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3 May 2024
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Interviste Italiani in Svizzera

Italiani in Svizzera: D-Rock, Rocco Dapoto

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Rocco Dapoto, nome d’arte D-Rock, è un DJ con tante varie esperienze; ecco la sua storia…

Raccontaci di te…

Mi chiamo Rocco Dapoto, ho 33 anni e vengo dalla Basilicata, precisamente da Abriola. Sono nato in Italia, poi, quando avevo 18 mesi sono venuto in Svizzera con i miei genitori. Ho frequentato l’asilo in Svizzera e sono tornato dai miei nonni in Italia, dove ho frequentato la prima elementare. Siccome ero molto vivace, mia nonna non ce la faceva e mi ha mandato in collegio. Dopo due anni di collegio mia nonna ha detto a mia madre: “Tu chistu tu pigli e tu porti in Svizzera”.

All’età di 8 anni sono venuto di nuovo in Svizzera e ci sono rimasto. Ho frequentato le scuole qui, ho fatto il decimo anno scolastico a Wetzikon. Poi ho cominciato l’apprendistato come pittore e ho continuato le scuole per specializzarmi in pittura di chiesa. Successivamente ho frequentato le scuole serali di commercio perché volevo mettermi in proprio.

Il DJ lo faccio da quando ho cominciato l’apprendistato. Siccome ho fatto il pittore potevo permettermi di fare il DJ e oggi, grazie al lavoro come DJ, ho potuto mettermi in proprio con una ditta che ho messo in piedi 8 anni fa. Si chiama Dapoto Malerarbeiten mit natürlichen Werkstoffen.

Che legame hai con l’Italia?

Io personalmente sono molto fiero di essere italiano, ma a volte un po’ deluso dagli italiani in Svizzera. Moltissimi sono molto superficiali. Sono un Terrone fiero e parlo ancora il dialetto! In geografia non ero mai bravo(ride) e devo veramente visitare di più l’Italia, ho visto più del resto del mondo che dell’Italia, ma c’è ancora tempo!

Raccontaci della tua vita come DJ…

Mi sono interessato alla musica da quando avevo 18 anni. Ho avuto il mio primo giradischi nel 1998, ma lo facevo  ancora solo per me, ho imparato, mi sono allenato perché ci tenevo a impararlo a fare per bene, prima di iniziare una carriera. Volevo saper fare i trapassi per bene e volevo anche capire quello che facevo, non volevo solo saperlo fare. .

In che direzione va il tuo stile di musica?

Le prime canzoni erano, ad esempio, quelle di MC Hammer, Madonna, Michael Jackson, etc. Il mio primo stile è stato il reggae, poi, col tempo, ho cambiato. Ho lavorato con diverse persone. Eravamo un team e abbiamo usato i giradischi come strumenti. Avevamo 8 giradischi ed eravamo 4 ragazzi, ci siamo allenati per un anno ogni domenica.

A me certamente come italiano piaceva anche lo stile house, vocal, etc. Invece l’hip hop andava molto in quel periodo. A me piaceva sempre l’R’n’B, oggi invece sono arrivato al punto che faccio suonare anche il turco, la musica araba etc. E’ un mestiere molto duro e non sempre facile, ero arrivato al punto di dire: “Io sono D-Rock e suono quello che mi piace e quello che voglio”. Ma ancora oggi è dura, mi devo sempre adattare alla gente.

Come fai a sapere cosa piace alla gente e cosa vogliono sentire in discoteca?

A moltissima gente piace ascoltare sempre la stessa cosa. Credo che con l’esperienza si riesca a capire la gente. Insieme ad un amico ora mi sono messo anche nello stile dell’electro. Infatti, stiamo facendo un nuovo progetto, vogliamo fare il nostro proprio label, e poi vorrei essere anche là lo chef con il tempo. Posso anche dire che sono riuscito a fare molto nella vita come DJ, ero il DJ ufficiale dei concerti di Beyoncé, di Pitbull, di Kanye West e tanti altri. Anche all’estero ho fatto il DJ, ad esempio a Praga, a Bratislava, in Svezia, a Barcellona, in Germania, etc. Ho già molte esperienze e ho potuto visitare già moltissimi luoghi.

Raccontaci del tuo label che è progettato per il futuro…

Diventerà un musiclabel che è eretto sulla musica house e electro, ma faremo dei remix anche con musica classica italiana e certamente con altri tipi di musica. Produrremo noi!

E’ da molto che sei sulla breccia come DJ. Quando tu hai iniziato, internet ancora non esisteva come oggi. Come avete fatto?

(Ride) Prima erano davvero i dischi quelli che si usavano. Il mercoledì andavo a Zurigo, perché abitavo fuori, ma dopo il lavoro andavo a casa, prendevo la macchina e partivo per poi prendermi i dischi a Zurigo.

Oggi invece con internet hai da lavorare molto più di prima, esistono così tante cose ormai che si lavora per davvero. Prima io andavo in discoteca con quattro valigie di dischi che pesavano tantissimo, oggi invece ti porti il laptop e l’appoggio; quello che entra nel laptop è enorme! Secondo me, ci sono vantaggi e svantaggi: prima quando ad esempio eri troppo duro con il giradischi, la puntina saltava e tutti in discoteca lo sentivano, oggi invece non succede più. Certamente quando si rompe il laptop, la musica sparisce! Può succedere anche questo.

Cosa consigli alle ragazze e ai ragazzi che vogliono diventare DJ?

Si deve amare la musica. Anche se è solo hobby, bisogna avere passione e provare a realizzare i sogni. In ogni caso, devi suonare la musica che piace e nello stesso tempo però devi anche capire quello che suoni. Si deve saper capire la gente in discoteca e si deve anche seguire la moda e i trend. Penso che per me sia stato un bene aver fatto il DJ solo per me, così s’impara a capire e anche a mettere diversi gusti insieme.

Consiglio a tutti la party Magnetic all’Escherwyss a Zurigo, va moltissimo! Sono anche resident al Kaufleuten: anche quello va molto. Sono fiero di quello che ho fatto, anche perché arrivare al livello del Kaufleuten non è cosa da poco. Ma io sono fatto un po’ così: cerco sempre di fare meglio. In molte situazioni la gente imbroglia: io questo non lo faccio, sono stato educato troppo bene e certi modi di agire non mi appartengono.

Si può vivere del mestiere di DJ?

Io lo posso, i miei non mi hanno mai sostenuto ed è per questo che poi ho aperto la mia ditta. D’altra parte, posso anche capire perché i miei non volevano. Uscivo di casa per fare il DJ, tornavo a casa e dormivo un paio d’ore, uscivo di nuovo per andare a lavorare: per una mamma questo non va bene.

Un messaggio ai nostri lettori..

Non si deve mai perdere la speranza, si deve lavorare per quello che si vuole fare e per i propri sogni. Sono convinto che se ci si dà da fare ognuno riesce a fare nella vita quello che vuole.

www.d-rock.ch

 

 

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1 commento

valentina triunfo 17 April 2013 at 18:53

ciao da zia 🙂

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