I ricercatori di Agroscope hanno analizzato i rischi e gli effetti ambientali dei prodotti fitosanitari nelle colture principali dell’agricoltura svizzera. Grazie a una selezione mirata dei principi attivi utilizzati e a un’applicazione dei principi della difesa fitosanitaria integrata, i rischi e gli effetti ambientali indesiderati possono essere ridotti considerevolmente.
I prodotti fitosanitari (PF) assicurano la resa delle colture agricole e la qualità dei prodotti. Presentano tuttavia anche degli effetti collaterali sull’uomo e sull’ambiente.
In uno studio, i ricercatori di Agroscope hanno esaminato gli effetti dei PF sugli organismi nell’acqua, nel suolo e nelle immediate vicinanze dei campi (biotopi marginali) in relazione a cinque colture agricole: colza, frumento, carote, patate e barbabietole da zucchero.
Diverso potenziale di riduzione a seconda della coltura
I metodi di coltivazione conformemente alle direttive IP-SUISSE presentano rischi ed effetti ambientali dei PF considerevolmente minori, persino analoghi, rispetto all’usuale intensità di trattamento nella PER. Particolarmente marcate sono state le riduzioni nella colza, nel frumento e, in alcuni casi, nelle patate. Le maggiori differenze sono state riscontrate nei biotopi marginali. I procedimenti con elevata intensità presentano, in relazione a vari indicatori, effetti ambientali o rischi significativamente più elevati.
Necessaria una valutazione differenziata e completa
I risultati dei settori ambientali corsi d’acqua, suolo e biotopo marginale si differenziano talvolta in modo considerevole. Una valutazione significativa delle strategie fitosanitarie deve includere quindi tutti i settori interessati.
Nei metodi di coltivazione analizzati è utilizzata un’ampia gamma di PF contro una moltitudine di organismi nocivi e di malattie. Lo studio ha tuttavia dimostrato che per lo più un unico o pochi principi attivi influenzano in maniera decisiva i rischi e gli effetti ambientali. Ciò evidenzia da un lato che è necessaria un’analisi differenziata e dall’altro che la rinuncia a principi attivi nocivi può determinare considerevoli miglioramenti.
Agroscope
foto: Ansa