Risponde una responsabile della “Prevenzione del suicidio” del Canton Zurigo
Cosa possono fare parenti e amici che sospettano che un loro caro abbia pensieri di suicidio?
La cosa più importante è parlarne direttamente con la persona interessata, offrire aiuto e sostegno, è essenziale segnalare di esserci e di prendersi il tempo per loro. A volte però c’è bisogno di un aiuto al di fuori. Anche se si riesce a farli parlare, non vuol dire che ci si assume tutta la responsabilità, esistono delle persone qualificate per questo. Tante volte, alla persona con pensieri di suicidio dà già un senso di liberazione se c’è qualcuno mostra interesse per lei e che prova a trovare una soluzione. Ci sono diverse organizzazioni a cui ci si può rivolgere. Per quanto riguarda i segnali ce ne sono tanti e sono molto vari, c’è chi si isola, chi all’improvviso regala tutto quel che ha, c’è chi è molto arrabbiato o chi da un momento ad un altro non è più affidabile. Anche se la persona è stata per molto tempo male e tutto ad un tratto appare molto calma e motivata potrebbe essere un segnale. Probabilmente ha preso la decisione di perdere la vita e quindi è calma.
Quando si sente di un suicidio ci si chiede spesso di chi è la colpa e se nessuno avrebbe potuto aiutare, si può davvero parlare di colpa?
Quando una persona decide di perdere la vita ci sono spesso tanti fattori, tante circostanze, può essere una malattia psichica, un divorzio, la disoccupazione e tanto altro. Non si può quindi parlare di colpa di qualcuno o qualcosa.
Tanti suicidi succedono per colpa di malattie psichiche, non per questo si può dire che ogni persona affetta da una malattia psichica è a rischio di suicidio! Per gli adolescenti spesso si tratta di reazioni impulsive, spesso loro non sanno quali siano le reali conseguenze, certe situazioni possono sembrare irrisolvibili agli occhi degli adolescenti, ma non è così.
Un altro esempio è il suicidio “razionale”, che si basa su lunghe considerazioni razionali, quale ad esempio il suicidio tramite un’organizzazione di assistenza al suicidio.
Sarah Salamone