Un lungometraggio dipinto interamente su tela racconta la vita e le opere del grande artista
“Non possiamo che parlare con i nostri dipinti” diceva Vincent Van Gogh ed il tempo non ha potuto che dargli ragione: dopo il clamoroso successo di “Van Gogh Alive- The Experience”, la mostra multimediale più visitata di tutti i tempi, a celebrare il grande artista della seconda metà dell’ottocento ci pensa il cinema che gli dedica un lungometraggio interamente realizzato su tela grazie alla collaborazione di 125 artisti che in anni e anni di lavoro, con la tecnica del Painting Animation Work Station, hanno fatto sì che 120 opere del grande artista olandese potessero prendere vita sul grande schermo raccontando la sua misteriosa, e breve, vita.
Un evento imperdibile, nelle sale dal 16 al 18 ottobre, che unisce arte, cinema e tecnologia per un risultato davvero spettacolare. La trama del lungometraggio si basa sulle opere del pittore ed è stata ricostruita partendo dalle sue celebri lettere, ben 800, attraverso le quali si è cercato di interpretare il suo pensiero e di ripercorrere le tappe fondamentali della sua vita, fino alla tragica e misteriosa scomparsa, avvenuta a soli 37 anni quando la sua carriera iniziava a decollare, e archiviata come suicidio.
Il vero Vincent, spesso dipinto come martire e folle allo stesso tempo, genio e fannullone, si svela così come in un ‘autoritratto postumo’ grazie alle testimonianze delle sue opere e delle sue parole tra le quali, appunto, quella frase “Non possiamo che parlare con i nostri dipinti” contenuta nel suo ultimo scritto. Il Painting Design Team ha lavorato un anno intero solo per re-immaginare i quadri più famosi del pittore olandese come fossero film e il risultato, fluido e scorrevole, si concretizza in un unicum poetico e seducente che riesce a mescolare diverse forme d’arte. La trama fa rivivere, tra le altre, le tele di ‘Notte stellata’, ‘Caffè di notte’ e ‘Campo di grano con volo di corvi’ e prende le mosse dal viaggio di Armand Roulin che, per conto del padre, deve consegnare una lettera a Thèo Van Gogh, fratello dello scomparso Vincent, morto suicida l’anno precedente.
A Parigi non c’è però alcuna traccia di Thèo e il giovane Armand finirà per guidarci tra i luoghi dell’ultimo periodo di vita del pittore, fino alla locanda dei Ravoux (dove l’artista morì) e tra le persone che gli sono state vicine in quel periodo. In questo viaggio ritroveremo gli elementi caratteristici delle opere del pittore, come la casa gialla, la stanza con la sedia, il campo di grano, tanto che sembrerà quasi di osservare gli stessi quadri come se fossero animati di vita propria.
Il lungometraggio, scritto e diretto da Dorota Kobiela & Hugh Welchman con la supervisione dello Studio Break Thru Films e realizzato in live action e CGI, si è aggiudicato il Premio del Pubblico all’ultimo Festival d’Annecy ed è distribuito da Nexo Digital in collaborazione con Adler Entertainment. Nel cast Douglas Booth, Eleanor Tomlinson, Jerome Flynn, Saoirse Ronan, Chris O’Dowd, John Sessions, Aidan Turner, Helen McCrory e Robert Gulaczyk.
foto: Ansa