Dal Ministero della Pubblica amministrazione lotta all’assenteismo. Giulia Bongiorno annuncia un “cambio di passo”
Come primo intervento da parte di Giulia Bongiorno, il neo ministro alla Pa alla prima nomina, dichiara apertamente guerra ai famosi “furbetti dei cartellini”. “Non ho l’ansia di mettere il mio nome su una legge, ma di far funzionare la Pubblica amministrazione. Agirò col bisturi per curare le disomogeneità nei servizi”, afferma senza mezzi termini il ministro, che annuncia dei veri e propri “sopralluoghi a sorpresa” per sconfiggere il fenomeno dell’assenteismo sul posto di lavoro, che ha fatto tanto discutere negli ultimi tempi.
Se dovessero emergere “disservizi causati da difficoltà oggettive aiuteremo a colmare le lacune” specifica il neo ministro, ma “se emergessero inerzie saremo inflessibili”. Contro questo “fenomeno odioso” che è l’assenteismo bisogna intervenire tempestivamente attraverso delle “ispezioni a campione con pool di esperti: i nostri ispettori e specialisti di modelli organizzativi”.
Tra le misure annunciate dal ministro Bongiorno anche la raccolta di impronte digitali “con rilevazioni biometriche per evitare che ci sia chi strisci il tesserino per altri”, non è un metodo proprio nuovo, d’altra parte “a me alla Camera le hanno prese quando c’erano i ‘pianisti’. E non sono rimasta traumatizzata”. Quello che importa è che prevalga “l’interesse collettivo: che siano tutti al lavoro, al servizio del cittadino”. Tra i piani del ministro non manca la lotta alla corruzione che sarà attuata “passando dalla quantità alla qualità delle leggi. Ci sono troppe norme oscure, che i funzionari possono piegare arbitrariamente. Le imprese hanno troppi interlocutori e troppi uffici. Un progetto è una via crucis. La tentazione di oliare è forte”.
Ma le leggi contro i corrotti devono essere “più chiare e liberali” a partire dal “codice degli appalti. Deve essere chiaro cosa si può fare e cosa no. Anche perché il caos disorienta i funzionari perbene che, di fronte a questa foresta di norme, temono l’errore. In Francia, per chi dimostra buona fede, esiste il diritto a sbagliare. Noi invece abbiamo il Paese paralizzato dal timore di incorrere in reati”. Il cambio di rotta è previsto anche per quel che concerne la valutazioni degli utenti contro i raccomandati: “la carriera del raccomandato si può stroncare valutandolo. Ma oggi le valutazioni sono tutte brillanti, in un sistema che non lo è. Come mai?L’unico che può valutare senza sconti e con criteri oggettivi è il cittadino. Inserirò criteri legati al merito”, dichiara Bongiorno.
Per quanto riguarda invece la riforma del Corpo forestale, finita davanti alla Consulta, “è fallita. Lo si è visto l’estate scorsa con l’Italia devastata dagli incendi. Dopo il giudizio, bisognerà pensare come cambiare rotta”. Infine, anche un accenno al problema femminile del lavoro, per le quali dice che “il lavoro agile è una bella idea, ma spesso impraticabile: vorrei renderlo effettivo con l’adeguamento infrastrutturale e delle dotazioni tecnologiche”.
Dalla Cgil arriva immediata una risposta attraverso la segretaria generale Fp Cgil Serena Sorrentino che si chiede se la Bongiorno “è un ministro o uno sceriffo?”. “Le consiglierei di rendersi prima conto di quali sono i problemi che incidono sull’efficacia della Pa, che sono il sotto-organico, le poche risorse, l’assenza di formazione e aggiornamento e di mezzi adeguati- inoltre, aggiunge Sorrentino, – la lotta ai raccomandati c’è già stata: a lei tocca attuarla; dietro a questa retorica di colpire chi lavora, generalizzando alcuni aspetti patologici, si offende la dignità di chi ogni giorno si impegna con onestà e dedizione”.
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