Singolare maschile
Nadal alza l’11ma Coupe des Mousquetaires
Chapeau, monsieur Nadal! Lo Stade Phillipe Chatrier, quando in finale c’è Rafael Nadal, è una fortezza inespugnabile per qualsiasi avversario dello spagnolo. Il turno di sfidare Nadal “a casa sua” è toccato all’austriaco Dominic Thiem, degno finalista, perché è l’unico ad essere riuscito a battere lo spagnolo sulla terra rossa in questa stagione, nel torneo di Madrid.Il risultato della finale 2018 rispecchia la dominanza di Nadal, 6-4, 6-3, 6-2 in due ore e quarantadue minuti, che non ha mai lasciato dubbi su chi avrebbe lasciato il campo da vincitore. Thiem ha lottato, è stato aggressivo con la potenza del suo servizio e del suo dritto, ma è stato troppo falloso, tradito forse dall’emozione della sua prima finale Slam, per impensierire il re indiscusso della terra rossa. La tattica dell’austriaco di spingere fuori dal campo Nadal con colpi aggressivi ha funzionato solo in parte, esattamente nel primo set, che ha tenuto equilibrato fino al 5-4 Nadal per poi concedere il break decisivo con quattro errori. Vinto il primo set lo spagnolo ha preso in mano le redini del gioco e con il suo strapotere tecnico e fisico ha lasciato le briciole a Thiem. Neanche un crampo al polso nel terzo set ha fermato il maiorchino. Ad ogni tentativo di Thiem di riacciuffare il match Nadal ha sempre avuto la risposta adeguata. Il numero 1 ATP chiude il Roland Garros 2018 concedendo solo un set, all’argentino Schwartzmann, e giocando in crescendo: le ultime due partite sono state le migliori. Nadal non tramonta mai e oggi va celebrato, perché ha dimostrato di non essere appagato dopo tanti successi, di avere una determinazione da giovane, a 32 anni si può continuare ad essere ancora campioni. Gli Slam vinti sono 17 e i numeri di Parigi sono strabilianti. 11 trionfi su altrettante finali nello stesso Slam è record che oggi divide con Margaret Court che ci riuscì agli Australian Open. L’86esima vittoria su 88 gare sulla terra rossa parigina, semplicemente incredibile. Frustante per gli avversari e nel frattempo una monotonia per gli spettatori neutrali. Anche per Nadal pare sia diventata routine: dopo lo scambio finale non si è lasciato cadere a terra, come di consueto dopo le sue vittorie negli Slam. Non per esuberanza, ma perché incredulo della sua favola che finisce sempre con un happy end. O semplicemente questa è mitologia: Nadal è inimitabile, sportivamente immortale.
G.S.
foto: Ansa
Singolare femminile
Simona Halep spezza il sortilegio
Al quarto tentativo la rumena Simona Halep, oggi numero 1, ha vinto finalmente il suo primo Slam. Dopo le due finali perse a Parigi (2014 e 2017) e l’ultima a Melbourne contro un’altra ex perdente, Caroline Wozniacki, la maledizione si interrompe e il sogno si avvera. La nuova regina del Roland Garros ha dovuto superare le solite paure di inizio gara contro l’americana Sloane Stephens (detentrice del titolo US Open) che all’inizio ha impedito alla rumena di sfondare il suo muro, costruito grazie alle sue eccellenti qualità nel gioco difensivo, per poi trovare nel momento giusto la via dell’offensiva. Come in altre occasioni, Halep si era rimessa in difficoltà ostacolandosi da sola, nonostante non avesse giocato male. Perso il primo set 6-4 sul Philipp Chatrier, si stava avverando l’ennesima delusione per la rumena, subito dietro con un break ad inizio del secondo set. Lo svantaggio ha svegliato la Halep e da questo momento è cominciata la riscossa. La 26enne sfodera il suo miglior tennis guadagnando campo e dominando l’avversaria con dritti e rovesci precisi che rasentano le righe e costringono la Stephens a spostamenti sfiancanti da sinistra a destra. L’americana perde il filo, cala fisicamente e mentalmente perdendo in lucidità precisione e determinazione e consente alla Halep di sfruttare l’aggressività e la sua indomabile volontà di sfatare il tabù slam, senza speculare sul vantaggio del break nel terzo set, che lo scorso anno aveva permesso alla Ostapenko di rimontare in finale. Dopo due ore e tre minuti Simona Halep spezza il sortilegio e trionfa meritatamente sulla terra rossa di Parigi 4-6, 6-4, 6-1, in una finale intensa e spettacolare con lunghi scambi, velocità nei movimenti, resistenza e tanta pazienza e nella quale le due finaliste non si sono regalate nulla. “Nell’ultimo game non riuscivo più a respirare. Sono felice che sia successo al Roland Garros” ha tirato un sospiro di sollievo nel suo discorso di premiazione. Il tabù Slam si è dissolto e questo può essere il punto di partenza di una lunga carriera ricca di successi. Prospettiva che vale anche per la 25enne Stephens, da lunedì numero 4, che ha mostrato un enorme talento e ha tenuto testa alla più quotata avversaria.
G.S.