Tradimenti cronici ed istituzionalizzati? No, meglio parlare di “poliamore”, ossia “amare più persone nella piena consapevolezza di tutti”. Una modalità relazionale dunque e, per un’altra corrente di pensiero, addirittura un orientamento relazionale.
Ma chi è il poliamoroso? Ecco un identikit: si tratta di una persona che ha più relazioni contemporaneamente, eterosessuali o omosessuali. Esulano da questo contesto dunque infedeltà, tradimenti e amanti. Il fondamento del poliamore è il consenso consapevole di tutti gli individui coinvolti ossia totale onestà sulle altre relazioni che si intrattengono. Si parte dalla convinzione di poter amare più partner, quindi si possono avere molti amanti e intrattenere comunque relazioni emotive profonde e coinvolgenti.
La relazione poliamorosa ideale è egualitaria, aperta al dialogo e sincera. Più semplicemente per i poliamorosi l’esclusività non è un fattore necessario per instaurare legami affettivi anche profondi.
Per entrare in una nuova relazione non serve solo il consenso, ma anche il sostegno di tutti i partner.
Le regole delle relazioni poli vengono discusse tra le persone coinvolte e modificate quando si aggiungono altri partner. Tante utili informazioni sono contenute nel libro “Polyamory: The New Loving Without Limits”, scritto da Deborah Anapole. In primis, in una relazione poliamorosa, è necessario muoversi al passo del partner più lento.
Il movimento è nato negli Stati Uniti, negli anni Settanta. Oggi i poliamorosi sarebbero più di 500mila. Anche nel nostro Paese si susseguono, in molte città, “polimeriggi” e”poliaperitivi” in cui la comunità locale si incontra, anche per accogliere i curiosi, e sfatare i luoghi comuni che pensano al poliamore come ad un coacervo di orge e perversioni.
Dall’unico, piccolo sondaggio finora fatto in Italia, risalente al dicembre 2013 sembrerebbe esserci una prevalenza di persone fra i 25 e 34 anni, con un buon equilibrio fra i due generi principali e una buona rappresentanza di generi non binari, con orientamento eterosessuale nel 30% dei casi, tendenzialmente etero nel 27% dei casi, omosessuale o tendenzialmente omosessuale nell’8% dei casi e bi/pansessuale nel 35% dei casi.
Il concetto di più unioni cozza innanzitutto con la monogamia, uno dei principi fondamentali del sistema in materia matrimoniale. La bigamia è pertanto un reato, previsto dall’articolo 556 del codice penale che stabilisce “Chiunque, essendo legato da matrimonio avente effetti civili, ne contrae un altro, pur avente effetti civili, è punito con la reclusione da uno a cinque anni. Alla stessa pena soggiace chi, non essendo coniugato, contrae matrimonio con persona legata da matrimonio avente effetti civili”.
E anche se i poliamorosi non combattono la monogamia, piuttosto rivendicano la libertà di scegliere per conto proprio, i tempi non sono ancora maturi per questo tipo di rivoluzione amorosa e la monogamia resterà probabilmente la prima scelta per gli individui per ancora moto tempo.
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