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21 November 2024
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Interviste

Il dramma degli sbarchi in uno scatto

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Il fotografo italiano Nicolino Sapio esporrà alla prestigiosa mostra svizzera Photo19 le 

foto del suo progetto #NoHorizons con cui racconta il dramma dei popoli che muoiono nel Mediterraneo alla disperata ricerca di una vita più dignitosa. La mostra è aperta al pubblico dal 10 al 14 gennaio presso i locali della Halle 622 & Stage One a Zurigo

Sei stato selezionato tra i fotografi che parteciperanno alla mostra Photo19. Cosa vuol dire per te esporre in un evento del genere?

Anche se questa è la sesta volta che vengo selezionato è sempre un piacere. Con circa 30000 visite in 5 giorni Photo19 offre a noi fotografi e soprattutto ai nostri lavori uno spazio e una vetrina che raramente si offre alla fotografia d’autore.

Alla mostra parteciperai con le immagini tratte da un tuo progetto fotografico concettuale #NoHorizons. Ce lo vuoi spiegare?

Ho voluto, a modo mio, raccontare il dramma degli sbarchi. Solo nel 2017 più di 3000 persone hanno perso la vita nel tentativo di attraversare il Mediterraneo.

Queste foto vogliono parlare delle odissee e della dignità degli uomini alla ricerca di una vita. E vogliono farlo senza il rumore aspro della cronaca nera ma in modo concettuale, artistico e anche provocatorio.

Cosa ti ha spinto a confrontarti con l’attuale tema sui migranti e sugli sbarchi?

Perché volevo dire la mia. Volevo capire, da immigrato, perché l’immigrazione all’improvviso è diventata un grande problema per un popolo “dal cuore grande” come gli italiani. Non riuscivo a capire. Ricordo di aver letto che il più grande esodo della storia moderna è stato quello degli italiani con circa 25 milioni di partenze.

Allora perché tutta questa fobia!!! Alla fine ho capito che quello che spaventa è “solo” la povertà.

Cosa ti piacerebbe trasmettere attraverso le tue immagini?

Come fotografo posso trasmettere la bellezza, anche se drammatica, di uno scatto. Ma credo che il lavoro del fotografo sia quello di far riflettere. Il bello della fotografia è che per guardarla, almeno per un attimo, ti devi fermare e allora puoi aprire il cuore e riflettere.

Sono anni che ti dedichi a reportage fotografici di diverso tipo e hai fatto molte esperienze. Cosa ti attrae di questo mondo fatto di vita raccontata per immagini?

Mi attrae la gente, la loro storia, il loro passato. Mi piace leggere la gente e stare con loro.

Come diceva Bukowski “la gente è il più grande spettacolo del mondo” ma io non voglio essere solo spettatore.

Dopo Photo19, qual è il prossimo progetto?

Innanzitutto terminare No Horizons e lavorare alla sua pubblicazione. Vorrei diventasse un libro fotografico. Inoltre da anni sto lavorando su alcuni progetti importanti, tra questi UNBRAUCHBAR, un progetto sul suicidio in Svizzera. Il tasso di suicidio in Svizzera è uno dei più alti in confronto a molti altri Paesi europei. Un progetto ancora lungo.

Eveline Bentivegna

Per maggiori informazioni:

www.nicolinosapio.net

www.photo-schweiz.ch

 

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