Il film svizzero drammatico diretto da Petra Volpe arriva nelle sale italiane
Tematiche importanti come la lotta per l’uguaglianza e per il diritto al voto sono al centro del lavoro della regista svizzera ‘Contro l’ordine divino’ che si è guadagnato il Premio del pubblico per il miglior film al Tribeca Film Festival. Distribuito da Merlino, arriva così anche nelle sale italiane la storia di Nora, giovane madre e casalinga, la cui vita scorre senza avvenimenti particolari o degni di nota, in una campagna svizzera non ancora colpita dai disordini sociali che il movimento del ‘68 si porta dietro. Amata da tutti, Nora continua la sua tranquilla vita dedicata al marito e ai due figli fino a quando, nel 1971 prende parte attiva alla battaglia pubblica per il suffragio femminile da votare alle elezioni del 7 febbraio 1971.
Nella democratica Svizzera, mentre nel mondo occidentale tutti contestano tutto, Nora inizia quindi a battersi per una causa in cui crede fermamente, facendo diventare pubblico anche il privato e ribellandosi alla convinzione che il diritto di riunirsi e votare su argomenti d’interesse generale fosse da riservare solo agli uomini. Insieme alle sue amiche, Nora, simbolo di una donna qualunque del tutto estranea alle questioni politiche, a poco a poco si lascia coinvolgere nel movimento di emancipazione che diventa parte integrante della sua vita quotidiana e, insieme alle sue amiche, inizia una battaglia contro i pregiudizi dell’Ordine Divino, riuscendo alla fine ad ottenere anche il riconoscimento dei diritti politici. Come? In cambio dell’astensione dal voto, le donne impongono ai propri uomini la peggiore delle astinenze.
Con questo lungometraggio che ha riscosso un notevole successo nelle sale elvetiche, la regista italo-svizzera, newyorkese d’adozione, ha voluto rendere omaggio a tutte quelle donne che timidamente ma con determinazione si opposero a quello che era ritenuto l’ordine divino della supremazia maschile. Raccontando il cambiamento e l’emancipazione della giovane Nora e di tutte le donne che, come lei, hanno abbandonato l’esclusivo ruolo di angeli del focolare per rivendicare i propri diritti, Petra Volpe racconta un pezzo di storia di emancipazione femminile e la nascita di una nuova epoca per i diritti delle donne e la loro strada verso l’eguaglianza raggiunta grazie al coraggio dimostrato nel mettersi contro una società patriarcale che le vedeva per la prima volta ribellarsi.
Il titolo del film, come ha spiegato la stessa regista, nasce dalla propaganda antifemminista dell’epoca secondo la quale “Ammettere le donne alla politica è andare contro l’ordine divino’.
Insomma, riconoscere alle donne il diritto di voto sarebbe stato andare non solo contro l’uomo ma anche contro Dio, tanto che nel film, racconta la regista, c’è un movimento femminile molto forte contro il diritto di voto che fa uso di argomentazioni apocalittiche contemplanti addirittura la sparizione della Svizzera nel caso le donne avessero ottenuto il diritto di voto.
“Non è il mio primo film che tratta dell’emancipazione femminile. È un argomento che ha da vedere anche con la mia famiglia: i personaggi di mia madre e delle mie nonne, sia quella italiana, sia quella svizzera. Sin da quando ero piccola questo tema è stato per me di grande importanza”, ha confidato la regista commentando il film.
foto:cinemaitaliano.info