie 21, 18 e 13 del feto. In presenza di rischio elevato, fino a poco tempo fa le gestanti potevano ricorrere soltanto all’amniocentesi (esame del liquido amniotico) o alla villocentesi (biopsia della placenta) per accertare la trisomia. Questi test sono tuttavia invasivi e possono causare aborti spontanei nell’1% dei casi circa.
Da poco sono disponibili test prenatali non invasivi (NIPT) che consistono in un’analisi di laboratorio per esaminare il genoma fetale (DNA) nel sangue materno. Questo test viene eseguito tramite prelievo di sangue a gestanti a partire dalla dodicesima settimana di gravidanza e non costituisce alcun rischio per il feto.
Come il test del primo trimestre, anche questo esame è un test di screening; se l’esito è positivo o poco chiaro, occorre confermarlo o accertarlo mediante una delle procedure invasive summenzionate, poiché il test prenatale non invasivo può indicare anche risultati falsi positivi.