Bersani: “Dopo le elezioni siamo pronti a parlare con tutto il centrosinistra, a partire dal Pd”
“Basta con questo teatro, ci vediamo dopo le elezioni”. Pier Luigi Bersani non ha dubbi su questo e garantisce che non ci sono margini per trattare con Piero Fassino un’alleanza con il Pd. Intervistato da ‘Nemo -Nessuno escluso’, infatti, Bersani chiude a un’alleanza e rimanda il Partito Democratico a dopo le elezioni. “Dopo – risponde l’ex dem a Enrico Lucci – siamo pronti a parlare con tutto il centrosinistra e con tutto il Pd, anzi a partire dal Pd”.
“Perché Bersani abbia questo motus radicale bisognerebbe chiederlo a lui, so che Bersani è stato per 5 anni ministro nel governo dell’Ulivo, per due in quello dell’Unione, l’ho visto e conosciuto come uomo di governo saggio e capace di misurarsi con le tante difficoltà della politica – ha risposto Piero Fassino a Rtl 103.5 sul muro alzato da Bersani -. È stato con me per 7 anni nella segreteria dei DS, abbiamo lavorato insieme a costruire prima l’Ulivo e poi il Pd, quindi credo non ci sia davvero alcuna difficoltà a un confronto intorno le esigenze del Paese ed è per questo che non mi rassegno a questo ‘no'”. “Penso che se andassimo a un confronto ci sarebbe la possibilità di trovare punti di intesa, d’altra parte siamo a pochi mesi da un’elezione in cui si confronteranno opzioni di cui bisogna avere piena consapevolezza. Siamo di fronte al rischio che possa tornare al governo una destra prigioniera dell’estremismo di Salvini o che si possa consegnare il Paese al M5S che cavalca il disagio che c’è nell’opinione pubblica, ma ha dimostrato fin qui di non avere idee, risposte, programmi per dare al Paese sicurezza e stabilità”. Anche se Fassino non comprende cosa possa tenere così distante Bersani da Renzi è comunque convinto che “ci siano tutte le condizioni per trovare un’intesa, d’altra parte i temi sono davanti a noi”. “Il centrosinistra in questi cinque anni l’ha governata e al di là dei problemi e delle difficoltà che sempre ha chi governa, certamente consegneremo un Paese molto più forte di quello che c’era cinque ani fa”, ha detto ancora Fassino. “Quindi – aggiunge – non buttiamo dalla finestra tutto quello che abbiamo fatto, mettiamoci intorno a un tavolo e discutiamo come aprire un ciclo nuovo che corrisponde con la nuova legislatura”.
Intervistato da ‘Sky Tg24’ Walter Veltroni afferma che “se il problema è regolare i conti, a sinistra rimarranno solo delle macerie. Il rischio è molto elevato”. Per l’ex sindaco di Roma “la divisione è un demone della sinistra. È un demone che porta a divisioni e al ‘tanto peggio tanto meglio’; lo si ritiene ineluttabile ma penso sia un errore” dice il fondatore del Partito democratico, ricordando che “il Pd per la prima volta nella storia della sinistra è nato per fusione e non per scissione”. E il problema non è solo da individuare nella figura di Renzi che “è stato il segretario del loro partito fino a qualche mese fa, adesso è diventato il problema? Certo Renzi deve essere capace di includere e aprire, ma che a sinistra il nemico sia la sinistra è grave”.
“Renzi è un nome del passato, non del futuro”. È questa la dura replica del coordinatore di Mdp Roberto Speranza che lascia intendere quanto sia vano ogni tentativo di ricucitura. “Vogliamo uscire dal teatrino di questi giorni – ha detto il Speranza, aprendo l’assemblea nazionale di Mdp – Noi vogliamo andare in un’altra direzione. Fare l’unità senza cambiamento è solo alchimia elettorale che non porta da nessuna parte”.
Ma per vincere le elezioni necessita essere uniti solo in questo momento è possibile realizzare il cambiamento tanto cercato, almeno per l’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia. “Fare un programma condiviso è importante e fondamentale – ha detto Pisapia a proposito delle trattative per la formazione di una coalizione di centrosinistra -, ma se guardo al futuro, al dopo elezioni, dico che bisogna prima vincerle le elezioni. E per vincere le elezioni bisogna dare un segnale immediato di discontinuità e di cambiamento, di una svolta sui temi fondamentali della sinistra. Ho sempre detto che bisogna fare tutto il possibile per l’approvazione dello Ius soli e del biotestamento, una legge tanto aspettata dagli italiani. E poi bisogna dare un segnale di cambiamento fin dalla legge di bilancio, perché solo su cose concrete fatte in questa legislatura è possibile poi ragionare rispetto al futuro. Nulla è scontato, ma certo che intervenire sui superticket per il diritto alla salute, sulla dignità del lavoro e sul precariato, con un maggior impegno sulle diseguaglianze, sarebbero segnali di svolta, decisivi per il futuro”.
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