Secondo un recente studio il sonno è fondamentale anche per le nostre performance cognitive
Dormire tanto e bene è sano e salutare, mentre l’abitudine contraria comporta diversi rischi, alcuni dei quali spesso sconosciuti o sottovalutati. Tra questi indubbiamente i ‘danni’ che a lungo andare dormire poco e male può causare al cervello. Se infatti irritabilità, distrazione e scarsa reattività possono essere considerate banali e transitorie conseguenze di una notte brava o di un periodo particolarmente intenso e disordinato, altri aspetti della mancanza sistematica di sonno possono rappresentare pericoli ben più invasivi e non temporanei per la nostra salute, in particolare per quella del nostro cervello.
Secondo uno studio condotto dai ricercatori del Duke-NUS Graduate Medical School di Singapore e pubblicato sulla rivista Sleep, meno si dorme, infatti, più velocemente invecchia il nostro cervello. La ricerca, inizialmente condotta con l’obiettivo di studiare l’ingrandimento del ventricolo cerebrale, ha anche messo in evidenza il ruolo del sonno quale indicatore dell’invecchiamento del nostro cervello, evidenziando che nelle persone che dormono meno di sette ore al giorno si verifica un rapido allargamento del ventricolo cerebrale e, di conseguenza, una rapida diminuzione della performance cognitiva.
“Il lavoro svolto suggerisce che circa sette ore di sonno per gli adulti sembrano essere l’ideale per ottenere prestazioni ottimali nei test cognitivi. Nei prossimi anni speriamo di determinare anche il periodo di sonno ottimale per la salute cardiometabolica a lungo termine”, hanno dichiarato i professori Michael Chee e June Lo, rispettivamente coordinatore e autore dello studio che ha analizzato i dati di 66 persone di nazionalità cinese e di oltre 55 anni di età.
I partecipanti sono stati sottoposti a risonanza magnetica strutturale per immagini per misurare il volume del cervello e a valutazioni delle funzioni neuropsicologiche per testare le loro funzionalità cognitive ogni due anni. In base ad un questionario compilato dagli stessi partecipanti, i ricercatori hanno poi integrato i risultati delle loro osservazioni con i dati sulla durata del sonno di ogni singolo componente della ricerca, dimostrando così che nei soggetti che avevano annotato poche ore di sonno si riscontrava un rapido allargamento del ventricolo cerebrale e una compromissione delle performance cognitive.
L’ingrandimento ventricolare rapido è infatti un marker di declino cognitivo e favorisce malattie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer: prima di questo studio, però, gli effetti del sonno su questo marcatore non erano mai stati contemplati. Dormire bene può dunque aiutare a mantenere sano il nostro cervello oltre che a prevenire molti altri disturbi: è stato infatti dimostrato anche come la mancanza di sonno durante l’infanzia possa ritardare la pubertà e quanto esso sia essenziale per riparare la nostra memoria e consolidare quindi l’apprendimento.
Dormire poco favorisce inoltre un aumento del peso a causa di squilibri ormonali concernenti il senso dell’appetito, che inducono un più intenso desiderio di cibo calorico e parallelamente inibiscono la capacità di resistere alle tentazioni alimentari. Secondo altri studi poi, chi dorme poco si ammala più frequentemente e perfino i vaccini sono meno efficaci. La carenza di sonno indebolisce infatti il sistema immunitario così che un semplice raffreddore può evolvere causando inaspettate complicazioni.
Una ricerca condotta su 153 volontari ha rivelato che quanti hanno dormito meno di sette ore per notte durante le due settimane precedenti all’esposizione al virus influenzale hanno sviluppato una probabilità di ammalarsi tre volte più alta rispetto a coloro che avevano dormito sette o più ore.