La facilità con cui la giunta Oliverio ha concesso e concede, ovunque in Calabria, VIA favorevoli a parchi eolici e autorizzazioni ad impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti (del ciclo pubblico e speciali) che attentano, di fatto, ai valori paesaggistici e alla salute della comunità, ha dell’incredibile. In queste ore, la popolazione di Scandale (KR) è in rivolta contro la discarica che la Regione vuole autorizzare, contro logica e contro legge, alle soglie del S.I.N. di Crotone, in località Santa Marina, oggi sotto la lente del Ministero dell’Ambiente. Gli abitanti del Cosentino, intanto, subiscono una scandalosa beffa a causa dell’impianto eolico “Aria del Vento” (errato per Aia) che la Siemens Gamesa costruisce su una dorsale della catena costiera ad altissimo rischio sismico e idrogeologico. A gennaio scorso portai le rivendicazioni del gruppo “Ambiente e territorio” di Mongrassano nell’aula del Senato. Sulla base della nota che, sollecitato dalla suddetta associazione, l’ufficio territoriale competente del Ministero Beni Culturali ha inviato il 17 aprile alla Regione e ai comuni interessati (Mongrassano, S. Mauro Argentano e Cervicati), ho chiesto alla Procura della Repubblica di Cosenza, già destinataria di un esposto del WWF, di occuparsi della vicenda e disporre l’immediato sequestro del cantiere, se sussistono gli estremi. Gli sbancamenti sulla dorsale sovrastante Mongrassano sono infatti in corso a ritmo serrato, nella più totale apatia degli uffici tecnici comunali, provinciali e regionali. Per conoscenza, ho segnalato quanto sopra anche ai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale e ai Carabinieri Forestali, trattandosi fra l’altro di terreni percorsi dal fuoco.
L’elenco delle irregolarità (in capo alla Società ma anche ai Dipartimenti 11 e 6 e della Regione) rilevate dalla Soprintendenza scorrendo gli atti a ritroso, irregolarità remote e sostanziali che attengono all’iter amministrativo, è lunghissimo e comprende profili di assoluta gravità. Limitatamente ai rapporti con il MiBAC, basti dire che l’autorizzazione concessa dalla Direzione Regionale il 02.11.2012 ha esaurito la sua validità a distanza di 5 anni, a novembre 2017. Ciò che è accaduto dopo, senza che peraltro l’inizio lavori e le variazioni progettuali fossero comunicate agli uffici ministeriali, né gli aggiornamenti/rinnovi dei nulla osta settoriali venissero richiesti e la prescritta sorveglianza archeologica potesse essere attivata, NON è stato autorizzato.
La svendita dei beni comuni e della salute pubblica, troppo spesso piegati alle logiche del profitto personale e delle lobbies senza che le stesse amministrazioni locali, le più vicine ai cittadini, si adoperino per contrastarle (quando non siano addirittura complici), deve finire immediatamente. Toccherà al prossimo governo regionale, partendo dalle macerie dell’attuale mala gestione, restituire dignità al territorio calabrese e ai suoi abitanti.