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24 November 2024
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Cronaca

A Napoli c’è una casa per i papà

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Intervista a Luigi Carbone, Presidente dell’Associazione Giovani per San Vincenzo, ideatore e progettista di Casa de’ Paoli

Recenti statistiche dimostrano che i padri separati in Italia sono circa 4 milioni, di cui 800.000, con serie difficoltà economiche ed il loro numero sembra essere in crescita.  Tra i diversi problemi che un padre separato deve affrontare c’è quello di reperire un alloggio dignitoso in cui vivere. Questo problema può compromettere il rapporto futuro con i propri figli perché senza un alloggio dignitoso, il Giudice può disporre il divieto di visita dei figli. È per questo che nasce il progetto “Casa dei papà”, che pone soluzioni concrete al disagio abitativo ed economico dei padri separati. A Napoli è stata recentemente aperta Casa de’ Paoli, una casa per tutti i papà separati che hanno bisogno di aiuto, ne abbiamo parlato con il responsabile del progetto, Luigi Carbone

Perché una Casa dei papà?

La crisi delle famiglie e il numero sempre crescente di divorzi sta portando inevitabilmente delle conseguenze sociali. Con la recente crisi economica una importante fetta della popolazione è in una condizione reddituale al limite e basta davvero poco per ritrovarsi sotto la soglia della povertà. La casa dei papà è in realtà una protezione anche per i bambini, che devono vivere un legame sereno con entrambi i genitori. Il giudice dinanzi ad un papà che è costretto a dormire in macchina o per strada potrebbe vietare le visite al bambino per non turbarlo: la casa dei papà serve a garantire dignità all’uomo ma anche tranquillità ai figli quando devono stare col padre.

Chi sono i papà che si rivolgono alla vostra struttura?

Si tratta di uomini che si stanno per separare o si sono separati da poco e che, seppur in presenza di un lavoro, vivono la difficoltà di rifarsi una vita potendo contare solo su pochi euro al mese per sé stessi.  Noi agiamo perlopiù sul primo periodo successivo alla separazione: è quello il più difficile perché c’è spesso grande conflittualità tra i coniugi e quindi in quella fase gran parte delle energie, anche economiche, vengono spese per concludere l’iter legato al divorzio dove ognuno cerca di strappare le migliori condizioni possibili. Riorganizzare la propria vita in quel momento non è semplice se ti trovi a perdere il punto di riferimento di un tetto e a doverti abituare a dover vedere i figli su appuntamento. Noi cerchiamo di dare ausilio ai papà per raggiungere la terraferma, dovendo abbandonare l’isola del passato e trovando dinanzi a sé un mare in burrasca.

La struttura offre anche appoggio a livello psicologico e sociale?

Abbiamo inteso sin dall’inizio la Casa dei papà non come un luogo fisico ma come un progetto. Non siamo quindi un dormitorio e la transitorietà della nostra azione (massimo diciotto mesi) è giustificata proprio dalla scommessa che noi facciamo con i papà di riorganizzarsi al fine di ottenere in un tempo medio breve l’autonomia. Per questo abbiamo un’equipe di psicologici per affrontare con adeguato sostegno questa fase molto complicata, un legale per poter ricevere una consulenza sull’iter che porterà al divorzio ed una serie di figure che possano aiutare i papà a prendere coscienza delle proprie potenzialità al fine di posizionarsi sul mercato del lavoro in maniera più qualificata e magari uscire dalla precarietà per affrontare meglio gli impegni economici della loro nuova vita.

Di cosa vive la Casa dei papà di Napoli?

Non esiste nessun accreditamento che possa garantire contributi pubblici: la Casa dei papà vive di donazioni private: molti piccoli donatori hanno deciso di dare qualche euro per la nostra causa. Abbiamo ricevuto l’appartamento in comodato d’uso dalle Figlie della Carità, un sostegno importante dalla Fondazione Grimaldi e dalla Congregazione della Missione di San Vincenzo de’ Paoli e l’arredamento da Mondo Convenienza. Siamo però in costante ricerca di benefattori: sogniamo di poter creare nuovi posti letto e magari un centro diurno, stile ludoteca, dove i papà che non sono riusciti ad avere una camera da noi possano comunque avere un luogo dove poter trascorrere del tempo con i figli in maniera educativa, senza doverli portare per necessità al solito centro commerciale. (Per contribuire il nostro iban è IT59 M033 5901 6001 0000 0154 974, intestato ad Associazione Giovani per San Vincenzo, causale “donazione Casa dei papà”).

Avete aperto recentemente (gennaio 2019) avete già ospiti presso la vostra struttura e come è possibile averne accesso?

Abbiamo ricevuto molte domande e tra queste stiamo scegliendo i papà che saranno i primi ad entrare: prevediamo che ad inizio aprile ci saranno i primi ingressi. Chi volesse segnalare una storia o chi ha bisogno di noi può scriverci una mail a “mailto:[email protected][email protected], contattarci tramite la nostra pagina facebook “Casa dei papà Napoli” : a breve avremo un numero di telefono dedicato.

E. B.

Daddy’s pride 2019 a Roma

Abbiamo parlato con Antonietta Fiorillo, ambasciatrice per la Svizzera di “Figli negati” (con la bandiera svizzera nella prima foto insieme al presidente Giorgio Ceccarelli e alcuni papà separati)

Di cosa si occupa l’associazione “Figli Negati”?

L’associazione “Figli negati” si rivolge ai genitori separati, ai figli e ai nonni di questi ultimi. Si occupa nello specifico dei padri separati. Non ha quote associative e vive grazie al presidente, Giorgio Ceccarelli. L’associazione ha fatto in questi ultimi 20 anni più di 500 manifestazioni ed eventi in Italia e in mezza Europa.

Quali sono le difficoltà che oggi deve affrontare un padre separato?

Dopo la separazione il padre solitamente perde i contatti frequenti con i figli, la casa, che va alla ex moglie a cui vanno anche i due terzi dello stipendio dell’ex marito. In questo modo diventa un padre povero.

Cosa può fare la collettività per migliorare la condizione di un papà separato?

La società deve rispettare i diritti dei figli che non si possono difendere da soli. Dopo la separazione, i figli perdono i contatti con il padre e i nonni paterni. I figli che crescono senza una parte della famiglia possono viver male per tutto il resto della loro vita a causa di questa mancanza. La colpa è di chi sottovaluta queste tragedie familiari.

Il Daddy’s pride è giunta alla XXI edizione. In tutti questi anni di “marce” è cambiato qualcosa per i papà?

La marcia fino ad oggi è stata fatta in 7 capitali europee, i papà separati marciano per difendere il diritto inviolabile di ogni figlio di avere 2 genitori e 4 nonni. Le nostre marce creano cultura positiva per tutti quelli che possono e devono migliorare la società. L’ideatore e il promotore è Giorgio Ceccarelli, l’unico uomo al mondo che è riuscito a fare questa missione impossibile. Penso che si meriti il titolo di leader mondiale di padri separati.

Come si è svolta l’edizione romana della marcia?

È stato davvero un evento straordinario e toccante. Tanti padri che vogliono il bene dei figli e della famiglia, la loro grinta è una forza in più. Tante associazioni hanno aderito alla marcia ed è emozionante vedere tutti i padri e tante mamme a sostegno. Bellissimo!

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