Il giudice va in pensione, processo d’appello rinviato a data da destinarsi
Nella strage del treno rapido 904 morirono 16 persone e 260 rimasero ferite. Era il 23 dicembre 1984 e dopo la stazione di Vernio, nella galleria dell’Appennino il treno che percorreva la rotta Napoli-Milano saltava in aria a causa di un attentato dinamitardo.
Secondo le sentenze dei processi già conclusi, la mafia Siciliana decise di mettere la bomba sul treno come risposta al maxi-processo che gli aveva intentato contro la procura di Palermo. A eseguire l’attentato furono esponenti della Camorra napoletana, anche se molti sospettano che le indagini siano state depistate e che non sia stata fatta completa luce sull’episodio. Accusato come mandante della strage, il boss mafioso Salvatore Riina è stato assolto in primo grado, ma la procura ha fatto appello contro la decisione del tribunale e il processo dovrà riprendere lasciando Riina di fatto come unico imputato.
Il problema è che il processo svolto sino ad oggi, sarà annullato e rifatto tutto dal principio a causa del pensionamento del giudice Salvatore Giardina che si era occupato di questo processo. Il presidente della corte, infatti, andrà in pensione nel prossimo mese di ottobre e così il processo d’appello a Firenze che vede il capo di Cosa Nostra Totò Riina come unico imputato, dovrà ricominciare da capo.
Tutti i testimoni ascoltati durante il processo di primo grado dovranno essere risentiti dalla Corte d’Assise, che successivamente dovrà ascoltare anche le nuove testimonianze di sei boss mafiosi.
La Corte d’Assise d’Appello, nell’ultima udienza, ha stabilito il rinvio a data da destinarsi del nuovo processo, per consentire il completo svolgimento dell’istruttoria. L’attuale collegio giudicante non avrebbe, infatti, potuto portare avanti l’istruttoria dato l’imminente pensionamento del giudice Giardina.
Il giudice ha spiegato che la composizione del tribunale non consente al collegio il tempo materiale per la rinnovazione dibattimentale visto che lo stesso presidente va in pensione a fine ottobre. Sarà un nuovo collegio, a cui verrà assegnato il processo, a redigere il calendario delle prossime udienze. Ad imporre una nuova istruttoria dibattimentale è stato un articolo della legge Orlando recentemente introdotta. La concomitanza della nuova legge e l’imminente congedo del giudice Giardina ha fatto nascere le condizioni per il rinvio del processo.
“C’è grande sconforto tra i familiari delle vittime della strage – ha commentato l’avvocato Danilo Ammannato, legale di parte civile – A più di 30 anni di distanza dalla strage siamo ancora senza una verità accertata da un tribunale”.
foto: Ansa