Io amavo la pubblicità. A partire dal Caballero con la sua Carmencita, è stato per anni amore puro.
Ma “amavo”, appunto. Tempo imperfetto, azione del passato. Fine. Del resto, non mollereste anche voi qualcuno che, pur essendo stato un vero spasso, vi ha tradito per anni e continuerà a farlo?
Ebbene, è così. E non tanto (o non solo) perché hanno fatto fuori tutti i miei sogni erotici, da Banderas con la gallina a Gassmann e Costner col tonno, passando per Willis in versione truzzo inguardabile alla ricerca perpetua di connessione.
La folgorazione è arrivata mentre trascorrevo le vacanze al mare coi miei figli. Siamo a tavola, ci stiamo gustando per cena delle magnifiche triglie appena pescate. Parte la pubblicità di una carne in scatola. Un aitante bagnino, in una ridicola divisa rossa stile anni ’30, descrive la sua giornata tra sistemazione degli ombrelloni, allenamenti in spiaggia e lumate alla bella di turno. Dice quindi che, con tali e tante attività, ha bisogno di avere tante proteine, quindi, che c’è si meglio di un bel piatto di carne in scatola? Mia figlia mi chiede: “Ma scusa mamma, ma perché lui, che sta sempre al mare, non si mangia un bel pesce?”. Ecco la mia epifanìa, la rivelazione del tradimento, il crollo di un amore.
Perché non si mangia un bel pesce, ma preferisce aprire una scatoletta dove, su 100 grammi, solo 35 sono di carne bovina cotta e solo 11 di proteine mentre il resto sono, nell’ordine: sale, miele, aromi, gelificante:agar-agar, fruttosio, conservanti?? La cosa più agghiacciante poi, è che, quando mia figlia mi ha rivolto quella domanda, mi sono accorta che io, quella stessa domanda, non me l’ero mai fatta. Non mi ero proprio posta il problema. Insomma, io la carne in scatola la considero giusto in vista di un’emergenza atomica, quando staremo tutti chiusi nel bunker sotto casa a farci di tavolette di iodio; dunque lo spot mi scivolava addosso, “innocuo”. Peccato che spot del genere non ce n’è uno, ma una carrellata.
Parliamo per esempio di yogurt “light”: dagli anni ottanta in poi, ragazze che “mi peso alla bilancia senza dire ahimè” e simili stanno lì a farci credere che mangiare lo yogurt magro, ci farà diventare, in un lampo, come loro. Come, visto che, se quelli alla frutta sono pieni di zucchero, e tutti, dal momento che non contengono i grassi naturali del latte, diventano molto meno sazianti, quindi poi la scelta è tra patire la fame o mangiare di più di quanto abbiamo bisogno?
E i cereali per la colazione? Idilliache visioni di campi di grano o file di pannocchie dorate tra cui perdersi, cucchiai grondanti di latte e succulenti pezzi di frutta. Solo che le liste degli ingredienti, in molti casi, rivelano che il secondo elemento (e quindi il secondo in abbondanza) sia lo zucchero, che copre il sapore vero dei cereali e falsifica, amplificando, quello della frutta. Insomma, ciò che, sgranocchiamo (no, sgranocchiate) al mattino è ben diverso da ciò che raccontano pubblicità e packaging.
Ma non finisce qui. Certo, perché a furia di carne in scatola, bastoncini fritti e zucchero, nessuno si stupisce se reflusso acido e dolori addominali sono in agguato…e allora “lo stomaco non vede il cibo come noi” ma dinamite o qualcosa di simile. E noi che facciamo? Diamo ragione allo stomaco, che, se ci dà noia, evidentemente è per darci un segnale? Nemmeno per idea! Giù una bella pastiglietta o una bustina, che, dice lo spot, “puoi prendere senz’acqua!” Così lo stomaco sta zitto zittino e noi possiamo continuare a trangugiare pizza e hot dog come se non ci fosse un domani. Il messaggio è uno: fate pure come vi pare, bistrattate senza remore il vostro corpo, dimenticatevi il cibo vero e l’attività fisica, tanto la soluzione rapida la trovate al bancone della farmacia! In che meraviglioso mondo viviamo!
Beh, non so voi, ma trovo questo messaggio, col quale ci bombardano ogni giorno, tutt’altro che innocuo. Lo trovo invece, profondamente offensivo per chi ha senso critico, oltre che dannoso per chi il senso critico, a furia di esserne bombardato, lo ha perso. E spero che, oltre a farvi sorridere, questa pagina abbia fatto sentire un po’ offesi anche voi. Spero che non crediate mai a queste mistificazioni, perfino se ripetute all’infinito. Per non dare ragione a chi, come Goebbels, coltiva il messaggio: “Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità”.
Buona visione critica dalla vostra consulente alimentare
Tatiana Gaudimonte