Attenzione a chi votiamo: spesso i candidati rivestono altre cariche politiche che non lasceranno mai. Ecco chi sono i “finti” candidati!
Ci siamo, le elezioni Europee sono alle porte. Il prossimo 26 maggio gli italiani si potranno recare alle urne per esprimere la propria preferenza su chi vorranno che ci rappresenti in Europa. Ma c’è qualcosa che non è chiaro: può candidarsi alle elezioni europee chi ha già una qualche carica politica? La domanda è più che lecita, in effetti tra i candidati a queste elezioni ce ne sono ben 37 che rivestono già un’altra carica e questo significa che se dovessero essere letti si troveranno a dover scegliere tra una delle due. Secondo l’articolo 122 della Costituzione, infatti, “Nessuno può appartenere contemporaneamente a un Consiglio o a una Giunta regionale e ad una delle Camere del Parlamento, ad un altro Consiglio o ad altra Giunta regionale, ovvero al Parlamento europeo”. Sarebbe più opportuno, dunque, per chi possiede già una carica politica, lasciare spazio ad altri e concentrarsi sul proprio impegno, ma vista la massiccia presenza di questa “categoria”, si capisce bene che non è affatto così. Come mai? Beh, la risposta sembra ovvia. I candidati che si stanno proponendo alle elezioni Europee del prossimo 26 maggio sono nomi di grande importanza, per farne alcuni: la senatrice Emma Bonino di +Europa, il deputato Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana, Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia, consigliera comunale a Roma e perfino il vicepremier Matteo Salvini della Lega. Chi tra questi nomi lascerebbe l’attuale carica politica per rivestire i panni di eurodeputato? Sicuramente nessuno. Allora è facile concludere che questi nomi servano solamente ad acchiappare voti e favorire il partito e gli altri candidati.
È vero che con la legge elettorale si possano esprimere fino a tre preferenze, ma sono proprio i nomi e i candidati più in vista che faranno la differenza. Quindi è importante essere coscienti del fatto che se la preferenza ricade su uno di questi candidati c’è l’effettivo rischio di vedere il politico indicato come preferito cedere il suo posto a un collega di partito. Secondo la pubblicazione fatta in proposito da OpenPolis, i 37 candidati incompatibili sono 20 consiglieri regionali, 10 deputati e 7 senatori e sarebbero così distribuiti: 14 da Fratelli d’Italia, 9 da Forza Italia, 6 da Lega e 4 da Partito Democratico.
Altro particolare è che alcuni nomi sono presenti in più liste dello stesso partito e anche questa potrebbe essere un’irregolarità poiché non è prevista l’elezione in più di una circoscrizione per la stessa persona. Vale a dire che se Silvio Berlusconi, capolista per Forza Italia in 4 circoscrizioni, raccogliesse più voti di tutti gli altri candidati in 2 circoscrizioni non potrebbe essere eletto per entrambe e quindi i suoi voti favoriranno gli altri candidati di partito. Anche Alessandra Mussolini è iscritta contemporaneamente al Centro e al Sud, così come Pietro Bartolo che è candidato dal Pd sia al Centro che alle Isole.
Ci sono però dei casi che lasciano ben sperare. Per esempio Massimiliano Smeriglio candidato al Parlamento Europeo con il Partito Democratico che in concomitanza con la scelta di candidarsi ha rassegnato le sue dimissioni da vicepresidente della regione Lazio. Mentre l’unico grande partito nazionale che non presenta nessun pluricandidato è il MoVimento 5 stelle, così come tra i canditati alle elezioni Europee non c’è nessuno che rivesta altre cariche politiche.