Secondo un recente studio alberi e siepi rappresentano una difesa naturale contro lo smog
Le città piene di verde sono belle da vedere e, soprattutto, aiutano a vivere meglio: secondo un recente studio condotto dai ricercatori dell’Università del Surrey e pubblicato sulla rivista Atmospheric Environment, tra le mille ragioni per avere siepi in città c’è anche quella che sono efficacissimi alleati contro lo smog, tanto da poter essere usate come barriere naturali contro l’inquinamento e da far giungere gli studiosi alla convinzione che piantare arbusti e siepi in città potrebbe rappresentare parte della soluzione all’inquinamento causato da auto e moto.
Fungendo da barriera difensiva naturale per pedoni e ciclisti grazie alla loto altezza, le siepi, oltre al loro valore ornamentale costituiscono quindi una vera e propria barriera verde mangia-smog assorbendo anidride carbonica e rilasciando ossigeno. Inoltre sono utili non solo nelle zone urbane, ma anche in quelle agricole, dal momento che incentivano la biodiversità.
I risultati della ricerca britannica non fanno che confermare quanto si era già evidenziato in altre recenti ricerche, come quella italiana di un anno fa che ha anche individuato 8 varietà di arbusti tipici dell’area mediterranea efficaci nell’assorbire i metalli pesanti e le polveri sottili. Come e più delle siepi anche gli alberi sono dei filtri naturali per l’aria, grazie al processo della fotosintesi clorofilliana che assorbe anidride carbonica e produce ossigeno. Tramite le foglie e le superfici della pianta, gli arbusti trattengono una grande quantità di particolato con gli stomi fogliari presenti sulla pagina inferiore della foglia la cui funzione è consentire lo scambio gassoso fra l’interno e l’esterno: così la pianta assorbe e rimuove gli inquinanti gassosi e li rende inerti attraverso il suo metabolismo.
Il processo di neutralizzazione degli inquinanti avviene poi con gli organismi che vivono nella terra, a contatto con le radici della pianta. Gli otto arbusti selezionati dal Crea, il Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, particolarmente efficaci nella neutralizzazione dei metalli pesanti e del particolato sono l’agrifoglio, il viburno, il corbezzolo, la fotinia, l’alloro, l’eleagno e il ligustro.
Ciascuna pianta messa a dimora in ambiente urbano svolge un’azione di riduzione dell’anidride carbonica equivalente a quella di 3 – 5 alberi forestali di pari dimensioni. I test hanno mostrato che il deposito di inquinanti sulle foglie è progressivamente aumentato tra giugno e agosto, in un periodo di assenza di piogge, mentre è diminuito con il verificarsi dei primi eventi piovosi autunnali che, evidentemente, hanno dilavato parte del deposito. Dall’analisi microscopica sulle foglie è emerso che l’eleagno è il miglior accumulatore, con lo 0,60 per cento dell’area fogliare ‘coperta’, mentre il ligustro, con lo 0,27 per cento, ha registrato il valore più basso.
Anche l’Ibimet, l’Istituto di biometeorologia del Cnr di Bologna, ha compiuto approfonditi studi sulla mitigazione del clima urbano attraverso l’utilizzo delle alberature in città. Secondo questa classifica è il bagolaro ad avere le migliori prestazioni contro le polveri sottili. I migliori nell’assorbire anidride carbonica sono invece il tiglio selvatico, il biancospino e il frassino.