Più di un miliardo di persone nel mondo appartiene alla schiera dei fumatori. In Italia le persone dipendenti dalle sigarette sono circa 11 milioni. Uno studio del National Institute of Environmental Health Sciences mostra come il fumo di sigaretta provochi danni duraturi al Dna, e causi l’alterazione di più di 7.000 geni che, nel lungo termine, sottendono l’insorgere di diverse malattie, spesso mortali. Che fumare faccia male è ormai, per fortuna, una verità consolidata e dimostrata, cui fa riscontro una reale consapevolezza dei fumatori stessi.
Che, però, non sono ancora realmente consapevoli della ‘misura’ cui attenersi per scongiurare i rischi connessi. Si tende infatti a pensare che basti fumare poco per evitare di ammalarsi e non rischiare malattie coronariche e ictus: invece no, anche fumare molto poco può esser molto rischioso, come emerge da uno studio dell’UCL Cancer Institute dello University College London, pubblicato su Bmj. In sostanza anche una sola sigaretta al giorno basta per mettere a rischio il cuore, aumentando le probabilità di andare incontro a malattie coronariche e ictus più di quanto ci si aspetti.
Analizzando 55 reports, frutto di 141 ricerche tra il 1946 e il 2015, gli studiosi hanno stimato il rischio relativo a fumare una, cinque o venti sigarette al giorno: ebbene hanno scoperto che quanti fumavano una sigaretta al giorno avevano circa il 48% di rischio in più di sviluppare una malattia coronarica e il 25% in più di probabilità di avere un ictus rispetto a quelli che non avevano mai fumato. Inoltre, hanno notato come chi fuma una sola sigaretta al giorno ha il 53% del rischio di malattia coronarica di chi ne fuma 20 e il 64% del rischio di ictus.
Numeri più alti per le donne: il 57% di rischio in più per le malattie cardiache e il 31% per l’ictus rispetto a chi non fuma e il 38% del rischio di malattia coronarica e il 36% del rischio di ictus di chi ne fuma 20. Questi dati dimostrano che una grande percentuale del rischio di malattia coronarica e di ictus deriva dal fumare solo un paio di sigarette al giorno.
“Questo probabilmente rappresenta una sorpresa per molte persone, ma esistono anche meccanismi biologici che aiutano a spiegare questo rischio inaspettatamente elevato associato ad un basso livello di fumo”, hanno spiegato gli autori, concludendo che “non esiste un livello sicuro di fumo per le malattie cardiovascolari: i fumatori dovrebbero smettere invece di ridurre”. E dunque solo smettere aiuta; diminuire serve a poco, rappresentando semplicemente un’attenuante psicologica per se stessi. Nel conto che disegna il rischio entra dunque in gioco non solo la quantità di sigarette fumate ogni giorno, ma anche gli anni di esposizione al fumo.
Per cui, paradossalmente, una persona che ha fumato cinque sigarette al giorno per quarant’anni rischia circa quanto chi ha fumato quaranta sigarette al giorno per dieci anni.