A volte i consigli per la casa arrivano proprio dal mondo della scienza, vediamo alcuni studi che potrebbero tornarci utili
Lasciarsi o togliersi le scarpe quando si entra in casa?
Secondo un approfondimento su Focus, diversi scienziati si sono posti questa domanda, tra loro c’è il microbiologo ambientale dell’Università dell’Arizona, Jonathan Sexton. “Ogni scarpa mediamente ospita decine di migliaia di batteri per centimetro quadrato”, ha dichiarato Sexton secondo Focus. Diversi studi avrebbero dimostrato che nelle nostre scarpe ci sono batteri fecali, soprattutto l’Escherichia coli, di questi alcuni tipi sarebbero innocui per l’uomo, ma alcuni ceppi potrebbero causare diarrea grave, infezioni del tratto urinario e anche meningite. Tra i batteri presenti poi ci sarebbero anche di Staphylococcus aureus, un batterio che può causare infezioni della pelle o del sangue e del cuore, o il Clostridium difficile che causa problemi intestinali. Ad ogni modo, la conclusione di Sexton è che “è l’esposizione che fa il veleno», sostiene Jonathan Sexton secondo Focus. “Se non entri a contatto con una sostanza nociva, non puoi ammalarti. Il problema semmai è che alcuni batteri che ricoprono il pavimento possono diventare ‘ri-aerosolizzati’ ed entrare nell’aria che respiriamo, per esempio sollevati dalla corrente creata da una finestra”. Ma a parte questo, il rischio maggiore resta a terra: “Sarei più preoccupato per un bambino che striscia sul pavimento. Per un adulto sano, non dovrebbe essere un problema”, dice Sexton.
È meglio tenere ordine o caos?
Chi lavora da casa deve considerare alcuni aspetti che non riguardano chi lavora fuori casa, sicuramente ne fanno parte il lasciarsi distrarre dai membri della famiglia oppure dai lavori da fare in casa. Tra i pensieri di chi mette su uno spazio lavorativo nella propria casa fanno parte anche questioni organizzative, come la scelta della scrivania adatta o della miglior posizione per le lampade. Proprio di ambienti lavorativi, ma soprattutto della domanda se è meglio tenere ordine o lasciare il caos totale sulla scrivania, si è occupato il professore della Columbia Business School, Eric Abrahamson. Secondo il blog Danae, nel suo articolo del 2007, il professore sostiene che chi sistema la propria scrivania con una certa rigidità, “si auto-sottomette a sistemi di archiviazione mentale troppo complicati”. Inoltre avrebbe dichiarato che “nei contesti più caotici gli oggetti cercati si possono trovare con maggiore semplicità grazie a specifiche associazioni inconsce prodotte dal cervello”.
Meglio un letto fatto o disfatto?
Esteticamente parlando c’è poco da discutere, un letto fatto rende la stanza subito più sistemata e ordinata. Secondo un gruppo di ricercatori della Kingston University, però, il letto disfatto sarebbe un luogo inospitale per gli acari della polvere, che non riescono a proliferare in mancanza di umidità. Come spiega Stephen Pretlove, secondo universita.it “gli acari possono sopravvivere solo sottraendo acqua all’atmosfera. Per farlo, usano piccole ghiandole poste sulla superficie del loro corpo”, quindi, l’abitudine di lasciare il letto disfatto durante il giorno sarebbe un’arma efficace per contrastare questi parassiti, in quanto “elimina l’umidità dalle coperte e dal materasso, disidratando e uccidendo gli acari”. È meglio, quindi, lasciare il letto disfatto, a maggior ragione se c’è qualcuno che è affetto da allergie.
L’esperimento da fare a casa
L’arcobaleno in un bicchiere
Questo è un esperimento che si presta benissimo a farlo con i bambini, o per chi ama progetti curiosi.
Aggiungete lo zucchero in un liquido, più ne mettete, più denso diventa e poi coloratelo magari con del colorante alimentare. Create in questo modo quattro diverse soluzioni, ognuna di diversi colori e densità, versandole poi nello stesso bicchiere, i colori si disporranno l’uno sull’altro, sulla base dello zucchero che avete immesso. Quella più densa, che contiene più zucchero, si posizionerà in basso, mentre quelle più leggere in alto. Risultato? L’arcobaleno in un bicchiere.
Fonte: ischool
foto: Ansa