L’incantevole città marocchina dove tutto è dipinto di blu
Per secoli considerata sacra e proibita agli stranieri, Chefchaouen, la città dipinta di blu incastonata tra le montagne del Rif, nel parco nazionale del Talassemane, è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco e sta diventando meta dei milioni di turisti che si riversano ogni anno nelle più tradizionali città turistiche del Marocco, da Marrakech a Fez, da Meknes a Rabat, da Casablanca a Tangeri, solo per citarne alcune tra le più visitate. A circa tre ore di strada dalla frenetica Fez, nascosta tra le montagne del nord del Marocco, quest’incantevole città fondata da esiliati andalusi intorno alla metà del 400, con le sue stradine strette e le pareti piene di fiori somiglia molto ad una città andalusa e ancora oggi molti dei suoi abitanti parlano lo spagnolo.
Definita anche la ‘perla blu’ del Marocco per il suo indiscusso fascino e la tipica colorazione azzurra delle case con i portoni in legno intagliato e le cornici di maioliche, delle porte, delle finestre, delle fontane e delle strade, Chefchaouen è rimasta fuori dalle principali rotte turistiche del Marocco fino a quando le truppe spagnole presero il controllo della zona nord del Marocco per instaurare il loro protettorato. Il suo caratteristico colore blu è ancora motivo di divergenze: alcuni sostengono che a dipingere le abitazioni in tutte le tonalità dell’azzurro siano stati gli ebrei per richiamare il colore blu del paradiso; secondo altri invece il motivo è puramente pratico e dovuto al fatto che il blu funziona come repellente per le zanzare.
Sembra comunque molto più accreditata la tesi del motivo religioso piuttosto che quelle di carattere pratico o puramente estetico. La città è adagiata su una valle e si sviluppa su due livelli: da una parte c’è la parte antica, che si arrampica su per la montagna, mentre la città nuova scende verso il basso. Una bella vista della città si ha dall’alto, raggiungibile con un sentiero che passa attraverso i campi di coltivazione della mariuana. Tutti gli edifici hanno la terrazza sul tetto, il posto ideale dove sorseggiare un tè o prendere un aperitivo all’ora del tramonto: alloggiare in un tipico riad dalle pareti azzurre e arredato nel tipico stile marocchino è per i turisti un’esperienza singolare e pittoresca al tempo stesso.
Il centro della città è la piazza di Outa-el-Hammam, dove si trovano una splendida fortezza e l’antica moschea di Jemaa Bouzafar, il cui minareto ottagonale si ispira a quello della Torre de Oro di Siviglia. All’interno della kasbah, un bell’edificio che vale la pena vedere, bellissimi e rigogliosi giardini incantano i visitatori. La frizzante medina, ovvero la città vecchia, che si trova nella parte orientale, è una delle più apprezzate di tutto il Marocco: ospita bar e caratteristici ristoranti in cui provare la classica tajine, piatto di carne in umido servito nei piatti di terracotta smaltata.
Lungo le stradine labirintiche della medina numerose botteghe di artigiani che vendono tappeti, teiere in ottone e ceramiche colorate: Chefchaouen è infatti famosa anche per l’artigianato tessile e per le piccole attività manifatturiere. Da visitare anche la kasbah, cuore della città vecchia: una fortezza rossa risalente al XV secolo con mura merlate che ospita il piccolo Musèe Ethnographique con vasellame e ceramiche e una piccola galleria d’arte contemporanea. Imperdibile la sorgente di Ras el-ma, scenografica cascata la cui origine sembra risalire al primo abitato urbano. Le acque del fiume Ras Maa, sulle cui sponde è nato il primo insediamento, alimentano ancora oggi i mulini di Chefchaouen.
In ultimo vale la pena sottolineare che la città blu non è solo colore e artigianato, ma anche una destinazione perfetta per chi ama il trekking e la natura: sono tante infatti le escursioni organizzate alla scoperta delle montagne, delle sorgenti e delle vallate della piccola città sacra.