La volta scorsa abbiamo aperto un percorso di riflessione su come affrontare la riapertura post-lockdown. Oggi ci occupiamo di sedentarietà.
Durante una visita, una delle domande d’obbligo riguarda l’attività fisica. A questa domanda si oppongono due atteggiamenti diametralmente opposti: quello di chi non la inseriscono già regolarmente, che mi descrive, anche minuziosamente, cosa fa, e quello di chi si mette immediatamente sulla difensiva, con la tipica frase “E chi ha tempo?”.
Bene, se una cosa non ci è mancata durante il lockdown, per quanto “light” per chi vive in Svizzera, è stato proprio il tempo. Questo ha permesso a molti di dedicarsi di più all’allenamento o a iniziare finalmente ad inserire lo sport nelle abitudini quotidiane. Per fortuna! Infatti l’essere umano è fatto per muoversi. Non è un caso se ossa, muscoli e articolazioni vanno a formare un sistema denominato “motorio” e non “statico”! Inoltre, alla mancanza di movimento non sono solo associati diabete e obesità, ma anche stati d’ansia ed altre patologie dell’area psichica.
E adesso?
Il pericolo associato alle nuove abitudini è quello di perderle tanto in fretta quanto velocemente le abbiamo adottate, soprattutto se il cambiamento è stato drastico.
Secondo il “modello transteorico del cambiamento”, infatti, la via verso la modifica delle proprie abitudini passa attraverso diverse fasi, tra cui la ricaduta.
Per evitare la ricaduta, è necessario supportare con la corretta alimentazione l’attività fisica, in particolare:
- praticare lo sport “a scorte piene e stomaco vuoto”: se la digestione è ancora in corso, il sangue viene veicolato verso il sistema digerente, in modo da ottimizzare l’assorbimento di nutrienti. Se in questa fame inizio ad allenarmi, o patirò un rallentamento della mia performance atletica oppure, forzando il flusso sanguigno verso i muscoli, potrei avere problemi di digestione. Lasciar trascorrere 3-4 ore dal pasto è invece la strategia giusta, se per esempio vi allenate di pomeriggio;
- iniziare gradualmente, rispettando i propri limiti: così come non rivolgereste gli occhi spalancati verso una lampadina accesa dopo essere stati al buio, non potete passare dal divano 24/7 ad allenarvi per la maratona nel giro di una settimana. Potrebbe esservi d’aiuto rivolgervi a un personal trainer se non sapete da dove partire; se invece siete già avvezzi alla pratica sportiva, basterà riprendere lentamente. La cosa importante è mantenere una continuità, con un “minimo sindacale” di tre allenamenti a settimana;
- non riempitevi di inutili integratori: la parola stessa, “integratore”, sta a significare che dovrebbe essere utilizzata in caso di carenze. Se siete sani e la vostra alimentazione è ricca, sana e completa, non ne avete bisogno. In particolare, gli integratori proteici non vi aiuteranno a costruire muscolo, se il vostro regime alimentare presenta altre carenze. Anzi, rischiate di affaticare inutilmente fegato e reni e di riempirvi di dannosi dolcificanti, usati per aromatizzare shakes e beveroni vari.
Buon movimento a tutti! La prossima volta vedremo come regolare i pasti nell’arco della giornata.
Un attivo saluto
dalla vostra consulente nutrizionale
Dr. Tatiana Gaudimonte
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Fonte: “Prochaska JO, DiClemente CC. The transtheoretical approach : Crossing traditional boundaries of therapy.” – Homewood: Dow Jones Irwin; 1984.