Il 4 marzo gli svizzeri voteranno sul decreto che chiede di rinnovare per 15 anni il permesso di riscuotere IVA e IFD. L’opposizione all’oggetto è quasi nulla
L’imposta sul valore aggiunto (IVA) e l’imposta federale diretta (IFD) sono le due principali fonti di introiti della Confederazione e insieme costituiscono due terzi delle entrate globali, nel 2016 un gettito fiscale di 43.5 miliardi di franchi. L’IVA si paga quando si fa un acquisto. I prezzi contengono un’imposta aggiunta con diverse aliquote (normale il 7.7%) e il versamento alla Confederazione equivale a circa 22.5 miliardi. L’IFD viene invece pagata sul reddito e sull’utile delle imprese. Le entrate dipendono dall’ammontare del reddito e dell’utile, 21 miliardi nelle casse confederali. Il 4 marzo si voterà per autorizzare la Confederazione a riscuotere le imposte per un altro tempo determinato, in questo caso fino al 2035, ed è un principio ancorato nella Costituzione federale. I cittadini danno il permesso allo Stato elvetico con scadenze regolari e questa pratica è unica al mondo. La limitazione di 15 anni permette al Parlamento e al popolo di discutere regolarmente su questione di politica fiscale e finanziaria. Giusto secondo il ministro delle finanze Ueli Maurer, perché “Il popolo è sovrano e trovo giusto chiedergli il permesso di continuare a riscuotere le imposte”.
Il nuovo ordinamento finanziario (NOF 2021) presentato dal Dipartimento delle finanze (DPF) sarà sottoposto a votazione popolare e trattandosi di un emendamento costituzionale richiede la doppia maggioranza di sì dei votanti e dei cantoni. Per Maurer si tratta di “un tema rilevante della politica finanziaria in questa legislatura. Senza queste due imposte la Confederazione sarebbe in ginocchio”. L’ordinamento è stato approvato dal Parlamento senza opposizioni e sul nuovo decreto non esiste praticamente una campagna di voto, nessuno ne parla e il NOF2021 resta all’ombra dell’altro oggetto in votazione tanto discusso, l’iniziativa “No Billag”. Un’eco mediale molto bassa e questo potrebbe essere “delicato” per i votanti che non ricevono informazioni. Senza opposizione il successo del NOF2021 sembra garantito, ma se dovesse essere bocciato, secondo Maurer, “Sarebbe la madre di tutte le catastrofi”. Esistono anche argomenti contrari. La scadenza di 15 anni è lunga per un esame dei principi delle imposte, accresce la proprietà dello Stato che nuoce alla libertà degli svizzeri che non possono decidere come desiderano spendere i loro soldi e questo nuoce al benessere della Svizzera, perché frena la crescita.
Con l’approvazione non cambierà niente, perché non si voterà sulle aliquote. Entrambe le imposte contribuiscono in modo essenziale al finanziamento dei compiti della Confederazione, ad esempio nella politica sociale, dei trasporti o della formazione e ricerca. Per adempiere a questi compiti, la Confederazione ha bisogno delle entrate IVA e IFD, anche perché Maurer ha spiegato che “non c’è alcun piano B e sarebbe impossibile né trovare fonti d’entrata sostitutive così ingenti e né fare risparmi del 60%”.
Gaetano Scopelliti