Quella appena trascorsa è stata una settimana dura per i pentastellati, che hanno dovuto fare i conti con una nuova accusa: aver cambiato programma subito dopo le elezioni. Il ‘malaffare’ è stato scoperto da un giornalista de “Il Foglio”, Capone, che ha subito rivelato e denunciato l’accaduto ai lettori. Certamente, se fosse vero, ma a quanto pare è proprio così, sarebbe una grande presa in giro da parte del MoVimento nei confronti dei propri iscritti, che prima hanno votato e accettato un programma politico per ritrovarsene un altro all’indomani delle votazioni. Attraverso Internet Archive e la funzione Wayback Machine, che consente di risalire alle pagine web modificate o cancellate, il giornalista ha scoperto le modifiche al programma attestando che “fino al 2 febbraio sul sito del M5s c’era un programma, il 7 marzo – tre giorni dopo le elezioni – ce n’era un altro”.
Le modifiche, riguarderebbero temi esteri del programma di governo del Movimento, temi che sono stati alla base della campagna elettorale e che facevano leva su una forte critica all’unilateralismo occidentale e alla Nato. Dopo le modifiche i toni sono cambiati così come i giudizi sulla Nato. Il M5s ha ammesso un cambiamento, ma riguarderebbe solo la forma, come sono espressi i concetti, non ci sarebbe alcuno stravolgimento di senso totale, nessuna differenza sostanziale. Infatti, è vero che, per esempio, i titoli dei capitoli sono rimasti invariati, ma le modifiche si notano all’interno degli articoli. Sul blog dei grillini la giustificazione è che “ci sono state solo piccole modifiche di forma, una cosa normalissima.
Nessun cambiamento di sostanza. Accade così per tutti i programmi elettorali di tutte le forze politiche del mondo: c’è una prima bozza, poi nuove stesure e lavori di editing. Non c’è di cui stupirsi”. Dunque, non c’è da stupirsi se prima delle elezioni il MoVimento garantiva che non avrebbe mai accettato alcun tipo di alleanza col Pd e oggi sarebbe disposto a discutere e confrontarsi con il partito nemico, così come allo stesso tempo sarebbe disposto a creare un’alleanza con il Centrodestra, tralasciando quel piccolissimo particolare secondo cui prima delle elezioni le alleanze con gli altri partiti erano inciuci inaccettabili, adesso, invece, sono possibilità per il “bene del Paese”. I cambi di rotta in questo periodo sono stati tanti, dall’Euro ai vaccini, all’immigrazione… e senza la tanto declamata formula della democrazia fatta dal popolo. Perché Rousseau, la famosa piattaforma pentastellata, vanta proprio la partecipazione diretta del popolo. Vedremo se con il tempo il ‘cambiamento’ riguarderà anche il famoso contratto di Governo, stilato in 10 punti (pag. 7), per controllare non bisognerà attendere molto. Una cosa è sicura, adesso è più chiaro quando in campagna elettorale si usavano slogan che invocavano al cambiamento!
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